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Riportare l’industria e la competitività delle imprese al centro delle politiche europee, attraverso un’azione trasparente che miri a rappresentare e difendere gli interessi della manifattura a livello continentale. Questa la missione della Delegazione di Confindustria presso l’Ue. Intervista al varesino Matteo Borsani, Direttore Affari Europei di Confindustria, alla vigilia di una nuova legislatura 

‘‘La nostra ragion d’essere è la lobby. Rappresentiamo e difendiamo gli interessi delle imprese italiane in Europa. Il nostro compito è quello di influenzare tutti i processi che portano alla definizione delle leggi, delle direttive e dei regolamenti”. Il varesino Matteo Borsani, Direttore della Delegazione di Confindustria presso l’Unione europea, racconta quale ruolo svolge la sede di Bruxelles del Sistema degli industriali: “Ci interfacciamo con tutti e 3 gli organi che hanno potere decisionale: Commissione, Consiglio Ue e Parlamento. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare le Istituzioni europee ai problemi, alle necessità o alle opportunità che le aziende manifatturiere manifestano”. Oltre all’attività di lobby, sono diversi i servizi messi a disposizione delle aziende: supporto nell’interpretazione dei bandi europei, organizzazione di webinar per spiegare la legislazione europea e informazioni sull’accesso ai finanziamenti sono solo alcuni esempi.

Direttore Borsani, ci spiega qual è il ruolo della Delegazione di Confindustria a Bruxelles?
Confindustria è stata la prima associazione industriale europea ad aver aperto una sede a Bruxelles, nel 1958. Oggi siamo un gruppo composto da 16 funzionari e la nostra ragion d’essere è la lobby, una professione, qui in Belgio, regolamentata e che si svolge in tutta trasparenza. L’obiettivo della nostra attività è quello di rappresentare e difendere gli interessi delle imprese italiane in Europa nel momento in cui vengono concepite e approvate le direttive e i regolamenti. Il lavoro del lobbista è un lavoro principalmente di mediazione. Per questa ragione, dobbiamo avere chiare quali sono le nostre priorità e i nostri interessi e su quali punti si può negoziare. Noi operiamo anche all’interno di BusinessEurope, la confederazione delle Confindustrie europee che riunisce 42 associazioni nazionali di rappresentanza delle imprese, provenienti da 36 Paesi (i 27 Paesi membri dell’Ue e gli 8 Paesi candidati all’adesione) e rappresenta oltre 20 milioni di aziende. All’interno di questa Istituzione, collaboriamo e partecipiamo a gruppi di lavoro e comitati per trovare soluzioni comuni. Più il problema è condiviso, maggiore è la possibilità di trovare un compromesso. Per raggiungere un risultato ottimale è fondamentale avere delle alleanze. Negli anni abbiamo stretto forti legami con i Paesi europei più vicini a noi, non solo per una struttura economica simile, ma anche per l’incidenza in termini di rappresentanza che alcune Nazioni hanno in Parlamento. Francia e Germania, rappresentate rispettivamente da Medef e BDI, sono i nostri maggiori alleati. Insieme abbiamo maggiori possibilità di incidere sul processo decisionale. 

Con quali Istituzioni vi interfacciate? In che modo la presenza di Confindustria incide sui processi che portano alla definizione delle leggi europee?
Ci interfacciamo con tutti e 3 gli organi che hanno potere decisionale: Commissione, Consiglio Ue e Parlamento. Il nostro compito è quello di sensibilizzare le Istituzioni europee ai problemi, alle necessità o alle opportunità che le imprese italiane manifestano. Lavoriamo per costruire tutti i presupposti affinché le leggi, le direttive e i regolamenti, vengano approvati tenendo in considerazione le esigenze delle aziende. Soprattutto nella prima fase, quella in cui la Commissione lavora sulla proposta di nuove norme, il nostro ruolo è quello di portare a conoscenza del legislatore gli elementi utili affinché si vada verso una direzione che rispecchi le necessità delle realtà manifatturiere. Nella seconda fase, ci interfacciamo con il Consiglio Ue e con il Parlamento per segnalare come si potrebbero correggere e migliorare i testi di legge secondo il nostro punto di vista. 

“Il nostro compito è quello di sensibilizzare le Istituzioni europee a problemi, necessità o opportunità che le imprese italiane manifestano”

La lobby è la vostra ragion d’essere. Ma quali sono gli altri servizi che offrite? Perché un’azienda può contattarvi?
Per prima cosa è bene specificare che, quando un’impresa ci contatta, noi facciamo in modo di interloquire sempre anche con l’Associazione di riferimento. In questo modo, l’azienda può avere il nostro aiuto, ma anche un supporto diretto e più vicino da parte della territoriale. Organizziamo diversi webinar per spiegare la legislazione europea una volta approvata. Aiutiamo le imprese nell’interpretazione dei bandi europei, ci adoperiamo per fare un’azione di pre-screening sulle idee di progetto o per aiutare le aziende nella ricerca dei partner negli altri Paesi europei. Inoltre, pubblichiamo periodicamente delle schede tecniche per rendere più fruibili le specifiche dei bandi. Infine, ci occupiamo di dare risposte precise e puntuali a varie domande sulle legislazioni settoriali europee.

Ci può fare un esempio? 
Un’impresa ci ha contattato perché ha avuto alcune difficoltà a far esportare un prodotto in uno Stato membro per un presunto problema tecnico legato alla sicurezza. Dal punto di vista dell’azienda, si trattava di una questione di interessi interni più che di un ostacolo burocratico. Come Delegazione di Confindustria, per il tramite della Commissione europea, abbiamo fatto delle verifiche. Successivamente, abbiamo suggerito alla Commissione di intervenire. In che modo? Mandando una lettera al governo dello Stato membro per porre alla sua attenzione l’importanza del rispetto del principio della libera concorrenza nel mercato interno europeo. 

Il 70% delle normative che impattano sulle imprese ormai proviene dalle istituzioni europee. In che modo aiutate le aziende a rimanere aggiornate sulle novità?  
Oltre alla lobby e ad offrire servizi alle imprese, facciamo informazione. È un’attività fondamentale per alleggerire la distanza fisica e anche di mentalità con il Sistema associativo: è bene sapere sempre cosa succede a Bruxelles. Innanzitutto, c’è grande cooperazione e dialogo con la casa madre a Roma. Le politiche di lobby da seguire o i bisogni degli associati arrivano direttamente dalla Presidenza. È nel nostro ruolo, quindi, rappresentare la visione di Confindustria in Europa. Nel corso degli anni ci siamo organizzati per mettere a disposizione diversi strumenti di comunicazione. Alcuni esempi sono la rassegna stampa quotidiana, la newsletter, i profili social di X (Twitter) e LinkedIn che danno la possibilità, prima ai colleghi delle Confindustrie territoriali, e di riflesso agli associati, di conoscere le attività e le azioni che portiamo avanti. La nostra delegazione vuole essere un anello della catena del Sistema di Confindustria. Lavoriamo con questa mentalità. Oltre a questo, organizziamo visite guidate e ospitiamo con cadenza mensile Gruppi per fare formazione. 

“Aiutiamo le imprese nell’interpretazione dei bandi europei, ci adoperiamo per fare un’azione di pre-screening sulle idee di progetto o per aiutare le aziende nella ricerca dei partner negli altri Paesi europei”

Su quali progettualità e tematiche state lavorando in questo momento?
Ci stiamo concentrando sulla preparazione della prossima legislatura europea. Con la tornata delle elezioni di giugno, ci sarà il nuovo Parlamento europeo. Organizzeremo il prossimo autunno degli incontri conoscitivi con i nuovi parlamentari che saranno eletti. Nel frattempo, continuiamo nel lavoro di realizzazione dei position paper da presentare alla Commissione Europea. Abbiamo interloquito con Mario Draghi ed Enrico Letta e i loro staff per contribuire alla stesura di due Rapporti, uno sulla competitività e uno sul mercato interno. Due tematiche fondamentali per raggiungere la prima priorità strategia del mandato: riportare l’industria e la competitività delle imprese italiane al centro di tutte le politiche europee. Lavoriamo, quotidianamente, allo studio approfondito di circa 40 dossier tecnici. Il nostro è un lavoro molto settoriale. Lo scenario globale è la risultanza di una serie di piccoli elementi che si raccolgono tutti i giorni con singoli contatti e analizzando i dossier in maniera approfondita. Lavoriamo per modificare gli articoli delle leggi. Qualità dell’aria, acque reflue urbane, packaging, patto di stabilità: questi sono solo alcuni dei dossier più rilevanti ai quali abbiamo lavorato quotidianamente negli ultimi mesi.  

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