La startup che combatte i germi
PureGrip è un dispositivo personale progettato per essere utilizzato come una cover da applicare su maniglie, rubinetti e chiavi
Un accessorio personale con cui poter maneggiare qualsiasi tipo di maniglia, chiave o rubinetto, senza che le mani entrino in contatto diretto con queste superfici, specialmente in quei luoghi particolarmente sporchi o pieni di germi, come, ad esempio, i bagni pubblici dell’aeroporto, dello stadio, dell’autogrill, del palazzetto sportivo o di una fiera. È questa l’idea d’impresa messa a punto da Blu Innovation, una startup innovativa varesina che ha pensato, progettato e commercializzato il dispositivo PureGrip. Un oggetto, dall’aspetto semplice e facile da usare, che ha ottenuto anche un brevetto italiano. Per gli amanti dell’igiene, per i più schizzinosi o per il team dei germofobici, si tratta, a tutti gli effetti, di una nuova frontiera del pulito.
“La nostra mission è quella di trovare soluzioni innovative per semplificare la vita e i problemi di tutti i giorni – afferma Andrea Lenzi, founder dell’impresa insieme ai colleghi Davide Uboldi, Giorgio Baroni e Mirko Reto -. Disegniamo, sviluppiamo e commercializziamo prodotti creati con la stampa 3D”. PureGrip, nello specifico, è un dispositivo pensato per essere applicato, come fosse una cover, su tutti quei componenti che, potenzialmente, possono essere sporchi. La startup varesina ha mosso i primi passi nel mondo dell’imprenditoria nel 2021. “Siamo una realtà giovane – racconta Lenzi -. Dopo l’intuizione, avuta durante una serata al bar tra vecchi amici, siamo passati prima alla fase di progettazione e sviluppo e successivamente a quella di testing”. Forma, resistenza e adattabilità sono alcuni dei principali aspetti su cui l’azienda varesina ha lavorato durante questo periodo di consolidamento. PureGrip è un oggetto dalla dimensione ridotta, leggero e con un design colorato, caratteristiche che lo rendono un gadget estremamente comodo. “Si può utilizzare per ruotare il nottolino di una porta (componente del modello di serratura detto ‘cilindro europeo’, ndr) oppure una chiave senza sforzo. Inoltre – continua lo startupper – è progettato per adattarsi anche alle manopole dei rubinetti e ad altri componenti presenti nei bagni pubblici”. L’utilizzo è intuitivo: basta inserire il componente, stringere delicatamente e manovrare con sicurezza. Un oggetto che, in questo modo, tiene lontani germi e batteri dalle mani delle persone. “La cover viene venduta con un anello che si può attaccare all’accessorio per trasformarlo in un comodo portachiavi da infilare in tasca o in borsa, per averlo sempre con sé”, sottolinea il fondatore di Blu Innovation.
Il materiale con cui è realizzato è elastico, adattabile e molto resistente. La doppia apertura con diametri differenti, unita al taglio longitudinale, permettono a PureGrip di calzare facilmente sulla maggior parte delle maniglie e delle serrature, dalle più piccole alle più grandi. Oggi l’impresa conta 5 stampanti e una capacità produttiva di 10.000 pezzi. Sono stati, invece, 2.500 i dispositivi creati e venduti in Italia, compatibili con più di 1.000 maniglie e disponibili in 20 colorazioni differenti. “Il 2025 per noi è l’anno zero – spiega il fondatore dell’azienda varesina -. L’obiettivo, a tendere, è di consolidarci e strutturarci ancora di più per aumentare i volumi di vendita e per diversificare la produzione”.
L’accessorio non è stato pensato per un utilizzo usa e getta: si può, infatti, sanificare in lavastoviglie e nel microonde con soluzioni disinfettanti, oppure mediante scatole di disinfezione a raggi UV-C. PureGrip è dedicato, principalmente, al consumatore finale, come un gadget che le aziende spesso scelgono di regalare ai propri dipendenti. “Si tratta di un oggetto inusuale rispetto ai grandi classici come penne, calendari e agende – spiega Andrea Lenzi -. I nostri principali clienti sono realtà legate soprattutto al mondo del turismo e degli autonoleggi”. PureGrip e tutti gli altri accessori realizzati dalla startup varesina, come portachiavi di ogni genere o gettoni per le consumazioni nei bar, sono progettati con la stampa 3D.
“Molte aziende ci hanno chiesto di stampare dei prototipi – informa Lenzi -. Questo sistema di produzione ci permette di costruire oggetti facilmente personalizzabili”. La stampa 3D, infatti, non è concettualmente pensata per la produzione in serie di milioni di pezzi. Come ogni startup che si rispetti, le idee non possono mai mancare. “Stiamo studiando per capire in che modo poter utilizzare bobine di materiale plastico riciclato, recuperato, per esempio, dalle bottiglie disperse negli oceani – conclude il fondatore Andrea Lenzi -. Abbiamo a cuore la sostenibilità e vogliamo portare avanti una produzione che vada sempre di più in questa direzione”.