Come-pensare-il-nuovo

Cosa fa di Varese un territorio in grado di innovare? Capacità di far crescere le competenze, di attrarre talenti, di sviluppare infrastrutture abilitanti, di produrre idee e di agganciare il futuro. Ecco la mappa del posizionamento delle imprese

Italiani popolo di santi, poeti e... innovatori! Sentirselo riconoscere da stranieri è un piacere, ancor più se quegli stranieri vengono da Houston alla ricerca di tecnologie italiane e se quelle parole sono la citazione di una frase di un imprenditore visionario come Richard Branson Ceo di Virgin: “From the Renaissance to modern space science, Italy has always been a natural home to great innovators”. Vuol dire che abbiamo una storia di innovazione che ci viene riconosciuta e che per questa competenza (il saper pensare il nuovo) anche oggi cercano la nostra collaborazione. Il saper pensare il nuovo è contemporaneamente frutto delle nostre radici e del nostro carattere che unisce individualismo competitivo (io lo faccio meglio) e fantasia (io lo faccio in maniera nuova).
Tuttavia, con l’ondata di innovazione dirompente che si profila all’orizzonte non sono più tempi in cui il cambiamento possa continuare ad essere un atto solitario, l’esperienza di questi anni insegna che la creatività deve essere focalizzata perché diventi energia per un sistema.

Ed il nostro Paese, mai come ora, ha bisogno di costruire un processo di innovazione valido, solido e replicabile. Proprio partendo da queste considerazioni si possono rileggere le potenzialità dei territori capaci innovare. Varese è tra questi.

         

Sono 5 i passaggi fondamentali:
1 - Far crescere competenze.  La presenza di persone ad alta attitudine scientifica nel territorio è senz’altro il primo prerequisito per innovare. In termini di competenze, misurate come scienziati e ingegneri esistenti sul totale della popolazione attiva, in Lombardia siamo al 4,5%, un dato più elevato della media nazionale (4,1%), ma comunque ancora distante dal 7,6% della Germania. 
Giudizio complessivo: possiamo migliorare. 

2 - Attrarre talenti in azienda. Varese, per esempio, dimostra di avere molta attitudine a “mettere al lavoro le intelligenze” con l’11% degli addetti occupati nei settori High Tech, contro il 6% della Lombardia ed il 5% dell’Italia. E questo senza contare il peso di coloro che fanno innovazione di creatività in settori magari più tradizionali come il tessile o il trattamento dei materiali (dalla plastica ai materiali a memoria di forma). Giudizio complessivo: molto soddisfacente.

3 - Sviluppare infrastrutture abilitanti. La capacità di innovare può essere favorita dall’esistenza di un ambiente in cui sia più facile far circolare idee e produrre in modalità open innovation. Può essere una questione di infrastrutture fisiche (la banda larga ne è un esempio), ma è anche una questione di infrastrutture scientifiche come i 270 laboratori presenti sul territorio regionale e i 35 enti di ricerca riconosciuti dal Miur (Ministero dell’Istruzione dell’Università e delle Ricerca)-
Giudizio complessivo: buona densità se paragonata al nazionale, ma investiamo, investiamo, investiamo se vogliamo fare la differenza in termini di modernità.

4 - Produrre Idee. Se ci sono le persone. Se queste lavorano nelle imprese. Se il territorio è dotato di infrastrutture abilitanti per la ricerca… allora si possono produrre buone idee. Il modo più facile, ma ad onor del vero non l’unico, per misurare se un territorio è innovativo ed il processo di innovazione funziona è guardare ai risultati in termini di brevetti. Varese con 10,7 domande di brevetti europei high tech per milione di abitanti è senz’altro ben posizionata rispetto all’Italia (4,9) ed anche alla Lombardia (7,6). 
Giudizio complessivo: buono, ma non ci accontentiamo.

5 - Agganciare il futuro. La bontà del processo di innovazione non si può limitare, però, a giudicare i fattori che lo alimentano (competenze, attori, infrastrutture, output), la differenza, in tempi di innovazione disruptive, sta in termini di capacità di orientare il processo di innovazione verso le sfide del futuro. Quelle sfide identificate dal World Manufacturing Forum 2018 che ci parlano di trend e bisogni del futuro, dall’industria 4.0, alla iperpersonalizzazione, passando per l’economia circolare, la cyber security e così via.
Giudizio complessivo: stay tuned! 
È qui che possiamo fare la differenza. 

 

Per saperne di più: Il futuro è manufatturiero



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