La_startup_che_rida_vita_ai_cellulari

Fare nuova impresa a Varese si può. Un esempio concreto è la ITC Srl di Oggiona con Santo Stefano, azienda fondata tre anni fa. Il business: la rigenerazione di smartphone. Investimenti in tecnologia, economia circolare e legame con il territorio. Questi i segreti del successo di un’azienda (nata come vuole la tradizione in un garage) oggi in forte crescita. Passata da un fatturato di 110mila euro nel 2019, alla previsione di chiudere il 2022 a quota 4 milioni

Perché i telefonini, solitamente, non vengono riciclati? Principalmente perché quando se ne rompe uno, è di fondamentale importanza averne subito un altro già pronto da utilizzare. Non siamo (per la maggior parte dei casi) in grado di attendere che venga riparato. Questo si traduce in un enorme spreco di materiali e di risorse. Spreco al quale la startup innovativa ITC Srl di Oggiona con Santo Stefano cerca di dare un nuovo significato, attraverso un processo altamente tecnologico di rigenerazione, basato sui principi dell’economia circolare. “Da sempre i cellulari vengono considerati come una grande fonte di waste: qualcosa in cui nessuno riesce a vedere valore, ma non è detto che in realtà non ci sia. Ecco, per noi quello scarto diventa un’opportunità. Non a caso ‘I rifiuti come opportunità’ è il principio che ci ispira, su cui intendiamo costruire il nostro domani e quello delle generazioni future. Secondo questo principio, infatti, attraverso i nostri prodotti perseguiamo una sostenibilità economica, sociale ed ecologica, aspetto non negoziabile per lo sviluppo futuro”.

A parlare è Boris Tuzza, Ceo e fondatore della ITC (che sta per Italian Technological Company), manager che dopo importanti esperienze lavorative in diverse aziende e altrettanti settori, come ad esempio Candy, Whirlpool e IBM, ha scelto di vestire i panni di imprenditore, partendo dal famoso garage, stereotipo dell’immaginario collettivo legato al mondo delle startup, compiendo una scelta di vita coraggiosa. La storia di ITC muove i primi passi nel 2019, anno in cui vede la luce come startup innovativa, con radici profonde sul territorio ma un’attitudine internazionale e un approccio industriale. Il focus su cui si basa il modello di business industriale pensato e ideato da ITC è il mercato degli smartphone ricondizionati, portato avanti con il marchio Recall First Hand, in grado di dare nuova vita ai dispositivi, riducendo l’impatto inquinante e lo spreco che lo smaltimento precoce genererebbe. “Era arrivato il momento di guardare le cose da un altro punto di vista e abbiamo scelto di partire da qui, dai cellulari – racconta Tuzza –. L’idea è quella di superare la figura dei ‘semplici’ riparatori per arrivare dove il produttore stesso non è riuscito, grazie a tecnologie innovative. In altre parole, vendiamo smartphone seconda vita, garantendone una funzionalità pari al nuovo, perciò, immettiamo sul mercato prodotti con una serie di servizi aggiuntivi sviluppati su misura per le esigenze dei clienti”.

A dimostrare le potenzialità di questo mercato sono, come sempre, i numeri: nel 2019 il fatturato di ITC era di 110mila euro, l’anno successivo è salito a 560mila, nel 2021 è arrivato a quasi 3 milioni e le previsioni per il 2022 si attestano sui 4 milioni di euro. Il tutto con operative, al momento, solamente cinque persone. Un percorso, quello intrapreso dalla startup varesina, in continua ascesa ma non privo di difficoltà: “Le problematiche che riscontriamo sono soprattutto di due tipologie: la prima legata all’accesso al credito, dato che sul mercato non c’è alcun riscontro di cose già fatte in questo stesso ambito. Dall’altra parte facciamo fatica a trovare un sistema in grado di muoversi coerentemente al nostro livello di sviluppo: abbiamo bisogno di una maggiore velocità e reattività”, precisa il Ceo di ITC.

La fetta maggiore del fatturato della startup fondata da Boris Tuzza (per la precisione l’80%) è destinata ai mercati esteri, eppure la scelta di rimanere in Italia è precisa: “Varese è una zona strategica, con un tessuto sociale ed imprenditoriale ben innestato e attivo. Puntiamo comunque a diventare leader in Italia anche se, attualmente, solamente il 20% del nostro fatturato rimane entro i confini nazionali e la provincia di Varese è il punto perfetto da cui partire con questo sviluppo”. In questo quadro, l’espressione made in Italy assume ancora più significato: “È un aspetto su cui vogliamo puntare molto, nell’ottica di restituire qualcosa al territorio in cui siamo nati e stiamo crescendo. Lo scopo è quello di riportare alcuni asset tecnologici strategici in patria: nel nostro piccolo ripartiamo dalla rigenerazione dei cellulari per salvaguardare l’ambiente”, spiega di nuovo Tuzza. 

Vero punto di forza di ITC è il continuo investimento in tecnologia, che permette alla startup di realizzare, in laboratori di prova qualificati, oltre 40 controlli tra test e collaudi sui dispositivi. “Le tecnologie che stiamo sviluppando in ITC – precisa Tuzza – possono fare da apripista alla rigenerazione di altri prodotti in settori anche molto diversi. La conoscenza profonda e radicata di questa tecnologia ci sta portando a capire come integrarla al meglio all’interno di altri processi”. 
E questo per garantire ai clienti la miglior customer experience possibile: “Spediamo in 24 ore in tutta Europa, da 50 fino a 100 pezzi al giorno. Puntiamo molto sul customer service, che facciamo in 18 diverse lingue: un vero e proprio punto nevralgico per rendere scalabile la nostra attività, attraverso un approccio pragmatico. L’obiettivo è gestire le persone nel miglior modo possibile, occupandoci dell’intero ciclo, fino alla consegna direttamente a casa del cliente”.  

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