Secondo i dati di una rilevazione dell’Ufficio Studi di Univa nel 2019 circa 3 imprese varesine su 4 hanno effettuato almeno un investimento, il 50% lo aveva fatto in digitalizzazione. Livelli che, secondo le proiezioni di inizio anno, dovevano essere confermati anche nel 2020. Poi è arrivato il Covid. Il mondo è cambiato, anche quello degli investimenti. Ma non tutte le imprese hanno tirato il freno

Risale alla fine di gennaio 2020 la fotografia scattata dall’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese che descrive (per un campione di 142 imprese della provincia) l’andamento degli investimenti realizzati dalle aziende nel 2019, nonché i loro piani per il 2020. Circa 3 imprese su 4 hanno dichiarato di aver realizzato degli investimenti nel 2019. Di queste, 1 su 3 ha investito più di quanto avesse fatto nel 2018; 1 su 2 ha investito anche in digitalizzazione; la maggior parte ha beneficiato almeno di un’agevolazione legata al Piano Impresa 4.0.

Ma ciò che oggi, praticamente a fine anno, salta maggiormente all’occhio sono sicuramente i piani d’investimento che le imprese avevano ipotizzato ancor meno di un anno fa: 2 imprese su 3, il 63% di quelle intervistate, avevano ipotizzato degli investimenti per il 2020 ed il 74% di queste aziende aveva previsto un impegno pari o superiore a quello del 2019. Questi i piani a fine gennaio. Poi è arrivato il Covid e il mondo è cambiato. Nel giro di pochi mesi, in maniera epocale, lo scenario è totalmente mutato. Chi prima, chi dopo, tutti si sono dovuti fermare. Le previsioni di vari istituti (Fmi, Commissione Europea, Confindustria, Banca d’Italia, Mef-Governo) si attendono un calo nel 2020 del PIL nazionale intorno al 10%. E se è vero, come afferma Warren Buffett, che “investire è semplice, ma non è facile”, un tale scenario sicuramente non ha aiutato. Con una domanda in stallo per mesi, prospettive incerte per il futuro, nonché problemi pressanti di quotidianità, non sono mancate le realtà del Varesotto che nel corso del 2020 hanno dovuto differire alcuni investimenti. Una per tutte, l’aeroporto di Malpensa: il Ceo di Sea Milan Airports, Armando Brunini, aveva dichiarato durante un’intervista a metà novembre, che “nel 2019 sono stati fatti investimenti per circa 120 milioni di euro e Sea aveva un piano d’investimenti importanti, espansivi anche per il 2020, che è stata costretta però a ridurre. Sono continuati gli investimenti che erano già partiti, ma tutto il frenabile, è stato frenato”.

Ma se questa è la storia che ha interessato in maniera rilevante diverse realtà della provincia, c’è anche una fetta di aziende che, fornendo prodotti e servizi utili a fronteggiare l’emergenza sanitaria (come mascherine e servizi di sanificazione), ha invece ampliato nel 2020 la propria capacità produttiva o si è riconvertita acquistando/realizzando macchinari o ha incrementato investimenti in ricerca e sviluppo, sfociati anche nel deposito di brevetti. Al di là di questa “filiera contro l’emergenza”, è un fatto che il Covid abbia reso necessario sviluppare (anche investendo in formazione) alcune nuove e vecchie competenze. Si è trattato non solo di imparare ad utilizzare piattaforme digitali che sono entrate nella quotidianità praticamente di tutti, ma anche di sviluppare capacità organizzative (ad esempio per coordinare il lavoro in team da remoto), nonché di gestione delle relazioni. Si tratta in primis di competenze in materia di e-commerce e comunicazione digitale, in particolare per le imprese a valle delle filiere che, rivolgendosi al consumatore finale, hanno dovuto far leva sulla tecnologia ed i canali digitali per mantenere anche a distanza un legame con i propri clienti. Ma non sono mancate aziende in provincia di Varese più a monte che hanno investito in competenze e tecnologie avanzate (come la realtà aumentata) per ovviare ad esempio all’impossibilità di spostarsi e permettere ugualmente le operazioni di manutenzione e installazione di impianti e macchinari.

E ora? Con il 2021 alle porte, cosa ci si può aspettare, o almeno augurare, per gli investimenti? Una chance unica viene dai fondi del Recovery Fund, augurandosi che le scelte politiche siano guidate da concretezza, coraggio e soprattutto consapevolezza delle rilevanti evidenze empiriche che le politiche strutturali (tra cui gli incentivi all’innovazione, previsti dal Piano Industria 4.0) sono una leva fondamentale di crescita del Pil come evidenziato dalla Banca d’Italia nel documento “The effects of structural reforms: Evidence from Italy” di novembre 2020.

 

 

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