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Le perdite di posizione nelle classifiche nazionali sul fermento imprenditoriale impongono al territorio varesino una priorità: ridisegnare l’ambiente economico e sociale per tornare ad essere una provincia attrattiva per talenti, startup, imprese e investitori. Questo uno dei principali obiettivi del Piano Strategico per la competitività del territorio lanciato da Confindustria Varese e realizzato insieme al think tank Strategique

L’innovazione, driver fondamentale della competitività di aziende e territori, oggi è sempre meno frutto di processi di ricerca e sviluppo ad appannaggio esclusivo delle grandi imprese e sempre più il risultato di un’attività imprenditoriale diffusa che nasce da processi di contaminazione tra aziende, imprenditori, manager, consulenti, idee, investimenti e comunità locale. Il risultato, cioè, della capacità di un territorio di lavorare sul proprio grado di dinamismo imprenditoriale, supportando la nascita e la crescita di nuove imprese, startup e Pmi innovative, incoraggiando l’imprenditorialità ed accrescendo la valorizzazione e l’attrazione di talenti, risorse e capitali attraverso efficaci politiche e strategie di investimento. Quale misura di tale dinamismo imprenditoriale, nella formulazione del Piano Strategico #Varese2050 per la competitività del territorio di Confindustria Varese, abbiamo guardato all’Indice del Fermento Imprenditoriale. L’indice viene elaborato ogni anno dal nostro think tank Strategique e diffuso per il tramite del progetto Italia Compete sulla base di più di 25 indicatori organizzati in 5 dimensioni: sviluppo delle competenze, innovazione, tessuto industriale, performance imprenditoriali e sviluppo finanziario. Le performance della provincia di Varese nella classifica delle 50 province d’Italia più “in fermento” sono una dimostrazione del progressivo indebolimento competitivo vissuto dal territorio negli ultimi anni.

Nel 2022, Varese ha perso 4 posizioni rispetto all’edizione precedente scendendo in 48° posizione, tra Pavia e Piacenza. Complice, nonostante il buon posizionamento in classifica rispetto alle performance del tessuto industriale (10°), un rallentamento generale in tutte le altre dimensioni ma soprattutto una significativa perdita di posizioni in quelle legate alle competenze (-2), all’innovazione (-5) e soprattutto allo sviluppo finanziario (-11). Il tessuto industriale della provincia di Varese si compone di Pmi fortemente specializzate e radicate nel territorio. Le principali specializzazioni locali, seppur in modo non uniforme, dimostrano complessivamente buone performance negli ultimi tre anni (+4), facendola entrare di diritto nella top 10. Guardando alle imprese “high-growth”, ossia quelle che sono state in grado di accrescere i propri ricavi, anno su anno tra il 2017 e il 2020, di almeno il 10%, la provincia si colloca nella prima metà della classifica (30°), ma solo se consideriamo la loro densità (high-growth vs totale imprese) perché se guardiamo, invece, al tasso medio di crescita del fatturato, Varese risulta oggi 85°. 

Per quanto riguarda le performance imprenditoriali, nonostante la riconquista di 14 posizioni nell’ultimo triennio, la provincia di Varese resta 61° nella classifica italiana. Seppur guadagnando qualche posizione in termini di produttività e di valore delle retribuzioni, il territorio ha, infatti, faticato ad accelerare le proprie performance in termini di creazione di nuove imprese, posti di lavoro e valore aggiunto. È, in particolare, la partecipazione al mondo del lavoro che rivela le prime forti preoccupazioni. Nonostante un tasso di disoccupazione in linea con la media regionale e di gran lunga inferiore a quella nazionale, si segnalano alcune aree di forte criticità legate alla disoccupazione giovanile (oggi al 17%), in maggiore difficoltà rispetto al resto della regione ed in crescita allarmante negli ultimi dieci anni ed all’incidenza dei Neet, che nel 2020 supera il 18%. Nella dimensione dell’innovazione, l’Indice guarda alla capacità innovativa delle imprese leggendola non solo come capacità brevettuale ma anche come capacità del territorio di orientarsi al futuro attraverso la nascita di startup. In termini di capacità brevettuale, Varese perde ben 40 posizioni negli ultimi vent’anni anni arrivando a collocarsi in 83° posizione nel 2022.

Guardando alle startup innovative, Varese si pone in 33° posizione per numero assoluto (102 imprese) ma solo 78° in termini relativi (startup vs numero imprese). Simile il quadro delineato dalle Pmi innovative che in provincia sono ad oggi 11; numero che la rende 82° se rapportato al totale delle imprese presenti sul territorio. In termini di sviluppo finanziario, la provincia di Varese dimostra una evidente difficoltà nel rafforzare la capacità delle imprese di attrarre capitali così come di ricorrere alle forme di finanziamento, tradizionali ed innovative, disponibili. Dagli ultimi dati Istat (2019), risulta, infatti, come, a Varese, la percentuale di imprese che riescono ad intercettare bandi europei e fondi pubblici si aggiri intorno al 2,5%, a fronte di una media italiana del 3,6%. Le performance più allarmanti sono da riscontrarsi nella ancora troppo contenuta capacità di attrarre capitali per le nuove attività imprenditoriali. Il numero di early-stage deals chiusi negli ultimi cinque anni (2015-2020) è, infatti, fermo a 1. 

Nell’ambito dello sviluppo delle competenze, l’Indice guarda sia ai programmi educativi legati ad ambienti scolastici ed accademici, sia a quegli spazi (quali incubatori, acceleratori, coworking e community) in grado di stimolare la contaminazione tra conoscenze imprenditoriali trasversali. In tal senso nel 2022 Varese scende in 50° posizione (-2). Ad aggravare la sua condizione una concentrazione di ambienti dedicati alla nuova imprenditorialità che si rivela ben al di sotto delle potenzialità di sviluppo di un tessuto industriale così denso ed operativo e con ben due Università (LIUC - Università Cattaneo e Università degli Studi dell’Insubria). Sorprende come la provincia risulti al di sotto della media sia lombarda sia italiana per numero di giovani con un titolo accademico o terziario (27,5% della popolazione rispetto al 28,3% italiano ed il 33,2% lombardo).

Le evidenze emerse dalle analisi appena descritte hanno portato al centro del nuovo posizionamento strategico di Varese l’urgenza di ridisegnare il territorio come una provincia attrattiva per talenti, startup, imprese e investitori. Un nuovo posizionamento che, come già annunciato dal Presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi, passerà per la realizzazione di Mill – Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics, un luogo di aggregazione del sapere e del saper fare, uno “one-stop-shop” di competenze e servizi per talenti, startup, imprese e cluster. Ciò consentirà non solo di disporre di una regia strategica unitaria per la competitività del territorio, ma anche di dotarlo di quei servizi necessari per talenti, startup, imprese e cluster, come programmi di incubazione e accelerazione, fablab e tecnologie per la prototipazione e la sperimentazione. 

Parallelamente ed in modo sinergico, Confindustria Varese, insieme ai propri stakeholder, lavorerà alla costruzione di un ecosistema dell’innovazione per la provincia di Varese, dinamico, innovativo ed attrattivo. Un ecosistema che possa favorire la creazione di startup attorno alle specializzazioni di territorio, promuovendo una diffusa politica della brevettazione e attraendo investitori e capitali a supporto. Sarà fondamentale concentrarsi a tal fine sullo sviluppo di un ambiente imprenditoriale orientato alla innovazione diffusa e alle startup, favorendo lo sviluppo di iniziative di formazione, incubazione e accelerazione di nuove imprese sul territorio, l’attrazione e lo sviluppo di investitori e l’accompagnamento alla brevettazione. Questa linea insiste sulla rilevanza di disporre di un luogo del sapere e del saper fare che non solo orienti ricerca, formazione e servizi sulla attuale community di imprese del territorio, ma permetta anche l’arricchimento e l’allargamento della stessa con lo sviluppo di nuove imprese e l’iniezione di una vera cultura dell’innovazione e della sperimentazione. In ultima istanza, ciò consentirà alla provincia di rendersi nel complesso più attrattiva creando un ecosistema capace di “trattenere” ed attrarre giovani, individui e talenti da Varese, e non solo, a supporto delle startup e delle aziende di territorio, valorizzando quanto già avviato da Confindustria Varese con il progetto “People – L’impresa di crescere insieme”, per una maggiore diffusione nel sistema produttivo locale della cultura del welfare aziendale e di progetti a sostegno della genitorialità.

Per poter dare concretezza a questa linea strategica, il Piano realizzato da Confindustria Varese insieme a Strategique, indica le modalità, gli strumenti, le azioni e le risorse necessarie per:
•  sviluppare un ambiente imprenditoriale favorevole alle startup con particolare attenzione a quelle che nascono attorno alle specializzazioni di territorio e che maggiormente possono contribuire all’aumento della competitività e alla creazione di prosperità locale (alto valore aggiunto), favorendo:
- la creazione di percorsi di formazione imprenditoriale già a partire dagli studi superiori;
- l’introduzione di progetti finalizzati a trattenere talenti sul territorio, attratti oggi da altri ecosistemi; 
- favorire l’apertura di una diffusa presenza di fablab, incubatori e acceleratori di impresa sul territorio;
•  disegnare una politica di promozione, incentivazione e supporto alla brevettazione dei processi di innovazione sul territorio, soprattutto tra le micro, piccole e medie imprese locali, attraverso programmi di formazione e informazione sul tema e lo sviluppo di pacchetti di servizio dedicati che accompagnino le imprese del territorio lungo tutto il ciclo della innovazione di prodotti e processi fino alla loro brevettazione e sfruttamento commerciale;
•  disegnare una politica di attrazione di giovani, individui e talenti a supporto delle startup e delle imprese della provincia attraverso la creazione di maggiori e migliori opportunità di lavoro, l’offerta di soluzioni abitative agevolate per i giovani e la sensibilizzazione di giovani ed imprese sul tema della genitorialità;  
•  disegnare una politica di attrazione dei capitali di finanza innovativa (private equity, venture capital, crowdfunding) a supporto delle startup del territorio sia favorendo lo sviluppo e l’attrazione di intermediari finanziari dedicati sia aprendo canali privilegiati con operatori già esistenti sulle principali piazze nazionali e internazionali.  


Fonte elaborazione Strategique

 

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