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L’economia circolare è al centro anche delle strategie di sviluppo del settore delle costruzioni. L’esempio di Holcim Italia e della sua unità produttiva di Ternate con progetti che puntano a conciliare business economico e comportamenti di responsabilità sociale e ambientale, a partire dalla difesa della biodiversità

Sviluppo sostenibile è sinonimo di sviluppo economico. È questa la direzione che la Holcim di Ternate sta percorrendo. Accelerare la transizione verso materiali più sostenibili per costruzioni più ecologiche è il traguardo che l’azienda varesina, produttrice di cemento da oltre 90 anni, si impegna quotidianamente a raggiungere. “I nostri prodotti, ma in maniera ancora più ampia il settore delle costruzioni – afferma Lucio Greco, Amministratore Delegato di Holcim Italia – svolgono un ruolo chiave nella transizione verso un’economia circolare”. La produzione dei materiali quali cemento, aggregati e calcestruzzo, infatti, ha come maggior impatto sull’ecosistema il trasferimento di risorse dai giacimenti naturali all’utilizzo nei manufatti ed un elevato consumo di energia. “Responsabilità ambientale per noi significa ridurre il consumo di risorse naturali non rinnovabili e impegnarci per la diminuzione delle emissioni, partendo dal recupero di materiali secondari ed investendo nello sviluppo di prodotti e processi innovativi” continua Greco.

A livello operativo sono diverse, e sempre più performanti, le iniziative messe in campo da Holcim Italia: promozione di comportamenti orientati a rispettare gli equilibri ambientali esistenti operando all’insegna della tutela, miglioramento e potenziamento della biodiversità dei siti estrattivi, ma anche promozione di un utilizzo più efficiente dei materiali, sono solo alcuni esempi. “Massimizziamo l’efficienza dei processi e contribuiamo a chiudere i cicli dei materiali da costruzione e a ridurre l’emissione di anidride carbonica lungo l’intera catena del valore” spiega l’Amministratore Delegato, sottolineando l’importanza per il Gruppo di una comunicazione trasparente e sincera con gli stakeholder: “Creiamo un dialogo condiviso e relazioni di rispetto reciproco”. Generare valore e promuovere allo stesso tempo un modello di business che preservi ed ottimizzi l’uso di risorse naturali e lo sviluppo delle comunità è la linea guida che Holcim ha deciso, da oltre 30 anni, di seguire. “La nostra casa madre, LafargeHolcim – spiega Riccardo Bianchi, Direttore di Stabilimento per il sito di Ternate e di Merone – ha imposto dei target in linea con l’Agenda 2030, un range massimo di 475 kg di anidride carbonica per tonnellata di cemento prodotto. Nel 2020 questa soglia è stata già raggiunta e ampiamente superata, anche rispetto alla media nazionale. Ad oggi siamo al di sotto dei 430 kg di anidride carbonica per tonnellata di cemento. 

L’obbiettivo è quello di implementare soluzioni che siano quanto più riciclabili, dando vita ad un ciclo produttivo che non abbia scarti finali

Stiamo quindi implementando lo sviluppo di soluzioni sempre più sostenibili dal punto di vista dei prodotti e dei processi per ridurre il consumo di risorse naturali e le emissioni di anidride carbonica entro il 2030 e promuovere lo sviluppo dell’edilizia sostenibile attraverso la fornitura di prodotti sempre più all’avanguardia per le nostre città – continua Bianchi –. Lo facciamo in due modi: da una parte sostituiamo i combustili fossili con combustibili di recupero derivati da rifiuti. Dall’altro interveniamo sulla materia prima”. Proprio su quest’ultimo fronte sono tanti i progetti futuri a cui il cementificio varesino sta lavorando. Parola d’ordine è: sostituire la materia prima naturale. Come? Riutilizzando i materiali di recupero da macerie di edifici in demolizione, con lo scopo di ridurre le materie prime che in questo modo non vengono estratte dai giacimenti naturali. Per sostituire i combustili fossili, invece: “Recuperiamo anche i fanghi essiccati da depurazione delle acque (biomassa) e li reinseriamo sottoforma di energia come combustibile alternativo” spiega Bianchi. Al fianco di Holcim, opera Geocycle (Italia) Srl, società appartenente al 100% al gruppo, che, di fatto, supporta la cementeria di Ternate nell’applicazione del “co-processing” per risolvere le sfide relative alla valorizzazione e all’utilizzo dei rifiuti in modo sostenibile. “Ci occupiamo di reperire risorse alternative all’utilizzo di combustile fossile – afferma Marco Turri, Sales and Marketing Manager di Geocycle – in un’ottica di economia circolare. La tecnologia del co-processing consente di recuperare materia ed energia dai rifiuti con un processo che porta alla totale assenza di scarti.

Oltre ad un risparmio di materia prima e ad una forte riduzione di anidride carbonica nel processo produttivo del cemento, la tecnologia del co-processing risulta una soluzione di prossimità e consente di valorizzare la porzione non riciclabile dei rifiuti garantendo la totale assenza di scarti quindi la totale chiusura del ciclo dei materiali alla fine del processo”. Una delle ultime azioni messe in campo dal Geocycle riguarda il recupero di solventi chimici. “Recuperiamo da aziende farmaceutiche principalmente del nord Italia solventi esausti non più rigenerabili, li lavoriamo e li rendiamo idonei alla combustione nel processo produttivo recuperando energia”. Un altro importante aspetto che riguarda da vicino l’impegno sostenibile di Holcim è il Bap (Biodiversity Action Plan). Un piano che coinvolge tutti i siti estrattivi ed ha come scopo quello di assecondare orientamenti ed indirizzi di corretta gestione dei siti stessi, secondo logiche orientate al rispetto ed alla tutela degli elementi della naturalità e della biodiversità dei luoghi. “L’obiettivo generale del Bap è quello di consentire la gestione del sito per mantenere o rafforzare i valori della biodiversità durante le fasi operative e post-chiusura del progetto” conclude Bianchi, ricordando che oggi molte ex cave di estrazione di Holcim godono dello stato di un’area naturale protetta. 

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