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Potenziare i voli intercontinentali e velocizzare i servizi cargo: queste le due grandi sfide da affrontare per la crescita dell’aeroporto varesino. Senza dimenticare la sostenibilità come unico comune denominatore di tutti i progetti in via di sviluppo: dai nuovi carburanti all’idrogeno, fino al volo verticale. Nei prossimi anni lo scalo della brughiera ridurrà le emissioni, sarà più silenzioso e ancor più connesso al resto del mondo. Intervista all’Amministratore Delegato di Sea, Armando Brunini

‘‘Vedo una Malpensa che continua a crescere, migliorando sempre più la connettività internazionale del territorio, uno scalo che prosegue sulla scia dello sviluppo. Non abbiamo più da tempo una compagnia aerea come hub carrier che si concentra sul nostro aeroporto, ma voli di lungo raggio alimentati da voli di corto raggio e questo non ci deve far sentire inferiori. La nostra missione, oggi, è quella di puntare sulle due connotazioni chiave che distinguono il nostro aeroporto dalla generalità di quelli italiani: da un lato, la forte vocazione ai collegamenti intercontinentali, dall’altro, la qualità dei servizi a terra del cargo”.

Così Armando Brunini, Amministratore Delegato del Gruppo Sea, la società che gestisce lo scalo della Provincia di Varese, oltre a quello di Linate, sulle strategie di sviluppo in atto per il futuro di Malpensa. Un aumento dei voli transoceanici per i passeggeri e una movimentazione di merci avio sempre più veloce: sono questi i due grandi focus dello scalo che, da quando la ex compagnia di bandiera Alitalia ha scelto di annullare i collegamenti dall’aeroporto varesino, non è più da considerarsi un vero e proprio hub. Poco importa, ciò non ha inciso sulle potenzialità di crescita di un aeroporto come Malpensa che, non a caso, ha la leadership nazionale nel settore cargo, processando il 70% del totale delle merci in partenza dall’Italia; è il 2° scalo a livello italiano per numero di passeggeri transitati nel 2022; si piazza al 6° posto a livello europeo e al 9° su scala mondiale per numeri di Paesi con cui è collegato. 

Dati, questi, che dimostrano, sottolinea Brunini, come “non sia necessario essere per forza un hub per poter servire e sviluppare un territorio importante come il nostro”. O per lo meno, non è questo il pilastro che regge lo scalo varesino. La sua crescita è favorita dalle caratteristiche che offre la posizione geografica: “Malpensa si trova in una zona strategica dell’Europa, non solo dell’Italia, densamente popolata, con un Pil pro capite elevato e ricca di imprese esportatrici”. Un po’ come a dire che per lo scalo della brughiera è naturale essere una porta di collegamento tra il Nord Italia e il resto del mondo. “Ad oggi, a livello europeo siamo in grado di arrivare quasi dappertutto – tiene a sottolineare il Ceo Brunini –. Ci mancano alcuni aeroporti americani, ma siamo collegati benissimo e direttamente con i Paesi del Golfo, Cina e India.

È su questa linea strategica che vogliamo continuare a lavorare. Non sarà facile aumentare la nostra presenza in ulteriori Paesi, ma senz’altro incrementeremo il numero di voli e di collegamenti con altri aeroporti nei territori in cui siamo già presenti”.  In tutto ciò all’orizzonte c’è il 2035, anno a cui guarda il Masterplan, il Piano di sviluppo dello scalo varesino: “Speriamo che il parere della commissione VIA (Valutazione di Impatto Ambientale, ndr.) sia positivo – sottolinea Brunini –, non siamo lontani dalla saturazione sul cargo. Se il parere fosse differente, sarebbe un forte freno ad un’infrastruttura strategica per il territorio e per il Paese”.

“Ad oggi, a livello europeo siamo in grado di arrivare quasi dappertutto. Ci mancano alcuni aeroporti americani, ma siamo collegati benissimo e direttamente con i Paesi del Golfo, Cina e India. È su questa linea strategica che vogliamo continuare a lavorare”

Malpensa d’altronde fa della sostenibilità un concetto cardine in testa ad ogni scelta: “È evidente che dobbiamo procedere verso la decarbonizzazione totale. Ci sono una serie di impegni presi per arrivare al Net Zero di gran lunga prima del 2050, la data fissata a livello europeo. Motivo per cui chiediamo delle politiche di incentivazione e non punitive”. Ciò a cui si riferisce Armando Brunini sono, ad esempio, le proposte presentate sul tavolo della Commissione europea, per bandire quei voli nazionali di corto raggio sostituibili con il trasporto ferroviario. Un’iniziativa, questa, che se si attuasse su larga scala, porterebbe a passi indietro nello sviluppo, senza significativi passi avanti nella tutela ambientale. Lo spiega così Brunini: “Se si bandissero tutti i voli di corto raggio in Europa (il 25% del totale) si abbatterebbe solo il 4% delle emissioni. Quelli più inquinanti sono i voli di lungo raggio che producono circa il 70% dell’anidride carbonica, ma limitarli significherebbe tornare al Medioevo con continenti come l’America e l’Europa non più collegati”. 

Importantissimo per Brunini è semmai continuare a migliorare l’accessibilità di Malpensa attraverso il collegamento con l’alta velocità ferroviaria, una richiesta da sempre del territorio. Sorge spontaneo chiedersi, allora, come si potrebbero accompagnare gli attori del trasporto aereo verso lo zero delle emissioni. “La soluzione – chiarisce Armando Brunini – è quella di incentivare i cambiamenti tecnologici. Ad esempio: la costruzione dei vertiporti per l’utilizzo di eVTOL, mezzi elettrici tipo ‘air taxi’ a decollo e atterraggio verticale, per i voli di cortissimo raggio (si pensi ad un vertiporto per collegare Malpensa a Milano e a Varese), l’idrogeno per quelli di medio raggio e i Saf (i carburanti sostenibili) per quelli lunghi. Malpensa su quest’ultimo punto è già attiva grazie all’accordo con Eni e Dhl che da dicembre 2022 fa alcuni voli con miscele costituite anche da Saf.

La strada sarà più lunga, invece, per l’applicazione dell’idrogeno su cui sta lavorando Airbus: l’unico costruttore impegnato a realizzare il primo aereo a idrogeno entro il 2035”. È qui che si inserisce Olga: il progetto, finanziato dalla Commissione europea, con cui Sea è impegnata a creare, entro il 2024, un impianto per l’alimentazione a idrogeno dei suoi mezzi di terra. Il primo caso in uno scalo che fa già immaginare una sua possibile evoluzione in una sorta di “hydrogen valley” attorno al sedime aeroportuale. Sul futuro di Malpensa il Ceo di Sea è positivo: “Le previsioni per i prossimi anni sono buone. Seppur in un quadro incerto, vogliamo essere ottimisti perché i segnali da parte del mercato sono vivaci. Nel 2023, per quanto riguarda i passeggeri, ci avvicineremo parecchio ai numeri del 2019 fino a superarli nel 2024. Mentre, in ambito cargo, i livelli pre-Covid sono già stati superati. Il Masterplan, invece, stima di raggiungere nel 2035 circa 40 milioni di passeggeri, contro i 29 milioni del 2019 e 1,2 milioni di tonnellate di merci contro le 550mila registrate nell’anno pre-pandemico”.  

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