Mill è la priorità delle priorità

Il progetto di creare a Castellanza, al fianco dell’Università LIUC, un acceleratore d’imprenditorialità è una delle 6 parole chiave che ispirano il mandato del neopresidente di Confindustria Varese, Luigi Galdabini

‘‘Armonia, continuità, innovazione, parità di genere, nuove generazioni, Mill”. Sono queste le 6 parole chiave che guideranno il mandato del neopresidente di Confindustria Varese, Luigi Galdabini. Ad annunciarlo è stato lui stesso durante l’Assemblea Generale degli industriali varesini che ha sancito il passaggio di testimone con il Past President, Roberto Grassi. Un intervento breve, di poche parole, ma ben chiare: “Il mio compito nei prossimi 4 anni sarà quello di dare concretezza ai principi e agli obiettivi a cui ci richiama la relazione della Commissione di Designazione redatta sulla base dell’ampia opera di ascolto delle nostre imprese associate e che mi ha candidato alla Presidenza”.

È in quella relazione che sono citate le parole chiave a cui ha detto di voler ispirare la sua presidenza?
Sì, esattamente. Sono principi emersi dal basso, dagli stessi imprenditori consultati per arrivare alla mia candidatura. Confindustria Varese è un’Associazione di rappresentanza. E da qui deve partire ogni nostra iniziativa e strategia: dal saper rappresentare il sistema produttivo di cui siamo portavoce.

Partiamo dunque dal primo principio, quello dell’armonia. Cosa intende con questo termine?
L’armonia a cui faccio riferimento è quella che da sempre esiste tra le classi dirigenti che si sono avvicendate negli anni alla guida di Confindustria Varese e che deve essere preservata come un valore, un elemento distintivo. Testimoniato anche dal percorso che ha portato alla mia elezione e a quella della nuova squadra di Vicepresidenti. La larga maggioranza, praticamente unanime, che ci ha votati è il segno di una scelta condivisa.

E, a quanto pare, ispirata dalla richiesta di continuità.
La Commissione di Designazione ha raccolto nelle proprie interlocuzioni con i vari imprenditori un’espressione molto chiara: “Andiamo avanti così”. Ciò dà il senso di appartenenza al progetto a cui Confindustria Varese ha lavorato in questi anni.

Fa riferimento al Piano Strategico #Varese2050?
Ovviamente. Le imprese ci chiedono di dare continuità alle principali progettualità e iniziative impostate nell’ambito di #Varese2050, in cui tutti i componenti del Consiglio di Presidenza sono chiamati a riconoscersi per volontà degli associati. A partire dal progetto Mill.

La creazione di un acceleratore d’imprenditorialità a Castellanza è ancora una priorità?
Per Confindustria Varese è la priorità delle priorità. Per la stragrande maggioranza dei nostri associati la nascita di Mill è ritenuta fondamentale per integrare le attività dell’Associazione con quelle dell’Università LIUC per far sorgere nuove startup; riconquistare il terreno perduto negli ultimi anni in termini di nuova imprenditorialità; promuovere una innovativa formazione imprenditoriale; attirare l’attenzione sulle imprese varesine del private equity, del venture capital e più in generale del mercato dei capitali; creare nuovi percorsi di accompagnamento delle imprese sulle principali transizioni tecnologiche, sociali e organizzative oggi in atto.

Armonia, continuità, fiducia nel progetto Mill. È su questi principi che ha scelto i nomi dei Vicepresidenti che l’accompagneranno nel suo mandato: Michela Conterno, Luca Donelli, Giorgia Munari, Chiara Radrizzani?
Sono convinto che Confindustria Varese abbia saputo essere coerente nel tempo con un concetto fondamentale della nostra vita associativa e della rappresentanza dei valori, degli interessi e degli ideali comuni di cui vogliamo essere e siamo espressione. Un concetto che per altri è solo uno slogan, mentre per noi è patrimonio condiviso a cui rifarsi in ogni fase cruciale di passaggio e di scelte: le idee e i programmi prima delle persone. Così le imprese sono giunte all’indicazione della mia candidatura. E così io ho operato per la composizione della rosa dei Vicepresidenti. Prima ancora che la ricerca dei nomi, infatti, sono state le priorità indicate dalle aziende ai nostri Saggi, ad avermi guidato.

Come definirebbe la sua squadra?
Credo esprima il giusto equilibrio tra la necessaria e fondamentale opera di continuo coinvolgimento di figure nuove nella nostra vita associativa; l’ascolto dei suggerimenti emersi dalle imprese in questi mesi di consultazione; l’indispensabile continuità con il grande lavoro svolto dal Presidente Roberto Grassi, a cui, è giusto dare merito e riconoscimento.

Nella scelta dei Vicepresidenti ha dato subito concretezza a un’altra parola chiave a cui lei ha fatto riferimento: parità di genere.
Coinvolgere sempre di più nei vertici e nei ruoli apicali della nostra Associazione la componente femminile della nostra imprenditoria, è un’altra richiesta esplicita della nostra base associativa. Non, però, per un mero rispetto formale dei principi del politicamente corretto, ma, anche in questo caso, per una concreta necessità di dar vita ad una cultura d’impresa sempre più inclusiva e in grado di porre al centro la persona con le sue competenze, le sue capacità, le sue diverse sensibilità al cambiamento e al rispetto dei valori su cui si basa la costruzione di una casa comune, chiamata alla difesa collettiva degli interessi di una parte sociale in profonda trasformazione.

E di fronte ad una sfida riassumibile con un’altra parola chiave: innovazione.
Il mio mandato sarà chiamato a continuare a sviluppare sempre nuovi progetti, iniziative e servizi per affrontare le sfide economiche, sociali e geopolitiche del prossimo quadriennio. E per garantire una sempre moderna ed efficace gestione dell’Associazione. In coerenza con gli obiettivi ampiamente condivisi nel Piano Strategico #Varese2050. C’è un ecosistema dell’innovazione che dobbiamo costruire a vantaggio del territorio, presidiando temi come quelli del trasferimento tecnologico, dell’Intelligenza Artificiale, della robotica, della cybersecurity, delle politiche Esg. Con le relative sfide in termini di riconversione delle competenze delle persone.

Manca l’ultima parola chiave: nuove generazioni.
Da una parte saremo chiamati a venire incontro alla necessità di generare una nuova classe dirigente associativa che sappia preservare i valori di Confindustria Varese e garantire la continuità nella gestione strategica con visioni sempre nuove, internazionali e moderne dei contesti economici e sociali. Dall’altra dobbiamo fare in modo di attrarre e trattenere sul territorio i giovani, anche raccontando meglio le opportunità che le imprese offrono loro. In questo senso dobbiamo rafforzare ulteriormente le iniziative di orientamento scolastico; creare percorsi di mentoring tra imprenditori e studenti; sviluppare campagne di comunicazione per valorizzare le figure professionali più richieste; rafforzare le collaborazioni con gli ITS Academy, ampliando non solo la platea degli iscritti, ma anche quella delle imprese disposte a collaborare con questi istituti post-diploma.

Cosa pensa, invece, del termine territorio?
Va accompagnato a quello di rappresentanza. Nelle imprese associate è sempre forte la richiesta del presidio strategico da parte di Confindustria Varese di quella che è stata definita la “dimensione collettiva degli interessi da tutelare” con una proattiva cura delle relazioni con gli enti locali sui temi della gestione dei rifiuti, della depurazione delle acque, dei piani di governo del territorio, delle autorizzazioni. In generale è richiesta una forte attività lobbystica con le istituzioni per affermare il ruolo delle aziende nella creazione di benessere economico e sociale. Ciò anche attraverso un monitoraggio e un’attività di assistenza alle imprese nelle pratiche portate avanti Comune per Comune per l’implementazione di nuovi investimenti aziendali e produttivi. Saremo attenti anche a questo aspetto, fortemente legato alla visione di #Varese2050 che ci guiderà nel garantire una equa rappresentanza delle tante specializzazioni settoriali di cui è ricca la nostra industria e di cui gli organi associativi di Confindustria Varese devono continuare a essere specchio e portavoce a ogni livello politico, amministrativo, istituzionale, sociale ed educativo. Oltre che, aggiungerei, culturale.

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