LEM

Collaborare con i robot è possibile


Un’esperienza di oltre 35 anni nel settore della produzione di occhiali, specializzata nella tecnologia ad iniezione, circa 90 addetti e 800mila occhiali prodotti per terze parti ogni anno. LEM, azienda di Galliate Lombardo, in provincia di Varese, nel corso degli anni è cresciuta, consolidando partnership con alcuni dei marchi più rinomati nel panorama dell’occhialeria a livello mondiale. “Il nostro punto di forza è l’integrazione verticale dalla visione del progetto alla progettazione e produzione industriale. Tutti questi passaggi fanno parte di un ben definito piano di sviluppo che viene eseguito interamente, dal suo inizio al controllo finale della qualità dei prodotti prima della spedizione”, spiega Stefano Lodigiani, Direttore Generale di LEM. Ma in un comparto storicamente fatto in gran parte di sapere artigianale con livelli di automazione vicini a zero, per giunta in una Pmi che per sua natura non gestisce grandi lotti produttivi in grado di soddisfare ingenti investimenti tecnologici, come ci è arrivata l’industria 4.0? “Per LEM industria 4.0 significa equipaggiare la maggior parte delle macchine con un sistema che colloquia con il gestionale e quindi consente alla macchina di interagire direttamente con il sistema di gestione per raccogliere tutti i dati produttivi, dai tempi di lavorazione, quantità prodotti, fino ai costi per unità di pezzi prodotti”, precisa Lodigiani spiegando che, fino a 3 anni fa, il costo per singola cella robotizzata era troppo alto per consentire la sua diffusione in aziende della dimensioni di LEM. “Con l’avvento dei robot collaborativi i costi iniziali necessari all’automazione si sono abbassati notevolmente – racconta ancora il Direttore Generale – rendendo l’investimento economicamente possibile. Oggi in azienda abbiamo 4 robot collaborativi, di cui 2 lavorano nella manipolazione lenti, uno nell’assemblaggio e uno nel reparto di iniezione. Ora l’automazione è complementare al lavoro dell’uomo”. Le motivazioni per investire in questa tecnologia 4.0 sono state diverse: la ripetibilità dell’operato, sempre uguale nel tempo, una superiore qualità del lavoro, un minor costo, nonché la possibilità di eseguire lavorazioni che altrimenti non sarebbero state possibili. E i risultati non hanno tardato ad arrivare: aumento del 30% dell’efficienza produttiva, riduzione praticamente a zero degli scarti di alcune lavorazioni, incremento del know-how aziendale.

LAZZATI INDUSTRIA GRAFICA

Quando anche l’industria grafica è 4.0


Nata nel lontano 1802, passando nel corso degli anni attraverso tutte le tappe fondamentali della storia della tipografia, la Lazzati Industria Grafica rappresenta, ad oggi, la seconda azienda grafica più anziana sul territorio italiano. Produttrice di cataloghi per mobilifici o per il settore della moda e del lusso, libri d’arte, astucci e cartonati realizzati per brand del calibro di Luxottica, Ray-Ban, L’erbolario, MSC Crociere e McDonald. Con una simile tradizione alle spalle, sembra quasi impossibile pensare che un’impresa plurisecolare possa parlare di Industria 4.0 e applicarla concretamente nei processi produttivi quotidiani. Questo è il mito che Roberto Salmini, Amministratore della storica tipografia di Casorate Sempione, ci tiene a sfatare a gran voce: “Abbiamo sempre innovato, cercando non solo di stare al passo con i tempi, ma addirittura di precorrerli, guardando sempre al futuro”. Obiettivi portati avanti grazie ad acquisizioni e investimenti in tecnologie, in costante crescita negli ultimi anni: stampa offset e UV Led, digitale maxi-formato, cartotecnica, legatoria e nobilitazioni rappresentano la base tecnologica di un’azienda che dal 2002 a oggi ha investito un valore tra il 10% e il 15% del suo fatturato, facendo della qualità il suo marchio distintivo. “Negli ultimi 25 anni abbiamo puntato molto sulla digitalizzazione dei processi, dalla struttura informatica di supporto alla gestione del dato variabile, ai flussi e strumenti software di prestampa, per la linearizzazione dei nostri processi – prosegue Salmini –. Abbiamo iniziato con i sistemi di preventivazione, di gestione della commessa, del consuntivo, della raccolta dati automatizzata e dei tempi di tutte le operazioni produttive, fino ad arrivare al magazzino automatico, una delle ultime implementazioni apportate in azienda per avere costantemente sott’occhio le giacenze e le disponibilità per poter fornire velocemente il prodotto, quasi in tempo reale, al cliente, tramite sistemi di archiviazione con barcode, tracciabili e facilmente individuabili”. Neppure il Coronavirus è stato in grado di fermare l’incessante progredire tecnologico della Lazzati che a febbraio, poco prima dello scoppio della pandemia, aveva avviato un processo di automatizzazione di tutti i flussi produttivi di prestampa. “Siamo sempre propensi ad automatizzare il più possibile i nostri flussi in maniera 4.0, perché crediamo che avere un flusso produttivo il più automatizzato possibile, preciso e senza errori sia garanzia di qualità, velocità ed economicità del nostro processo produttivo. Il nostro scopo ultimo è un’automatizzazione spinta, capace di limitare il più possibile le interpretazioni umane oggettive. Anche se la componente umana rimane e rimarrà sempre di notevole importanza e nessuna macchina potrà mai sostituire il giudizio finale dell’uomo”, chiosa Salmini.

BRUGNOLI GIOVANNI

Il tessile che supera le barriere del Covid


Dal filo al tessuto finito, integrando il processo di nobilitazione. Il tutto per dare vita a tessuti a maglia circolare premium, destinati a vari settori dell’abbigliamento: casual, sportswear, abbigliamento classico, corsetteria, lingerie, fitness e bagno. Made in Italy e più precisamente made in Busto Arsizio dal 1952, con creatività, passione e innovazione, secondo la tradizione di famiglia. Brugnoli Giovanni Spa in oltre 60 anni di attività, tra cambiamenti epocali e sfide quotidiane, non ha mai smesso di prestare attenzione all’innovazione e alla sostenibilità dei suoi progetti. Con una storia in continua evoluzione ed una naturale propensione al cambiamento, era destino che il cammino della Brugnoli e le tecnologie 4.0 si incrociassero, presto o tardi. L’occasione è stata il Piano Nazionale Industria 4.0. “Siamo partiti 3 anni fa grazie alla Legge Calenda con un potenziamento delle tecnologie 4.0. Abbiamo fatto investimenti importanti a livello di macchinari, come ad esempio telai integrati con sistemi remoti di pianificazione della produzione – spiega Massimiliano Denna, Amministratore Delegato dell’azienda bustocca –. Il progetto ha avuto come primo obiettivo l’integrazione a 360 gradi tra i vari reparti, quindi non solo la produzione, ma anche la parte commerciale e la parte amministrativa, proprio per riuscire a dare un servizio migliore e più rapido ai nostri clienti”.  E i risultati di questo approccio tecnologico si sono visti, sia all’interno, che all’esterno: “I progetti sono stati portati avanti non dall’alto, ma attraverso la creazione di team di lavoro dedicati e quindi tutti i nostri collaboratori sono stati coinvolti da subito e molto felici di partecipare. Anche in termini di customer service abbiamo subito avuto segnali positivi: l’obiettivo è migliorare sempre più, essere più rapidi e riuscire a portare la qualità che abbiamo nei nostri tessuti anche in tutto quello che è il processo di servizio al cliente”, precisa l’Ad di Brugnoli. “Dai primi esordi nel 2017 - spiega il Direttore Generale Alessandro Avignolo - abbiamo integrato in azienda diverse tecnologie di Industry 4.0, iniziando a coltivare un nostro personale progetto digitale. Siamo partiti con i sistemi di produzione, per poi approdare ad una piattaforma di presentazione digitale delle nostre collezioni, integrata con diversi strumenti che ci hanno permesso di arrivare ai clienti, anche se lontani, per presentare le nostre novità”. Un’innovazione quanto mai lungimirante in tempi di Covid e limitazioni, anche internazionali, agli spostamenti. “Il tutto è stato poi integrato sia con una piattaforma di document e workflow management per la gestione dei processi pre e post vendita, che con un sistema ad hoc di business intelligence che misura l’efficienza di tutti questi processi”.

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