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Mappare tutta la base associativa, riclassificando ogni impresa secondo 3 parametri distintivi: il prodotto, la tecnologia ed il mercato di sbocco. Con lo scopo di mettere in evidenza i legami che si stanno creando tra aziende appartenenti a settori differenti. Questo il lavoro portato avanti dal Centro Studi di Confindustria Varese per progettare iniziative per la costruzione della #Varese2050  

Filiere e cluster sono due parole entrate prepotentemente nell’uso comune e rappresentano, sempre più, il nuovo modo di leggere i sistemi produttivi. Laddove tradizionalmente si guardava ad un settore come unità di riferimento, ora si tende ad analizzare le filiere che lo compongono e che spesso si estendono ad altri settori contigui. Cambia il punto di osservazione e migliora la capacità di intervento a supporto della competitività del territorio. È da questa semplice constatazione che prende corpo il progetto del Piano Strategico #Varese2050 che mette al centro una rilettura dei cluster per sviluppare azioni. Allora si era adottato l’approccio di Michael Porter sul concetto di cluster, intesi come aggregazioni regionali di imprese, fornitori e istituzioni operanti in un particolare campo di attività, ovvero in settori strettamente correlati tra loro, che permettono di superare la tipica logica di filiera verticale e consentono di guardare alle specializzazioni con una prospettiva più orizzontale, che meglio si inserisce nei trend competitivi attuali. 

Con questa impostazione la think tank Strategique aveva, quindi, realizzato nel Piano Strategico #Varese2050 una mappatura dei cluster del territorio, facendo emergere le specializzazioni economiche in cui Varese dimostra “una eterogeneità produttiva molto ampia, configurandosi come un territorio ancora caratterizzato da una pluralità di specializzazioni, che spaziano dal tessile alla meccanica, dall’aeronautica al chimico-farmaceutico, dalla plastica e gomma alla carta e stampa. Tra queste, sono 4 le specializzazioni più distintive del territorio, le ‘punte di diamante’ della provincia, rispetto al resto del tessuto industriale italiano: il cluster aerospaziale, quello delle materie plastiche, gli elettrodomestici e, ovviamente, il cluster della produzione tessile”. Da questa visione macro-territoriale ha preso spunto la fase realizzativa della linea strategica numero 2 di #Varese2050, che si propone di mettere i cluster al centro delle strategie di sviluppo del territorio rinforzando le specializzazioni esistenti, costruendo sulle specializzazioni emergenti e promuovendo la related variety tra cluster. Per dare corpo a questa azione, il Centro Studi di Confindustria Varese ha mappato, con un paziente lavoro di analisi, tutta la base associativa, riclassificando ogni impresa secondo 3 parametri distintivi: il prodotto, la tecnologia ed il mercato di sbocco. 

Ogni impresa è stata, quindi, analizzata e riclassificata in base a quello che produce, informazione che normalmente si possiede anche facendo riferimento ai codici Ateco, ma aggiungendo un prezioso set di informazioni su come lo produce (tecnologia) e per chi lo produce (mercato di sbocco). Ciò ha permesso di ottenere non una semplice mappatura delle imprese basata sui numeri (numero di imprese e relativi addetti), ma una mappatura basata sul sistema di relazione tra le imprese. Quindi una autentica ricostruzione di filiera, che mette in evidenza i legami che si costruiscono tra aziende che appartengono a settori differenti, ma hanno un comune mercato di sbocco oppure quelli tra imprese che hanno mercato di sbocco differente, ma utilizzano una tecnologia simile.  

Il lavoro svolto dal Centro Studi è stato quello di passare dal macro al micro, costruendo vere e proprie mappe di competenza che costituiscono un prezioso apporto alla realizzazione di progetti: obiettivo è capire quali possano essere le interrelazioni attorno a cui costruire possibilità di incontro tra le imprese (matchmaking) per le imprese, ma anche quali progetti possono essere sviluppati per rafforzare la competitività delle filiere, a partire dall’esame di come si mettono in relazione le une con le altre: gli esempi applicativi possono essere differenti, uno dei primi utilizzi che ne è stato fatto riguarda la ricostruzione della filiera di coloro che possono contribuire alla costruzione di un impianto per energia ad idrogeno, accompagnata dalla rilevazione di quanti possono essere i consumer. Insomma, si è sviluppata una metodologia di analisi che consente una grande granularità degli interventi e permette azioni personalizzate. Si tratta di un progetto trasversale, quello dei cluster, che però diventa abilitante per tutte le altre progettualità legate al Piano Strategico #Varese2050 di Confindustria Varese, che entreranno nella grande casa del Mill, la fabbrica del sapere e del saper fare che sorgerà a Castellanza, al fianco della LIUC – Università Cattaneo.

La Vicepresidente di Confindustria Varese, Claudia Mona: “Il nostro scopo è di impostare strategie comuni o percorsi condivisi di transizione verso una maggiore sostenibilità, lì dove la singola azienda non può bastare a se stessa e dar vita ad attività di matchmaking”

Per dirla come affermato recentemente al quotidiano La Prealpina dalla Vicepresidente di Confindustria Varese, Claudia Mona: “Il nostro obiettivo è quello di creare i presupposti di nuove relazioni tra imprese appartenenti a settori e comparti tra loro diversi ma strettamente legati. Non solo in una logica di catena di fornitura, ma anche per impostare strategie comuni nello sviluppo e applicazione di nuove tecnologie o percorsi condivisi di transizione verso una maggiore sostenibilità, lì dove la singola azienda non può bastare a se stessa. In questo, l’esperienza accumulata da Confindustria Varese nella gestione del Lombardia Aerospace Cluster può essere valorizzata a vantaggio di altre specializzazioni manifatturiere e per attività di matchmaking”.  

Per info: Clusterizzazione Filiere

Nella foto di apertura la Mappa del Sistema di Relazione di Filera. Esempio a partire dal settore metalmeccanico varesino. Fonte: Elabororazione Centro Studi Confindustria Varese su base associativa.

 

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