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"La tua porta per il mondo”: è così che l’aeroporto internazionale di Malpensa si presenta a chi visita il suo sito ufficiale. Ed è questo che è diventato nel corso, si potrebbe dire, di oltre 100 anni di storia. Era infatti il 27 maggio 1910 quando a Malpensa volò il primo velivolo di Gianni Caproni, il biplano Ca 1.
All’epoca certo non si sarebbero potute immaginare le dimensioni e la rilevanza strategica che l’infrastruttura avrebbe raggiunto oggi: una superficie del sedime di 1.220 ettari; due scali passeggeri ed uno scalo merci; nel 2018, circa 190mila aerei commerciali decollati/atterrati; 24,6 milioni di passeggeri transitati (record storico per l’aeroporto); 573mila tonnellate di merci e posta trasportate (per un valore dell’export di oltre 32 miliardi di euro, pari al 7,1% delle esportazioni italiane – SEA Sustainability Report 2018).

Numeri che rendono Malpensa il secondo aeroporto a livello nazionale per movimenti e passeggeri, nonché il primo per merce trasportata e uno dei principali scali cargo a livello europeo. Numeri che mostrano anche come il 2018 abbia rinsaldato il trend positivo dell’aeroporto i cui volumi sono cresciuti nel corso del triennio 2016-2018, registrando tassi superiori alla media e “collocando Malpensa fra i primi grandi aeroporti europei con oltre 20 milioni di passeggeri, per tasso di crescita” (come si legge in una nota di commento ai dati di traffico 2018 pubblicati da Assaeroporti).

Trend positivo che si sta confermando nel 2019 grazie anche al successo della recente operazione “Bridge”, il trasferimento su Malpensa dei voli di Linate per i tre mesi di chiusura dello scalo Forlanini: nel solo periodo del Bridge (27 luglio – 27 ottobre) circa 9,5 milioni di passeggeri sono passati da Malpensa, 2,5 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (dati SEA).

L’aeroporto di Malpensa si distingue non solo per la “quantità”, ma anche per la “qualità” della sua offerta: nel 2015 è stato infatti premiato da ACI EUROPE Awards come migliore aeroporto fino a 25 milioni di passeggeri, proprio per la qualità dei servizi e le attività proposte, inclusa l’iniziativa Chinese Friendly Airport. L’impatto socioeconomico di Malpensa poi supera anche questi (seppur significativi) risultati “operativi”. Se andiamo oltre e guardiamo infatti all’impatto diretto, a quello indiretto, di indotto e catalitico dell’aeroporto, ovvero allargando il campo anche alle attività economiche esterne al sedime ed in vario modo legate ai gestori diretti, nonché alle filiere di fornitura, all’effetto sul territorio sia in termini di commercio internazionale (le imprese possono beneficiare dei collegamenti aerei verso i mercati di export), che di turismo e di capacità di attrarre e trattenere investimenti produttivi (per impianti, uffici, magazzini), allora l’impatto socioeconomico che si stima Malpensa abbia avuto nel 2018, con varia intensità, sulla provincia, la Regione e sul Nord Italia, è davvero considerevole: 41,5 miliardi di euro di valore della produzione e 350mila posizioni lavorative attivate, che corrispondono a circa il 3% degli occupati in tutto il Nord Italia (vari studi del Centro per lo Sviluppo dei Territori e dei Settori della LIUC Business School - SEA Sustainability Report 2018).

Ma anche solo restringendo il campo all’impatto diretto, ovvero quello generato dalle attività economiche attivate nel sedime aeroportuale (vettori, bar, ristoranti negozi), lo scalo già emerge come un importante bacino occupazionale: nel 2018 Malpensa è stata infatti la sede di 548 attività produttive che hanno impiegato oltre 20.500 persone, di cui circa la metà risulta occupata nella nostra provincia (SEA Sustainability Report 2018).

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