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L’ambizione di Women Empowerment LIUC Club è di promuovere, incentivare ed informare giovani donne talentuose nello sviluppo della loro carriera accademica e professionale attraverso seminari, workshop e incontri con figure professionali femminili di spicco. Intervista a Giulia Bertuola, Presidente e fondatrice di questa realtà in espansione nata all’interno dell’Università di Castellanza

Su una classifica di 144 Paesi analizzati, l’Italia appare al centodiciottesimo posto per livello di partecipazione economica femminile, collocandosi in penultima posizione per quanto riguarda l’Europa. Le stime fatte dal World Economic Forum, l’Organizzazione Internazionale per la Cooperazione Pubblico-Privato, invitano a riflettere. L’ambito lavorativo, per le donne, sembra essere un terreno spesso scivoloso sul quale camminare. Partendo da questa statistica, da altri dati e ricerche, alcune studentesse della LIUC – Università Cattaneo di Castellanza, hanno deciso di dar vita ad una vera e propria community dedicata al mondo femminile. Il suo nome è Women empowerment LIUC Club. A guidare il Gruppo è Giulia Bertuola, che insieme alla collega di studi in giurisprudenza, Paola Almici, decide di mettersi in gioco e di intraprendere questo percorso. La sua ambizione, che poi si riflette anche in quella della Community, è di promuovere, incentivare ed informare le studentesse dell’ateneo nello sviluppo della loro carriera accademica e professionale attraverso seminari, workshop ed incontri con figure femminili di spicco. Un primo passo per preparare giovani donne talentuose ad un futuro che, a tratti, secondo le ricerche del Gruppo, appare offuscato. 

 “Alla LIUC – dichiara la Presidente e fondatrice Bertuola – mancava una realtà di questo tipo. Abbiamo pensato di lanciare questa iniziativa per accrescere il senso di comunità e arricchire la nostra esperienza universitaria, anche attraverso il coinvolgimento di nomi di prestigio”. Non soltanto testimonianze di figure con carriere brillanti. “Personalità impegnate nel sostegno alle altre donne e nella diffusione di una cultura inclusiva”. L’obiettivo del Gruppo è di medio-lungo periodo: “Vogliamo diventare un punto di riferimento per la comunità studentesca ma anche sensibilizzare su temi quali la parità di genere nel contesto lavorativo, la conciliazione famiglia – lavoro, gli incentivi alla presenza femminile in alcuni settori, il gender gap”.

Per avviare l’attività operativa del Club, inizialmente si è resa necessaria una divulgazione di tipo social attraverso i canali Instragram, Facebook e Linkedin. Successivamente, è stato creato un blog online che funge da raccoglitore di contenuti. Video-interviste, testimonianze e ricerche. Analisi e statistiche. Articoli scientifici. Sono questi i materiali di cui si discute durante gli incontri del Gruppo. “Abbiamo lanciato l’idea a marzo 2021 e siamo diventati operativi a settembre – precisa Bertuola -. La prima campagna social di recruitment l’abbiamo fatta a dicembre. Ad oggi siamo in 25 studenti a far parte della Community”. È un gruppo aperto a tutti. Ne fanno parte sia donne sia uomini. “Per noi già questo è un grande traguardo. Con la pandemia e gli impegni universitari non è stato semplice avviare i lavori”. Tra le attività in programma, verranno organizzati seminari e incontri con personalità che si impegnano a sostenere la figura della donna nel mondo del lavoro e nella società. 

Il Club è stato ben accolto sia dall’Università, sia dalla comunità esterna. “Collaboriamo con LIUC Alumni, associazioni territoriali ed enti nazionali”. In Italia la LIUC è tra le poche realtà universitarie a vantare questo servizio. In provincia di Varese è l’unica. È anche per questo che il progetto è motivo di grande orgoglio. “Ci impegniamo, nel nostro piccolo, a favorire lo sviluppo dell’empowerment femminile nei contesti accademici e lavorativi – informa la Presidente -. La speranza è di creare maggiore consapevolezza nelle nuove generazioni, con l’auspicio che ciò abbia in futuro un ulteriore riflesso positivo nelle realtà aziendali nelle quali si inseriranno le appartenenti alla nostra community”.

Ma quali sono i benefici che le donne possono portare alla società? “Nazioni, imprese e comunità possono trarre vantaggio dall’attuazione di programmi e politiche di emancipazione femminile – si legge nel blog online del Club -. Esse, infatti, valorizzano la qualità e la quantità delle risorse umane disponibili per lo sviluppo. Innanzitutto, le donne al momento rappresentano il 40% della forza lavoro globale e più della metà degli studenti universitari del mondo. Se le loro capacità e talenti venissero utilizzati in modo più completo, va da sé che la produttività complessiva aumenterebbe. Una migliore allocazione delle loro competenze e talenti potrebbe aumentare del 25% la produttività lavorativa complessiva”.  

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