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Una provincia ricca, ma disomogenea nella sua capacità di generare benessere. Densa di filiere produttive. Poco brevettatrice. Polarizzata e schiacciata, a Nord, dalla Svizzera e, a Sud, da Milano. Infrastrutturata, ma bloccata dall’intensità di traffico lungo alcune arterie. Soprattutto, un’area che deve risalire la classifica nazionale del fermento imprenditoriale. Questa la fotografia del sistema economico e sociale del Varesotto che emerge dall’analisi svolta dal Think Tank Strategique nella redazione del Piano Strategico #Varese2050 lanciato da Confindustria Varese

Prima buona regola per qualsiasi Piano Strategico è capire da dove si parte. Bisogna imparare a tracciare la rotta guardandosi dentro, guardandosi indietro e guardandosi attorno. Ossia conoscersi, avere memoria di se stessi e confrontarsi. Ed è sostanzialmente quello che ha fatto la Think Tank Strategique, legata alla scuola di Michael E. Porter dell’Harvard Business School, nel costruire lo studio di posizionamento di Varese che sta alla base del Piano Strategico #Varese2050 commissionato da Confindustria Varese a favore del territorio. Ed è proprio in questo essere a favore del territorio che si presenta un’analisi di competitività larga, che prende in considerazione lo sviluppo in tutte le sue componenti ed asset strategici locali. A partire dalla tradizione manifatturiera, ma non solo. Si guarda al territorio come un sistema complesso che prevede più specializzazioni, anche naturali, sportive e si misurano le performance globali. 

I dati restituiscono l’immagine di una provincia: ricca, ma disomogenea nella sua capacità di generare benessere. Densa di filiere produttive, alcune delle quali arrivate ad un elevato livello di maturità. Poco innovatrice, almeno rispetto al suo effettivo potenziale. Polarizzata e schiacciata da due diverse identità: quella dell’area metropolitana milanese, da una parte, e quella del confine con il Canton Ticino, dall’altra. Infrastrutturata, ma bloccata dall’intensità di traffico lungo alcune arterie che la rendono difficilmente percorribile e, di fatto, ne isolano lo sviluppo. L’indicatore del fermento imprenditoriale fa da perno a questa lettura. Si tratta di un indicatore che viene utilizzato per misurare il dinamismo dell’ecosistema imprenditoriale della provincia di Varese. L’indice viene elaborato ed aggiornato ogni anno ed è diffuso per il tramite del progetto Italia Compete. Esso si basa su più di 25 indicatori organizzati in 5 dimensioni: sviluppo delle competenze, innovazione, tessuto industriale, performance imprenditoriali e sviluppo finanziario. “Il risultato delle analisi offre il ranking delle 50 province d’Italia più ‘in fermento’. Quelle province, cioè, che più di altre sono state in grado, nei tre anni precedenti, di supportare la nascita di startup innovative, incoraggiare l’imprenditorialità ed accrescere la valorizzazione e l’attrazione di talenti, risorse e capitali attraverso efficaci scelte, politiche e strategie di investimento”.

Italiacompete.com riguardo all’indice del fermento imprenditoriale: “Nel 2022 Varese ha perso quattro posizioni rispetto all’anno precedente scendendo in 48a posizione tra Pavia e Piacenza e rischiando quindi di uscire dalla top 50 italiana nella prossima edizione”

L’analisi svolta secondo questi parametri mostra un dato preoccupante relativo alla dinamica di sviluppo della provincia all’ombra delle Prealpi. L’allarme era già stato lanciato nell’Assemblea Generale dello scorso anno quando Confindustria Varese aveva presentato un proprio studio che rilevava il fenomeno di lento scivolamento del territorio e la differenza tra la sensazione di ricchezza percepita e il rallentamento reale vissuto. Il confronto fatto da Strategique con le altre provincie italiane conferma quella sensazione e mette in luce la perdita competitiva in termini di dinamismo imprenditoriale ed innovativo. Le performance dimostrate nella classifica generale dell’Indice ne sono una conferma in entrambe le edizioni passate. “Nel 2022 – si legge su Italiacompete.com – Varese ha perso quattro posizioni rispetto all’anno precedente scendendo in 48a posizione tra Pavia e Piacenza e rischiando quindi di uscire dalla top 50 italiana nella prossima edizione. Complice, nonostante il buon posizionamento in classifica del tessuto di specializzazioni industriali, un rallentamento generale in tutte le dimensioni analizzate, ma soprattutto una significativa perdita di posizioni in quelle legate alle competenze (-2), all’innovazione (-5) e soprattutto allo sviluppo finanziario (-11)”. 

Un’analisi che impensierisce e potenzialmente spiazza perché sposta il focus dei benchmark con i quali siamo abituati a confrontarci quando ragioniamo del solo manifatturiero. L’indice ci mette a confronto con tessuti economici con mix diversi da noi, che, però, si muovono in maniera simile. Andando a fondo nel misurare, in particolare, le performance imprenditoriali vengono analizzati nel dettaglio la creazione di posti di lavoro, l’aumento dei ricavi da parte delle imprese ed il miglioramento delle performance nel commercio con l’estero. Negli ultimi tre anni, guardando ai risultati rispetto alle altre città italiane, si assiste ad un recupero di posizioni della nostra provincia (+14), ma in misura non ancora sufficiente da farla entrare nella prima parte della classifica e restando nel 2022 ancora 61a. Varese, poi, dimostra una difficoltà a mantenere un passo di crescita abbastanza sostenuto al confronto con le altre province della Lombardia. Anche se negli ultimi anni la provincia ha guadagnato posizioni in termini di produttività e di valore delle retribuzioni non è, però, riuscita a correre abbastanza in termini di creazione di nuove imprese nei diversi settori, nuovi posti di lavoro e valore aggiunto complessivo.

Anche se negli ultimi anni la provincia di Varese ha guadagnato posizioni in termini di produttività e di valore delle retribuzioni non è, però, riuscita a correre abbastanza in termini di creazione di nuove imprese nei diversi settori, nuovi posti di lavoro e valore aggiunto complessivo

Nell’arco dello scorso triennio, poi, il territorio ha dimostrato sofferenza nell’ottenere un miglioramento nella partecipazione al mercato del lavoro. Come migliorare? Cosa si può fare per dare un boost alla crescita coinvolgendo i giovani e valorizzando chi ha un’esperienza da condividere? Come riattivare il fermento imprenditoriale?  Cruciale per migliorare il nostro posizionamento è attivare un canale di scambio di conoscenze tra mondo scientifico ed imprese, potenziando la capacità innovativa. Da lì si iniettano stimoli nel sistema. Colpisce il dato rilevato da Strategique sul posizionamento in termini di brevetti, trade marker e design: 83a. Un dato che non è così basso se si guarda al solo indicatore dei brevetti (39a), ma che, in qualsiasi caso, dà la misura del potenziale miglioramento che abbiamo non tanto nella capacità di innovare, quanto, sicuramente, nella tutela della nostra innovazione. Da questa constatazione prendono corpo le proposte delle linee strategiche individuate nel Piano per creare una “Fabbrica del Sapere e del Saper fare” e promuovere un ecosistema innovativo (Mill – Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics) nel territorio. Così come cruciale sarà la capacità di rafforzare e far dialogare diversi cluster di specializzazione presenti in provincia. Una ricchezza, quella della densità di specializzazioni imprenditoriali, che caratterizza il nostro posizionamento, ma che va coltivata se non si vogliono perdere posizioni come è successo in termini di addetti nell’ultimo decennio. Un recupero quindi è possibile, ma va guidato e facilitato lavorando anche su due altre dimensioni: quella della logistica-trasporti che diventa uno dei driver strategici per la competitività del territorio e l’accessibilità dello stesso, lo sviluppo degli scambi commerciali ed il rilancio dell’economia. A cui si aggiunge quella della valorizzazione dell’eccellenza nello sport, le risorse naturali e la qualità della vita nel territorio per arrivare ad essere quella wellness destination capace di attirare persone e risorse in cui tutti noi vorremmo vivere il nostro futuro. Anche questo è posizionamento... della miglior qualità.  

 

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