Sono due le imprese varesine che hanno meritato un riconoscimento nell’ambito della decima edizione del Premio “Di Padre in Figlio”: la Spii di Saronno per la categoria “Donne al comando” (riservata alle aziende guidate da donne) e la Lati di Vedano Olona per la categoria “Internazionalizzazione”(riservata alle imprese particolarmente presenti nei mercati internazionali). Il Premio è promosso dalla LIUC Business School, e in particolare dal Centro su Strategic Management e Family Business, con il sostegno di Credit Suisse e KPMG e il contributo di Mandarin Capital Partners. Si rivolge a imprenditori e aziende almeno alla seconda generazione, con fatturato superiore ai 10 milioni di euro e sede legale in Italia.

Spii viene fondata a Milano nel 1947 da Angelo Foiadelli come Studio Professionale di Ingegneria Industriale che propone soluzioni tecnologiche tailor-made. Alla fine degli anni ’80, con a capo Roberto Foiadelli, diventa leader di mercato nella componentistica e nei dispositivi di sicurezza per applicazioni ferroviarie e industriali. Il passaggio alla terza generazione è avvenuto nel 2015 con l’ingresso dell’azienda nel gruppo internazionale tedesco Schaltbau. Sotto la guida di Paola Foiadelli, nasce una nuova Vision: la centralità dell’essere umano, in un mondo che sta diventando sempre più tecnologico. Oggi Spii è diventata Strategic Partner Intelligent Interface, un’eccellenza che vanta applicazioni in tutto il mondo, proponendosi come Centro di Competenza per sistemi di Interfaccia uomo - macchina.

         

Nata come family business nel 1945, Lati Industria Termoplastici S.p.A. è il fornitore globale di soluzioni ad alta tecnologia per l’industria termoplastica.

  

Nel 2016, quando Michela Conterno è succeduta al padre Francesco come CEO, ha introdotto numerosi cambiamenti. Da una catena di comando “maschile” ed apicale a Project Manager investiti della responsabilità autonoma di progetti di cambiamento. Da un mix di prodotti tradizionali a prodotti “star” a maggior valore aggiunto. Da azienda internazionale ad impresa globale. Compiti ardui a cui se ne è aggiunto uno in più: persuadere tutti che una donna - in un mondo marcatamente maschile – fosse la persona giusta per introdurre un nuovo modello di gestione a beneficio di tutti, ma nel rispetto del passato.

Menzione speciale anche per altre aziende varesine, arrivate in finale, nelle rispettive categorie: A.C.S.A. Steel Forgings S.p.A. di Oggiona con Santo Stefano (stampaggio a caldo dell’acciaio, categoria “Internazionalizzazione”), Ilma Plastica Srl di Gavirate (costruzione stampi e stampaggio nel settore automotive, categoria “Innovazione”), Roda di Gavirate (mobili da esterno, categoria “Piccole Imprese”), Simec Group di Olgiate Olona (produzione e incisione di svariate tipologie di cilindri, maniche e rulli goffratori, categoria “Fratelli al comando”).

Quest’anno sono state numerose le candidature arrivate per il Premio, sottoposte poi ad uno screening che ha portato a 64 casi da sottoporre al giudizio della giuria. La raccolta e l’analisi dei dati è stata affidata al team di Fabula, il Family Business Lab della LIUC – Università Cattaneo attivo in studi e ricerche dedicate a tematiche cruciali come il cambiamento strategico, la crescita, l’innovazione (anche e soprattutto aperta), l’internazionalizzazione, le ristrutturazioni post-crisi, l’apertura del capitale e della governance, con particolare attenzione verso il ruolo delle nuove generazioni.

“A farla da padrone a livello geografico è stato il Nord Ovest, con il 38% di imprese candidate - riportano Valentina Lazzarotti e Salvatore Sciascia, co–direttori di FABULA e professori ordinari della LIUC - Hanno partecipato imprese di ogni settore e il 70% è composto da PMI, metà delle quali con un fatturato fra i 10 e i 20 milioni di Euro. Dominano le aziende di lungo corso (il 45% ha più di 50 anni e sempre il 45% è giunto almeno alla terza generazione al comando). Oltre la metà delle imprese candidate prevede fratelli e/o cugini al comando. Si noti come solo il 15% è guidato da una donna e solo il 18% è guidato da uno (o più) leader under 40. Le imprese sono state valutate in termini di performance lungo diverse dimensioni, fra cui la crescita del fatturato, la redditività e la solidità finanziaria: abbiamo incontrato imprese dalle ottime performance, spesso lungo tutte e tre le dimensioni, anche in questo periodo particolarmente difficile. Le ragioni delle buone performance (una sorta di “decalogo” del family business) sono da ricercare in una serie di elementi derivanti dalla compresenza di famiglia e impresa.

Alcune ragioni sono quindi di natura esclusivamente familiare, come i valori e il dialogo in famiglia. Altre sono di natura squisitamente aziendale, come la chiarezza e la formalizzazione delle scelte strategiche, la costruzione di un portafoglio di business sinergici, la tendenza all’innovazione continua e l’orientamento internazionale. Infine, una terza categoria di ragioni, a cavallo fra la famiglia e l’impresa, è riferita alla governance aziendale: l’adozione di efficienti strumenti e organi di governo, l’attenta pianificazione del passaggio generazionale, la chiarezza dei ruoli e l’apertura del capitale, del CdA e del management.”

Per saperne di più

"La Fabula delle imprese di famiglia"

"Le imprese familiari più forti del Coronavirus"



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