Saronno-riparte-dalle-aree-dismesse

Il sindaco Alessandro Fagioli: “Abbiamo liberato risorse private sul recupero di zone che diverranno patrimonio cittadino e consentiranno uno sviluppo per i prossimi 20 anni”

Si ipotizza che le nostre vite cambieranno, soprattutto muteranno le nostre abitudini in conseguenza di questo lungo periodo di pandemia e isolamento. La nostra vita, fatta di abitudini, di lavoro fuori e dentro casa e di tempo libero dovrà, comunque, essere garantita sia dal punto di vista sociale sia da quello vitale. E chi meglio degli amministratori locali può ipotizzare un quadro futuro sulla città o sul posto in cui vivia- mo? Alessandro Fagioli è sindaco di Saronno dal maggio 2015 e proprio nel mese di maggio ci sarebbero dovute essere le nuo- ve elezioni, dove lui si era ricandidato. Il Coronavirus è riuscito, in tutto il mondo, a trasformare i centri urbani in città fantasma ma, negli uffici del palazzo comunale, l’attività è proseguita quo- tidianamente sia per le necessità contingenti, sia per lavorare su progetti già iniziati.

Saronno da quale punto parte per “ricostruire” il futuro del dopo Covid-19? Premetto che sono m lte le aspettati- ve per il futuro. Voglio essere positivo ma se il contagio dovesse ripartire, saranno problemi. Anche il dibattito continuo contro le Regioni non è que- stione da sottovalutare: il nostro terri- torio è densamente abitato mentre in altre Regioni le condizioni sono dif- ferenti. Durante questo mio mandato, che scadrà con le prossime elezioni in autunno, abbiamo liberato risorse private sulle aree dismesse, che diver- ranno patrimonio cittadino e consen- tiranno uno sviluppo per i prossimi 20 anni. Abbiamo dato la possibilità a bar e ristoranti, di allargare lo spazio esterno dove ci sono le condizioni per farlo, per venire incontro alle nuove esigenze di distanza tra i tavoli. Non possiamo rinunciare in toto alla tassa TOSAP però diamo loro la possibilità di allargarsi, senza pagare un’aggiunta.

Da marzo i cittadini hanno visto, forse per la prima volta nella loro vita, le strade e le aree pubbliche sotto una nuova luce. Questo cambiamento, così sembra dai dati, ha già in- fluito in maniera più diffusa, sull’uso di mezzi di trasporto sostenibili, quali biciclette e monopattini. Saronno ha pre- visto un cambiamento in città sotto questo aspetto? Sono alcuni anni che stiamo lavorando sul progetto della Ci- clopedonale saronnese. Ci sarà la possibilità di collegare l’asse Est/Ovest ed Est/Sud, consentendo una mobilità leggera per raggiungere in entrambi i sensi i comuni limitrofi in massima sicurezza. È un progetto ambizioso che attraverserà la città, ma non è tutto. Questo progetto permetterà di valorizzare il percor- so e la mobilità cittadina recuperando un’area privata adiacente al torrente Lura, così da garantire una miglior mobilità ciclope- donale. Saronno cambierà volto e stiamo predisponendo, per ora limitatamente, la rete per la ricarica delle auto elettriche me- diante colonnine. Siamo però consapevoli che oggi non esiste uno standard tra le case automobilistiche e quindi procediamo con cautela installandole per ora, solo in alcune zone. Inoltre, riqualificheremo degli orti urbani collocati nei pressi e ci sarà anche un parcheggio pubblico.  

C’era in progetto una pista ciclabile da realizzarsi sul per- corso dismesso dalle Ferrovie Nord, da modificare a raso. Tutto rimandato? Quell’area è di proprietà delle Ferrovie Nord e, ad oggi, è da considerare come area dismessa. C’è stato un ricorso e la So- vrintendenza delle Belle Arti ha posto un vincolo, sostenendo che così com’era, quindi non a raso, rappresentava ‘la memoria storica delle linee ferroviarie’. Il progetto, per conto mio, resta sempre valido ed è stata un’occasione mancata perché avrebbe valorizzato l’intero quartiere e avrebbe unito diverse aree pub- bliche, diventando una piacevole passeggiata.  

C’è preoccupazione per le ripercussioni economiche, che colpiranno duramente l’Italia e tutti i Paesi coinvolti dalla pandemia, ma ci sono anche preoccupazioni reali che ri- guardano il modo in cui vivremo gli spazi pubblici, dove gli adulti ma, soprattutto i bambini, hanno un’esigenza prima- ria, dopo aver sperimentato la paura del contagio e il senso di solitudine. Saronno come si organizzerà? Il Coronavirus è arrivato solo qualche mese fa ma noi stavamo già progettando, da tempo, di ampliare le superfici verdi della città, per dedicarle allo sport e al tempo libero. A Saronno c’era- no molte piccole superfici comunali sparse per la città, che non sarebbero potute servire a nulla anche se rimesse a posto. L’idea di scambiarle con altri spazi privati ben più interessanti dal no- stro punto di vista, ci ha consentito di accorpare queste aree e ottenere così delle superfici ampie per realizzare dei veri nuovi parchi, dando anche opportunità di lavoro alle persone. Queste opere sono già ben definite e saranno fruibili appena possibile. Il progetto dell’area Isotta Fraschini è in fase di partenza e lì ci sarà un grande parco per tutti.  

Saronno è terra storica di grandi aziende. C’è qualche pro- getto anche per il rilancio dell’economia? Nell’ambito della riqualificazione del retro-stazione dove sono già iniziati i lavori, ci sono progetti legati all’economia che hanno sanato situazioni sociali pregresse. Ci sarà l’opportunità di ricavare nuove aree dedicate all’insediamento di attività produttive artigia- nali. Un’ultima cosa vorrei aggiungere: abbiamo gettato le basi per il futuro e se le prossime amministrazioni continueranno a ragionare in quest’ottica, sarà un futuro migliore per la città.

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