Aumenta di 11 punti percentuali la quota di imprese varesine che nel corso del 2021 investirà in prodotti, processi o organizzazioni aziendali green. Una sensibilità crescente che non è solo rivolta ad ottenere sul mercato un marchio di riconoscibilità per l’attenzione all’ambiente, ma una vera e propria strategia per guadagnare spazi di competitività nel pieno rispetto delle proprie comunità di riferimento. Gli esempi di Whirlpool, Leonardo e Carlsberg 

Quanto è importante la sostenibilità per le imprese varesine? Ipotizziamo una scala da 1 a 5 per misurare il grado di strategicità che rappresentano gli investimenti green per le aziende del territorio. Ebbene solo il 23% del sistema produttivo non reputa importante questo aspetto dell’organizzazione. Ben il 38% lo classifica molto importante o addirittura cruciale, mentre il 40% lo ritiene comunque così degno di attenzione da prevedere risorse per investirci al pari di altri driver di sviluppo come il digitale o l’industria 4.0. Come dire: la pandemia non frena, anzi sta accelerando l’attenzione di Pmi e grandi imprese per i temi ambientali ritenuti strategici anche come leva competitiva. È quanto emerge dall’indagine sugli investimenti svolta dall’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Da cui esce un responso chiaro: nel 2021 gli investimenti in sostenibilità aumenteranno non di poco nell’industria varesina. Se, infatti, nel 2020 la quota di attività produttive che avevano fatto almeno un investimento in azioni ambientali era stata del 29%, quest’anno le previsioni, raccolte intervistando gli stessi imprenditori, parlano di una percentuale che si aggirerà intorno al 40%. In pratica: 11 punti percentuali in più. È un’attenzione, dunque, in rapida crescita quella delle imprese per la sostenibilità, così come lo è l’impegno per le proprie comunità di riferimento e per il territorio. Un contributo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 promossa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
“Si tratta di un dato di per sé rilevante – spiega nel report l’Ufficio Studi di Univa – che acquista maggior valore considerando la delicata situazione economica dovuta all’emergenza pandemica. Un segnale di attenzione per un tema sensibile, ritenuto ormai strategico, non semplicemente a fini di ottenere un’etichetta di azienda green da spendere sul mercato, ma come vera e propria leva per incamminarsi su sentieri di crescita e di maggiore competitività”. 

Ma, chi investe in sostenibilità? A farlo sono soprattutto le grandi imprese, dove la quota è stata pari al 73% nel 2020 e sarà identica anche nel 2021. Un esempio per tutti è quello di Whirlpool. “Mentre lavoravamo per rispondere alle sfide del Covid–19 nel 2020, la nostra resilienza ci ha permesso di prenderci cura dei nostri dipendenti, consumatori e comunità pur continuando a soddisfare e portare avanti i nostri impegni ambientali e sociali” ha affermato Marc Bitzer, presidente e ceo di Whirlpool Corporation. L’azienda ha infatti raggiunto l’obiettivo zero rifiuti in discarica in 25 dei 35 propri siti, tra questi anche la fabbrica di Cassinetta di Biandronno. Oltre a questo recente traguardo, presentato nel Rapporto di sostenibilità 2020, sono molteplici i risultati che la Corporation ha ottenuto; tra questi la percentuale di riciclo degli elettrodomestici superiore al 90% e il record di riduzione del consumo energetico e idrico negli stabilimenti, fino a registrare negli ultimi quattro anni un –20% in emissioni di gas a effetto serra, rispettando i requisiti stabiliti dall’Accordo di Parigi per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi. 

Che questo genere di iniziative non siano solo un’opera di facciata, ma una vera leva di sviluppo per la grande impresa multinazionale lo conferma anche un altro primario gruppo industriale presente sul territorio con diversi siti produttivi: Leonardo. “Le imprese, oggi – ha spiegato recentemente al Corriere della Sera Alessandra Genco, chief financial officer del gruppo aerospaziale – sono valutate a 360°, tanto sulla solidità economico–finanziaria quanto su parametri sociali e ambientali, nella consapevolezza che anche questi produrranno effetti economico–finanziari oltre che impatti sulla comunità. Gli obiettivi di sostenibilità, grazie alla loro stretta connessione con la catena del valore, contribuiscono alla solidità e competitività del business, a una migliore gestione dei rischi e allo stesso tempo rispondono a importanti sfide: la crescita della filiera, la digitalizzazione, la gestione delle risorse naturali, l’inclusione e la promozione sociale”. 

Gli investimenti in sostenibilità, però, non sono un fenomeno ad appannaggio solo delle grandi aziende. Nelle medie imprese tra il 2020 e il 2021 la quota di realtà che investiranno nel green farà un balzo in avanti di 8 punti percentuali, arrivando alla soglia del 54%. L’incremento maggiore si registrerà, invece, nelle piccole imprese, che passeranno dall’ancora basso 14% del 2020 al più consistente 27% del 2021. A livello settoriale vi sono delle profonde differenze. Il chimico–farmaceutico risulta il settore con una maggior propensione ad effettuare questo tipo di investimenti con un trend in forte crescita tra i due anni in analisi: nel 2020 le imprese chimiche–farmaceutiche che hanno effettuato un investimento in sostenibilità sono state il 56%, una percentuale che salirà all’89% nel 2021. Evidente la crescente attenzione al tema anche nel settore del tessile–abbigliamento: nel corso dell’anno si arriverà ad una quota del 44%. In crescita, ma in modo meno marcato, la propensione alla sostenibilità anche tra le imprese di gomma–materie plastiche che toccheranno quota 33%. Il settore metalmeccanico varesino passerà, invece, dal 22% dell’anno scorso al 27%. 

Ma il fenomeno è trasversale e coinvolge anche comparti che, per l’industria varesina, sono più di nicchia come quello di alimentari e bevande. L’esempio, in questo caso, viene da Carlsberg che fa della lotta agli sprechi idrici uno dei quattro pilastri del Programma di Sostenibilità Together Towards Zero lanciato nel 2017 a livello globale. A rientrarne, anche lo storico Birrificio Poretti di Induno Olona dove Carlsberg Italia ha deciso di fare numerosi investimenti introducendo nuove tecnologie come il Pastorizzatore Flash per ridurre i consumi idrici nei processi di produzione o come il depuratore indipendente da quello consortile che permette di depurare le acque e restituirle pulite all’ambiente. Basti pensare che nel solo 2019 il Birrificio Poretti ha reimmesso in natura oltre 271mila metri cubi di acqua limpida.
Proprio il miglioramento dell’impatto ambientale dei processi produttivi è la priorità delle imprese varesine che emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi di Univa. Le aziende che investono nel green, infatti, nel 65% dei casi lo fanno proprio a questo fine. Seguono gli investimenti in organizzazione (43%) e in prodotti ecosostenibili (43%). La rivoluzione verde continua.  

 

Per saperne di più leggi anche:



Articolo precedente Articolo successivo
Edit