La sociologia del ricamo

I prodotti del Ricamificio Vittorio Vanoni di Gallarate, che nel 2025 taglia il traguardo dei 100 anni di attività, hanno attraversato decenni e continenti

‘‘Dipanando il filo del ricamo, per giocarci la metafora del prodotto, ci siamo resi conto che l’evoluzione della nostra azienda ha rappresentato l’evoluzione del mondo ‘fuori’, raccontandola nel tempo in una maniera unica”. Ad accompagnarci alla scoperta del Ricamificio è Vittorio Vanoni, terza generazione alla guida dell’impresa, affiancato dalla quarta, i figli Marco, già in azienda e Andrea. “Se pensiamo a come il nostro prodotto, il ricamo, è cambiato nel tempo e a come ha accompagnato in particolare la storia italiana, riusciamo a cogliere l’evoluzione delle abitudini, dei comportamenti, del gusto e dello stile con una luce nuova. Sotto la lente del ricamo, ci appare una sorta di racconto del costume, una inedita lettura sociologica, che accompagna le persone e le famiglie lungo l’arco di un secolo”.

Un’evoluzione che, tra l’altro, si legge già sulla facciata stessa del Ricamificio Vittorio Vanoni. Chi ha avuto la fortuna di visitare l’azienda, nel cuore di Gallarate, si è trovato di fronte ad uno spaccato di storia del territorio varesino, ancor prima di varcare la soglia degli stabilimenti produttivi. Il Ricamificio, fondato nel 1925 ad Arsago Seprio da nonno Vittorio, che dà il suo nome all’azienda, si afferma subito come la tipica “fabbrica del paese”, tra le cui mura nascono solide amicizie e anche qualche matrimonio. Negli anni, grazie alla figlia Rosa che gli subentra nel ‘68, quella che era un’attività a stampo artigianale, diventa vera e propria industria, che si afferma anche a livello internazionale in settori di sviluppo importanti come moda, intimo e arredo casa. Per una bizzarra coincidenza del destino, nel 2000 spinta dalla forte crescita, l’attività viene spostata in una struttura edificata proprio nello stesso anno della sua nascita, il 1925, così come si legge sulla facciata. Oggi questo edificio rappresenta un esempio prezioso di archeologia industriale e, in quel mix straordinario tra una architettura perfettamente conservata e impianti innovativi di un’industria all’avanguardia, simboleggia il punto di forza di una impresa e di un settore.

Un settore che si è evoluto di pari passo con l’evoluzione della società. “Lo raccontano bene, particolari e tradizioni che hanno fatto un’epoca e oggi, in alcuni casi, non ci sono più”, spiega Vittorio. “Pensiamo, ad esempio, ai corredi da sposa ricamati a mano dalla nonna, testimoni di un sapere e di un valore condiviso nel tempo. O ai colletti dei grembiuli degli scolaretti, simbolo di individualità e di disciplina. Piccoli mondi antichi solo apparentemente perduti. Nel tempo, il ricamo, emblema di tradizione artigianale, è arrivato ad affermarsi in tutt’altri ambiti. Nelle atmosfere glamour delle passerelle di alta moda, nelle cerimonie più sfarzose. E da lì, dall’affermazione dello stile made in Italy si è esteso nel tempo anche in settori diversi da quello dai capi di abbigliamento. Quando, ad esempio, le donne iniziavano a desiderare di valorizzarsi non solo con gli abiti, ma anche al di sotto di essi: fu allora che il settore della lingerie esplose. E non serve sottolineare che l’intimo più prezioso e sexy, è proprio quello ricamato”. In questa evoluzione del gusto e del costume, i ricami di Vittorio Vanoni arrivano in ogni parte del mondo, indossati anche da Kate Middleton, Elton John, Cristiano Ronaldo o ad impreziosire gli abiti glamour della Notte degli Oscar e del Met Gala. Ma non solo: fanno capolino anche nel settore dell’arredo tessile, in particolare tende e tovagliati, per arricchire con note personali l’ambiente domestico, cuore del quotidiano, grazie alle collaborazioni con brand che hanno segnato la fortuna del comparto.
Insomma, un vero e proprio viaggio nella storia che oggi passa anche da innovazione e sostenibilità: uno spaccato che è sociologico ancora prima che industriale.

Ma qual è il segreto per affrontare i tempi che cambiano per Vittorio Vanoni? “Guardare sempre avanti, in termini di prodotto e di innovazione. Sono un migliaio i nuovi disegni realizzati ogni anno dal Ricamificio: forme e colori che raccontano, più di tante parole, la storia di un mondo che cambia, che innova e che si rinnova. Moltiplicata per 100 anni, quest’attività testimonia l’impegno, la passione, la creatività di quanti sono passati tra queste mura. Grazie alla capacità imprenditoriale di mia madre, siamo diventati una vera e propria impresa, ma non ci siamo mai fermati. Ad esempio, siamo stati tra i primi a guardare all’informatica e alla digitalizzazione”, afferma Vittorio Vanoni.


Oggi lo stabilimento di Gallarate è una vera e propria Industria 4.0, una fabbrica intelligente e interconnessa con processi produttivi che, grazie all’uso di tecnologie avanzate, riescono a conciliare automatismi efficienti e performanti con l’artigianalità tipica di questo prodotto. A confermarlo è il figlio Marco: “Da noi convivono ancora e sapientemente la manualità e il saper fare stilistico con l’altissima tecnologia di telai di ultima generazione, grazie ai quali l’errore si riduce al minimo anche senza un intervento umano o, comunque, con un monitoraggio a distanza e da remoto. Accanto, però, all’Intelligenza Artificiale e a tecnologie che permettono di garantire prestazioni ottimali, maggiore efficientamento energetico e sicurezza sul lavoro, l’intelligenza umana sarà sempre imprescindibile in quest’ambito, proprio per la sua nota distintiva artigianale”.

E l’omaggio alla storia del Ricamificio Vittorio Vanoni non è solo sociologico, ma anche archivistico. L’azienda infatti nasconde una sorpresa. A svelarla è Vittorio: “Qui per una passione collezionistica di famiglia, abbiamo un archivio, che magari un domani potrà diventare un museo, che custodisce cataloghi di bozzetti e di ricami da fine ‘800 ad oggi. In questa ricca collezione, è rappresentato l’incontro tra singole storie e la Storia, con la S maiuscola”. Un ambiente carico di fascino, custode di ricami preziosi che raccontano dell’incontro meraviglioso tra un sapere manuale antico, arricchito nel tempo dalle ispirazioni di movimenti come l’Art Nouveau o l’Art Deco e una capacità industriale tutta moderna, che alla introduzione della macchina per il ricamo prima e al digitale poi, deve molto anche in termini di precisione, oltre che di capacità produttiva. In quei faldoni pregiati e preziosi è nascosta, come un tesoro, la storia di tante persone, di donne e di uomini, ignari che indossando certi capi sarebbero entrati a far parte di un’altra storia. Quella di un’impresa centenaria nata nel cuore della provincia varesina e il cui prodotto è arrivato fino alla corte d’Inghilterra e al red carpet più celebre al mondo. Una storia di fili che si incontrano senza saperlo, di ricami che nascono per scelta e a volte per caso o per fortuna. Una storia di forme e di colori, dietro un semplice telaio.

Le imprese centenarie

Inizia da qui, con Grassi Spa Società Benefit e Ricamificio Vittorio Vanoni Srl, il racconto delle imprese centenarie che verranno premiate nel corso dell’Assemblea Generale di Confindustria Varese, che si terrà lunedì 19 maggio 2025 a Volandia – Parco e Museo del Volo di Somma Lombardo.
Sui prossimi numeri di Varesefocus troveranno spazio anche le storie di Carcano Trasporti Spa, Emmepi Assicurazioni Srl, Ferrovie dello Stato Italiane Spa, Mario Croci & Figli Srl, Mario Crosta Srl e Torcitura della Valcuvia Srl.

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