Varese-a-misura-di-smart-working

Il sindaco Davide Galimberti: “Le piattaforme di videoconferenza aprono nuove prospettive di residenzialità in un territorio gradevole come il nostro, con servizi educativi e sociali mediamente superiori alle metropoli. Le nuove formule del lavoro sono per noi un’opportunità”

Anche il sindaco ha una vita privata, i figli studenti bloccati dalle misure anti-pandemia, l’ansia per la famiglia, le preoccupazioni per il futuro: “Quando uscivo di casa la mattina per andare in Comune durante il lockdown – confessa Davide Galimberti – i miei figli mi dicevano che ero l’unico papà costretto ad uscire. Rispondevo che non ero l’unico, che lo facevano i medici, gli infermieri, i netturbini, i poliziotti e tanti altri. La vita della città deve essere garantita. E oggi spiego loro che siamo proiettati sulle cose da fare in autunno per il lavoro, la scuola, i trasporti pubblici, la sicurezza e il tempo libero dei nostri concittadini”. Quarantaquattro anni, sposato, padre di Stefano e Matteo, Davide Galimberti è dal 2016 il primo inquilino di Palazzo Estense. Si è diplomato al Liceo Classico Cairoli (dove ha conosciuto la moglie Pamela), ha conseguito la laurea in legge e il dottorato di ricerca con tesi sulla responsabilità  delle pubbliche amministrazioni. È avvocato amministrativista e docente universitario di giustizia amministrativa. Prima che venga l’autunno, c’è però da passare questa strana estate con guanti e mascherina, sperando che i contagi cessino e che si possa tornare alla (quasi) normalità. Come sarà convivere col virus? Che cosa cambierà nella vita di tutti i giorni a Varese? Molti i progetti in cantiere. I centri estivi per bambini dai 3 ai 5 anni sono ripartiti il 15 giugno alla Don Milani e alla Don Papetti di S. Fermo. Scuole, giardini, parchi e musei ospiteranno eventi ludico-creativi per ragazzi dai 6 ai 17 anni. Gradualmente riaperti Villa Mirabello, Castello di Masnago, Museo Castiglioni, le corse della funicolare per il Sacro Monte il sabato e la domenica e interscambio con gli autobus urbani. Senza contare il Campus Diffuso a Biumo, la sistemazione del Vellone in piazzale Kennedy, il bando per l’ex caserma Garibaldi. “Varese – spiega il sindaco – è tra le province meno coinvolte dall’epidemia. Vedo una città che ha voglia di tornare alla vita di prima, sia pure con regole nuove. E vedo opportunità che questa situazione paradossalmente crea, nuove formule di lavoro e di vantaggio economico e sociale per Varese”.

In che senso? Prendiamo lo smart working e il pendolarismo. Lavorare da casa è uno dei grandi cambiamenti provocati dall’emergenza sanitaria. Conosco bene il problema, sono stato pendolare per 15 anni in uno studio legale a Milano, tutti i giorni prendevo il treno Varese-Milano alle 6:46 e ritornavo con quello delle 20:20. Oggi le piattaforme di videoconferenza aprono nuove prospettive di residenzialità in un territorio gradevole come Varese, con servizi educativi e sociali mediamente superiori alle metropoli. Abbiamo presentato di recente uno studio al Presidente Mattarella.

Che cosa dice questo studio? Suggerisce che le persone potrebbero trasferirsi a risiedere a Varese pur lavorando a Milano. Abbiamo la fibra, abbiamo cablato tutta la città. Se non c’è la necessità di uno spostamento quotidiano le aziende pubbliche e private possono investire in questo nuovo modello. Varese si candida ad ospitare chi non ha bisogno della costante presenza fisica sul posto di lavoro. Qui ci sono la bellezza dell’ambiente e la qualità dell’aria non solo per trascorrervi le vacanze, lo dicono i dati di Legambiente: abbiamo ridotto l’inquinamento, offriamo lago e montagna, cultura e sport. Il mio invito esplicito è di venire ad abitare a Varese. Siamo vicini all’aeroporto di Malpensa e alla Svizzera, a Lugano e a Como. 

Lavorando da casa?  È un’innovazione pazzesca. Può giovare sia al pubblico impiego e che alle aziende private.

Qual è il problema principale che vi attende in autunno? Sicuramente la scuola. Preoccupano le misure di protezione, il numero di bambini in rapporto con gli insegnanti, il personale, il distanziamento. È fondamentale che arrivino presto le linee-guida da Roma: noi stiamo pensando a scaglionare gli orari d’inizio delle lezioni. Pensiamo ad ingressi frazionati tra le 8:00 e le 9:00 anziché tutti alle 8:00. Ma vanno armonizzati i tempi della città. I genitori che portano i bimbi a scuola devono poter usufruire di analoghi orari nei luoghi di lavoro. Si annuncia un cambio epocale. E si porrà il problema del trasporto pubblico, ora ridotto nel numero di persone.    

Con le nuove povertà teme ci sia alle porte un periodo turbolento per la pubblica sicurezza?  Per l’immigrazione no, nel periodo pre-Covid la situazione era sotto controllo. Se dovessero crescere le povertà alcuni fenomeni potrebbero intensificarsi, penso alla microcriminalità e al crimine organizzato con infiltrazioni negli esercizi che passano di mano.    

La pasticceria Zamberletti che chiude è il segno di un futuro con meno contatti. Lei ha minacciato di intervenire se la movida non si darà una regolata...  Se ci sarà da intervenire, bisognerà farlo. Di sicuro il distanziamento sociale cambierà le abitudini, penso allo sport, alla cultura, alla socialità. Ci si dovrà abituare. Per dare un segno di ritorno alla normalità stiamo organizzando la stagione estiva nell’osservanza dei limiti di legge. Dai primi di luglio a metà settembre avremo 70 eventi di cinema e concerti ai Giardini Estensi. 

Una volta il problema era lo spopolarsi delle valli, ora la pandemia colpisce le città. Vi aspettate la riscoperta di parchi e giardini?  Varese è in controtendenza. Se prima perdeva abitanti, già nel 2019 la popolazione è cresciuta, cosa che non accadeva da 30 anni. Varese e Busto Arsizio hanno la fibra attiva, un’innovazione fondamentale per la vita ordinaria e per le aziende. Siamo una città verde e con il lavoro da casa, come dicevo, possiamo diventare  ancora più attrattivi.    



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