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Cinque linee di azione per rilanciare la competitività del territorio. Sono quelle presentate da Confindustria Varese. Obiettivo: riposizionare il Varesotto con una nuova identità basata su pochi, ma precisi pilastri. Il Presidente Roberto Grassi: “Dobbiamo ritrovare nuovo slancio nel fermento imprenditoriale”

Creare a Castellanza, in un’area adiacente alla LIUC – Università Cattaneo, una “Fabbrica del Sapere e del Saper Fare” che sia un punto di riferimento per la costruzione di nuove competenze. Porre i cluster industriali al centro delle politiche di sviluppo locale. Dar vita ad un ecosistema dell’innovazione. Fare dei settori logistica e trasporti driver strategici di competitività. Trasformare il Varesotto in una wellness destination facendo leva sulle bellezze naturali e sulla vocazione sportiva. Sono queste le cinque linee di azione che Confindustria Varese vuole mettere in campo per costruire la Varese del 2050. L’Assemblea Generale 2022 degli industriali varesini, che si è tenuta lo scorso 3 ottobre al Centro Congressi MalpensaFiere di Busto Arsizio, è stata l’occasione per il Presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi, di presentare il “Piano Strategico #Varese2050 per la competitività del territorio”, realizzato insieme al Think Tank internazionale Strategique, con sede ad Harvard. A guidare lo staff dei ricercatori, il professor Fernando G. Alberti che oltre ad essere Head di Strategique è anche professore Ordinario di Economia aziendale e Direttore dell’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness alla LIUC – Università Cattaneo di Castellanza. 

Un documento partito dall’analisi del posizionamento competitivo della provincia di Varese, svolta in stretta sinergia con l’Ufficio Studi di Confindustria Varese. “Dalla nostra fotografia – spiega Grassi – emerge una provincia di Varese nel complesso stabile, contraddistinta da un elevato livello di benessere, una importante ricchezza accumulata e creata nel tempo, una radicata presenza industriale. Un posizionamento, però, che Varese fa sempre più fatica a mantenere. Se ci paragoniamo alle altre province del Paese a noi simili per struttura economica e sociale, il nostro risulta sempre più essere un territorio a forte rischio di immobilismo competitivo”. Da una parte i punti di forza, del territorio: il benessere economico e sociale; la posizione strategica tra Europa centrale e meridionale; la dotazione infrastrutturale; la tradizione manifatturiera; la presenza di importanti cluster storici; l’emergere di nuove specializzazioni; la presenza di brand internazionali e importanti multinazionali; Malpensa; l’elevata propensione all’export; la concentrazione di settori ad alto contenuto tecnologico; l’alta produttività del lavoro; la vocazione sportiva. Dall’altra, però, le sfide enormi che Varese dovrà affrontare, tutte legate ai punti deboli di una provincia che si svuota, invecchia, innova meno di quanto potrebbe, manca di fermento imprenditoriale, perde competitività, erode ricchezza accumulata.

Le cinque linee strategiche di #Varese2050: creare una “Fabbrica del Sapere e del Saper Fare”, porre i cluster industriali al centro delle politiche di sviluppo locale, dar vita ad un ecosistema dell’innovazione, fare dei settori logistica e trasporti driver strategici di competitività, trasformare il Varesotto in una wellness destination

Come fare leva sui primi per compensare i secondi e riposizionare il territorio sui binari competitivi di una crescita economica e sociale nei prossimi anni? Secondo il Presidente Grassi “la nuova identità di Varese deve essere basata su pochi ma precisi pilastri. Elementi che la rendano riconoscibile nel Paese e nel mondo per i suoi cluster industriali, le sue startup e la sua capacità di innovazione, la sua logistica, il suo sport e il suo turismo”. È sulla base di questa convinzione, emersa con forza anche dalle analisi di Strategique, che Confindustria Varese ha costruito le cinque macro-linee su cui intervenire attraverso il Piano Strategico #Varese2050. “Un piano – precisa il Presidente Grassi – che non si limita a tracciare scenari di lungo periodo, ma che già contiene azioni di dettaglio, indicatori per il monitoraggio degli obiettivi. Pronto, dunque, per essere portato subito ad esecuzione”. Soprattutto, un piano che Confindustria Varese non ha costruito da sola: “Abbiamo ascoltato tutti i nostri stakeholder del territorio”, spiega Grassi. “Amministratori pubblici, Università, sindacati, imprenditori, funzionari della stessa associazione imprenditoriale, giornalisti, sistema finanziario. Soprattutto abbiamo ascoltato i giovani. Sono stati più di 100 i partecipanti coinvolti in quest’ampia opera di ascolto allargata attraverso workshop e interviste. La sfida ora è realizzare il progetto tutti insieme”. Obiettivo: “Dotare Varese di una strategia di riposizionamento capace di rimettere a sistema e valorizzare le forze del territorio e ritrovare lo slancio in quel fermento imprenditoriale che ha fatto le fortune delle nostre comunità”. Da qui le cinque linee di intervento che Confindustria Varese indica nel Piano Strategico per risalire la china della competitività.

Le cinque linee strategiche di #Varese2050

STRATEGIA #1: costruire una “Fabbrica del Sapere e del Saper Fare” che sia una cabina di regia di competenze e servizi per talenti, giovani, startup, imprese e cluster. Un acceleratore di imprenditorialità da cui ripartire.
“L’area dove realizzarla – spiega il Presidente Grassi – è già stata individuata e da poco è diventata di proprietà di Confindustria Varese. Si trova a Castellanza, in una ex area industriale contigua alla LIUC – Università Cattaneo. Si chiamerà Mill – Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics. E ospiterà spazi di creazione e incubazione di startup, nuove strutture per corsi Its, nuovi servizi per le imprese e la nuova sede di Confindustria Varese”.

STRATEGIA #2: mettere i cluster industriali al centro delle strategie di sviluppo del territorio, rinforzando le specializzazioni esistenti, costruendo sulle specializzazioni emergenti e promuovendo la contaminazione tra settori.
“Per Varese – precisa Grassi – questo significa puntare sulla sua massima specializzazione industriale: il cluster aerospaziale. Ma siamo e dobbiamo rimanere un tessuto produttivo multisettoriale. Una buona politica di sviluppo locale deve rinforzare anche le altre specializzazioni industriali radicate sul territorio: meccanica, tessile, occhialeria, plastica, chimica, farmaceutica. E far leva sulle nuove specializzazioni emergenti: tecnologie informatiche e logistica”.

STRATEGIA #3: costruire l’ecosistema dell’innovazione, favorire la creazione di startup attorno alle specializzazioni del territorio, promuovendo una diffusa cultura della brevettazione e attraendo investitori e capitali a supporto.
“Sono ancora troppo poche – denuncia il Presidente di Confindustria Varese – le startup innovative in rapporto alle imprese esistenti ed al numero di addetti del territorio. È fragile anche l’ecosistema dell’innovazione in termini di disponibilità di strutture, servizi, operatori dedicati e risorse. Ci mancano gli strumenti per supportare e trattenere idee di business e talenti”. 

STRATEGIA #4: fare di logistica e trasporti (e con essi Malpensa) i driver strategici per la competitività del territorio e l’accessibilità allo stesso, lo sviluppo degli scambi commerciali e il rilancio dell’economia.
Per Grassi “è cruciale lavorare alla creazione di un cluster della logistica con un’azione corale di istituzioni e parti sociali. Tutti insieme. Come abbiamo fatto nei mesi scorsi in occasione del Master Plan 2035 di Malpensa. E, più in generale sul fronte infrastrutture, occorre lavorare per rendere più accessibile e attrattivo il territorio”.

STRATEGIA #5: diventare una “wellness destination”, valorizzando l’eccellenza dello sport, le risorse naturali e la qualità della vita del territorio.
“Dobbiamo rendere visibile all’esterno il nostro rebranding. Anche in questo caso – è il pensiero di Grassi – attori economici, sociali e istituzioni devono lavorare insieme in maniera coordinata. Valorizzando quanto sin qui già fatto e sforzandosi di integrarlo. Penso a quanto avviato in questi anni dalla Camera di Commercio con vari progetti, non ultimo quello della Sport Commission”.  

 

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