Varese-e-il-senso-di-comunità

“Sono più importanti 100 euro in più in busta paga al secondo livello di contrattazione oppure far sentire i lavoratori come una comunità e organizzare insieme alle imprese un confronto con le istituzioni sulle politiche fiscali, sul benessere sociale delle persone e per la competitività?” Nella domanda del Segretario Generale della Uil di Varese, Antonio Massafra, c’è ovviamente già la risposta: “Come corpi intermedi siamo oggi chiamati a riappropriarci di un ruolo e capire come esercitarlo”. Anche sul territorio varesino: “Dialogare con le Amministrazioni locali è sempre difficile, soprattutto con i grandi Comuni. Ci si basa troppo sui rapporti personali. Ma mi chiedo: lo sviluppo e le sorti occupazionali di Malpensa sono un problema di questo o quell’ente o è una questione che nella nostra area riguarda tutti?” Altra domanda, altra risposta scontata. Nella teoria, ma poi nella pratica è tutta un’altra cosa. Ma per Massafra non ci sono vie d’uscita per la politica: “Come si può pensare che quattro persone a Roma possano governare fenomeni epocali come l’immigrazione, la transizione ecologica, il progresso digitale o gli scambi internazionali senza i corpi intermedi del territorio? È su queste tematiche che ci dobbiamo sedere intorno a dei tavoli che puntino ad accordi con gli enti territoriali per il benessere della comunità. Quando si apre al confronto con le parti sociali, si apre alla conoscenza, si riporta al centro del dibattito la realtà delle cose. Oggi troppe persone nell’opinione pubblica stanno perdendo la dimensione della realtà a causa di un bombardamento mediatico costante. Se la politica insegue, senza l’ambizione di guidare, questo flusso l’unico risultato è la mediocrità delle scelte e delle decisioni”. Ecco, dunque, il ruolo dei corpi intermedi secondo il sindacato: far uscire il Paese e il territorio dal rischio della mediocrità.

La ricostruzione su nuove basi del benessere sociale. La contrattazione come chiave di ripensamento del mondo del lavoro e delle relazioni industriali. Il rafforzamento dell’identità e della competitività territoriale. La riprogettazione delle dinamiche economiche, a partire dalle città. Ecco le visioni, le sfide e le prospettive dei sindacati e delle associazioni degli artigiani e dei commercianti locali per riportare i corpi intermedi al centro del ripensamento del Varesotto

Quando il gioco richiede competenze, i competenti devono cominciare a giocare. Sul punto il Segretario Generale della Cgil di Varese, Stefania Filetti, non ha dubbi: “In una fase in cui stiamo uscendo dalla fase emergenziale della pandemia e di fronte alle spinte dell’innovazione digitale siamo chiamati come parti sociali a innovare il lavoro, ma anche le relazioni industriali”. Si riapre dunque la stagione del confronto: “Bisogna interpretare il cambiamento e farlo diventare contrattazione per costruire un nuovo mondo del lavoro. Smart working, nuovi orari, organizzazione. Abbiamo il compito di analizzare i concreti e reali cambiamenti in atto e declinarli in una contrattazione decisionale”. Filetti parla di “visione alta”, della ricerca di un “denominatore comune del mondo del lavoro”, di coinvolgimento nelle fasi decisionali: “La rappresentazione delle parti in campo più sarà ampia, più arriverà a decisioni utili per la società”. Anche perché, è il ragionamento del segretario varesino della Cgil, “la diversità del mondo del lavoro può essere rappresentata solo dalle parti sociali. La politica spesso la fa facile, ma senza rappresentanza non c’è analisi della complessità”. Una teoria che diventa pratica buttando l’occhio al recente passato, secondo Filetti: “Guardiamo al momento più difficile degli ultimi anni, quello dell’inizio del lockdown, delle chiusure e della necessità di arrivare ad un protocollo che metta al sicuro lavoratori e imprese. Solo il confronto tra Governo, Confindustria e Sindacati poteva arrivare ad un tale risultato in così poco tempo”. Insomma, il confronto porta anche a decisioni allo stesso tempo rapide ed efficaci, quando serve.

Sul fatto che le parti sociali, anche quelle varesine, si stiano aprendo ad una svolta epocale è d’accordo anche Davide Galli, Presidente di Confartigianato Imprese Varese: “Siamo di fronte a un nuovo paradigma del concetto di rappresentanza, che intendiamo come sfida culturale e sociale alla quale siamo chiamati non solo in qualità di ‘corpi intermedi’ ma in quanto ‘enzimi’ dello sviluppo delle aziende e promotori di un nuovo e più moderno concetto di economia. Rappresentanza non è ‘dare voce’, parlare in nome e per conto di imprese che a noi si affidano. Rappresentanza è ‘fare’, rafforzare le capacità di risposta all’imprenditore per affiancarlo nel concreto e nel quotidiano, nei percorsi di crescita, nella risposta ai cambiamenti del mercato, nella relazione con il tessuto economico di riferimento e nella reazione all’innovazione, digitale e green.”

Anche per Galli è centrale il termine “competenza”, ma anche quelli di “consulenza, partecipazione, comprensione del contesto all’interno del quale le imprese, anche le piccole, sono chiamate a muoversi, e previsione delle evoluzioni che in questo contesto si vanno a delineare”. Serve, secondo il Presidente della Confartigianato locale “una relazione orizzontale, di ‘comunità’, all’interno della quale costruire reti relazionali e di business tra imprese, senza dimenticare l’accompagnamento del ‘nuovo’, a rafforzamento della nostra competitività (e identità) territoriale”.

Il termine “comunità” ricorre anche nella visione del ruolo dei corpi intermedi che ha Daniele Magon, Segretario Generale della Cisl dei Laghi: “Purtroppo ci ricordiamo di questo termine solo quando si affaccia sulla nostra società il baratro della povertà. Quando arriva la crisi e la politica si sente inerme o in pericolo allora chiama al tavolo le parti sociali, mentre quando si è in paradiso quando ci sono le risorse da redistribuire, il decisore politico richiama a sé tutti i ruoli e punta alla disintermediazione”. Dietro l’angolo, però, c’è ora uno scenario complesso, di bisogni crescenti su cui intervenire, spiega, secondo il suo punto di vista, Magon: “Per rispondere a questo scenario serve un patto sociale coi corpi intermedi costruito su progetti di lungo termine. Basta con la visione dell’oggi, dobbiamo cominciare a guardare oltre investendo sul lavoro e sulla creazione di nuova occupazione”.

Qualsiasi altra visione, soprattutto se dettata dalle logiche della disintermediazione, è il ragionamento dell’esponente locale della Cisl, rischia di essere una corsa sui cento metri che potrebbe impoverire nel lungo periodo Paese e territori. Di fronte ad un tale bivio, secondo il Presidente di Uniascom Confcommercio provincia di Varese, Giorgio Angelucci, “solo le associazioni di categoria strutturate e ramificate sul territorio possono contribuire, stando nel ‘mezzo’, alla riaffermazione e al rilancio del tessuto economico locale, regionale e nazionale”.

Le priorità della parte sociale dei commercianti nella visione di Angelucci sono: “Difesa dei centri cittadini, rigenerazione urbana, sostenibilità e digitalizzazione. Il nostro lavoro per il futuro parte dal presente”. Ossia dalle città: “La pandemia ha stravolto il mondo, sta costringendo a cambiamenti radicali e per quanto ci riguarda dobbiamo contribuire in modo decisivo a dare forza e nuove spinte ai baluardi del commercio. I centri storici sono il simbolo di paesi e città, sono la nostra tradizione, rappresentano la nostra cultura: il nostro ruolo di associazione non può prescindere dalla tutela di questo patrimonio unico. Metteremo a maggior ragione a disposizione delle amministrazioni comunali la nostra competenza nelle nuove pianificazioni urbanistiche (vedi Pgt), cercando di dare ai Distretti del commercio un ruolo sempre più centrale e strategico. Dai Duc (Distretti Urbani del Commercio) e dai Did (Distretto Diffuso di rilevanza intercomunale) dovrà partire un percorso concordato che non potrà prescindere dalla sostenibilità ambientale di ogni progetto, di ogni iniziativa”.

Per saperne di più leggi anche:



Articolo precedente Articolo successivo
Edit