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Neo-madri in crisi per il rientro al lavoro dopo un periodo di congedo, genitori in rotta per la gestione dei figli, caregiver afflitti dai sensi di colpa per un impiego che li porta lontano dai parenti anziani bisognosi di cure. Le problematiche della conciliazione lavoro-famiglia sono anche psicologiche. Ad aiutare ad affrontarle sono i Programmi di Assistenza ai Dipendenti offerti da realtà come Eapitalia, con servizi di Helpline, attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno

Neomamme che tornano al lavoro, non senza preoccupazioni o apprensioni, dopo un lungo periodo di congedo. Padri che condividono la gestione dei piccoli di casa con compagne sempre più apprensive, soprattutto dopo lunghi periodi di lockdown dovuti al Covid. Figli e figlie ormai adulti che, non senza qualche rimorso, scelgono carriere lavorative che li portano lontani dai genitori anziani, assistiti fin a quel momento e ancora bisognosi di cure. Queste sono solamente alcune delle esperienze raccolte dal servizio di Helpline di Eapitalia World. Ma facciamo un passo indietro. Eap è un acronimo che sta per Employee Assistance Programmes, ovvero Programmi di Assistenza ai Dipendenti. Eapitalia, come recita il nome stesso, è, dunque, una realtà che fornisce servizi di welfare alle aziende. Attraverso un team di esperti, tra cui consulenti, avvocati, psicologi, terapeuti, coach e formatori, Eapitalia supporta i dipendenti delle imprese, che attivano un servizio di sostegno, in svariati ambiti, con modalità differenti, tra cui una Helpline. Una linea telefonica attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno, che la stessa Unione degli Industriali della Provincia di Varese intende inserire in un programma pilota messo a disposizione dei dipendenti delle proprie aziende associate che aderiranno al ProgettoPEOPLE, l’impresa di crescere insieme.

Con focus specifico sulle tematiche di conciliazione vita privata e lavoro che, come spiega la cofondatrice e Amministratore Delegato di Eapitalia, Laura Sinatra, rappresentano una grande fetta delle richieste che “riceviamo quotidianamente. Tra il 2020 e il 2021 abbiamo attivato 8.000 sessioni di supporto psicologico, di queste il 34% riguardavano l’ambito della famiglia e il 32% quello del lavoro. In altre parole, abbiamo registrato un forte desiderio, da parte delle persone che si sono rivolte a noi, di migliorare le proprie condizioni nella relazione famiglia-lavoro. Un dato molto significativo, anche a fronte di un periodo, quello post pandemico, in cui i livelli di stress sono cresciuti, aggravandosi poi sensibilmente”.

All’altro capo della cornetta, a rispondere alle richieste di aiuto di madri, padri e caregiver, è la figura dell’intaker, ovvero un professionista che dopo aver preso in carico una necessità, affrontando l’eventuale emergenza in corso, aiuta la persona che si è rivolta all’Helpline con consigli ed azioni concrete. Il passo successivo è un nuovo contatto, a 1-2 settimane dalla prima chiamata, per valutare l’impatto dei suggerimenti forniti e un possibile percorso da portare avanti. “L’idea – precisa Sharmine Carluccio, cofondatrice e General Manager di Eapitalia – è di agire il più velocemente possibile sulle situazioni che agitano una persona e la distraggono da quelli che sono i suoi compiti in ambito lavorativo ed i suoi obiettivi personali”. 

Ma chi è l’utente medio di questo servizio di aiuto telefonico? La maggioranza delle richieste arriva dal mondo femminile, soprattutto da madri in difficoltà nella gestione dei figli. Eppure, gli ultimi anni, tra isolamenti forzati e maggior senso di collaborazione, sembrano aver ridotto di molto la forbice tra il numero delle richieste provenienti dai due universi genitoriali: quello delle madri, da una parte e quello dei padri dall’altra. Si sta, dunque, assottigliando il divario prima molto più accentuato. Il che ha spinto non solo donne, ma anche diversi uomini in difficoltà, a rivolgersi a Eapitalia. “La necessità di integrare lavoro e vita privata, migliorare le relazioni familiari e lavorative, supportare la genitorialità e sostenere i caregiver: queste le principali tematiche emerse dai colloqui telefonici con cui ci siamo confrontati in questo periodo”, racconta ancora Sinatra. Nel concreto si parla, ed esempio, di giovani madri in lotta con se stesse, che non riescono a ritrovarsi nella nuova dimensione di genitore-lavoratore e pensano, seriamente, a lasciare l’impiego, perché attanagliate dai sensi di colpa nei confronti dei figli neonati lasciati a casa. “Ne raccogliamo molte di testimonianze simili: le mamme, specialmente quelle che lo diventano per la prima volta, faticano a rimettere nella giusta prospettiva le proprie progettualità. Si sentono sopraffatte dal senso di inadeguatezza per aver ‘abbandonato’ un figlio appena nato per tornare al lavoro. Noi le aiutiamo a guardare oltre il momento di difficoltà che stanno attraversando, proiettandole verso il futuro”, racconta ancora l’Ad di Eapitalia. 

Sono molte le coppie di genitori in crisi che faticano a ritrovare un equilibrio con i propri figli, per la maggior parte adolescenti, dopo i difficili periodi di reclusione dovuti alla pandemia da Covid-19

Altro esempio, questa volta specifico, di madre divisa tra lavoro e prole è quello di una professionista cinquantenne, con grandi responsabilità in azienda e due bambini sotto i 10 anni da gestire a casa. Abituata ad un eccessivo rigore ed iper-controllo dietro la scrivania, la donna portava questa metodologia relazionale anche nella sfera privata, con conseguenti fratture sia con il compagno sia con i figli stessi. Il lavoro di supporto svolto è servito a fornirle degli strumenti per ritrovarsi anche in un’atmosfera affettiva meno rigida. Il che ha portato, come conseguenza, ad un controllo sempre meno pressante anche sul luogo di lavoro, grazie ad una maggiore empatia nei confronti dei propri collaboratori: “D’altra parte – sottolinea Carluccio – non siamo fatti di compartimenti stagni. Portiamo la consapevolezza acquisita in tutti gli ambiti della nostra vita”. Un’altra significativa testimonianza è quella di un ragazzo che, dopo aver lasciato la madre anziana nella città natale ed aver cambiato più volte posto di lavoro, si trova schiacciato da un dilemma: sarà stato giusto allontanarsi da una persona amata che aveva bisogno del mio supporto, per poi non sentirmi appagato nella situazione lavorativa che ha causato questo allontanamento? Dubbio risolto grazie alla Helpline, che ha aiutato un figlio demotivato a ritrovare il giusto equilibrio.

Per quanto riguarda, invece, spiccatamente il tema della genitorialità, stando all’esperienza della Helpline di Eapitalia, sono molte le coppie di genitori in crisi che faticano a ritrovare un equilibrio con i propri figli, per la maggior parte adolescenti, dopo i difficili periodi di lockdown dovuti alla pandemia da Covid-19. Così come i casi in cui un padre, seppur abituato ad essere partecipe alla vita familiare, improvvisamente si trova a dover fronteggiare segni di insofferenza del figlio (ancora una volta nella fase adolescenziale) nei confronti del mondo scolastico e, allo stesso tempo, alla crescente ansia della moglie per questa situazione di stallo. Sempre di più welfare aziendale vuol dire per le imprese aiutare i propri dipendenti a risolvere, con servizi ad hoc, anche questi problemi di vita e di famiglia. Una questione sociale, ma anche di produttività sul lavoro.  

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