Una nuova normativa europea è pronta a mettere al bando, cannucce, posate e piatti realizzati con materiale plastico. Lo stop partirà probabilmente nel 2021. Ma già da quest’anno si parte con i cotton fioc, che dovranno essere biodegradabili e riciclabili

Minor consumo di plastica, ricorso a materiali alternativi, ma anche - laddove possibile - un maggiore ri-utilizzo del prodotto prima di avviarlo alla discarica come rifiuto e ancora occhi puntati sul miglioramento del riciclaggio delle materie plastiche: sono tutte strade che l’Europa ha deciso di percorre per ridurre i possibili danni che la plastica può produrre all’ambiente, soprattutto a quello marino, dove frammenti di questo materiale, se non ben gestito, entrano nella catena alimentare fino ad arrivare sulle nostre tavole. A dare una spinta in questa direzione contribuirà anche la nuova direttiva dell’Ue sulla plastica monouso il cui iter è alle battute finali e che si inserisce appunto in un quadro più ampio di misure e azioni volte a rendere l’Europa un’economia più sostenibile e circolare e a far in modo che i cittadini usino i prodotti in plastica in modo più consapevole, ponendo attenzione a che essa non finisca dove non dovrebbe.

Le novità: divieti e limitazioni
La direttiva in questione punta l’attenzione sulla plastica monouso e prevede misure diverse da applicare alle differenti categorie di prodotti: obiettivo finale è - comunque e sempre - quello di mettere all’angolo i prodotti in plastica monouso, ovvero quelli destinati ad essere utilizzati una sola volta e poi gettati fra i rifiuti come cannucce, piatti e posate in plastica. Sono infatti questi prodotti la maggior causa di inquinamento dei mari e quelli che vengono più frequentemente trovati sulle spiagge e sugli attrezzi da pesca abbandonati: basti pensare che gli oggetti in plastica monouso rappresentano il 50% dei rifiuti marini. Per questo motivo, quando le alternative sono facilmente disponibili e accessibili, i prodotti in plastica monouso saranno banditi dal mercato: è questo il caso di bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, prodotti in plastica oxo-degradabile e contenitori per alimenti e bevande di polistirene espanso. L’idea è quella di realizzare un cambiamento nelle abitudini dei consumatori, come quello che ha già riguardato negli anni passati i sacchetti di plastica, sostituiti da quelli biodegradabili o da borse della spesa in stoffa o altro materiale da riutilizzare quando si va al supermercato (anche in quel caso a dare il via al cambiamento è stata una direttiva adottata nel 2015). Per altri prodotti in plastica, diversi da quelli sopra elencati, l’attenzione della direttiva si è concentrata sulla limitazione del loro uso (fissando l’obiettivo di ridurne il consumo a livello nazionale), ma anche sui requisiti di progettazione ed etichettatura e sugli obblighi di gestione e bonifica degli stessi una volta diventati rifiuti. 

L’idea dell’Unione Europea è quella di realizzare un cambiamento nelle abitudini dei consumatori, come quello che ha già riguardato negli anni passati, nei supermercati, i sacchetti di plastica, sostituiti da quelli biodegradabili

L’iter burocratico: a quando gli obblighi? 
Tecnicamente alla messa al bando della plastica monouso mancano ancora alcuni passaggi. Lo scorso mese di dicembre il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulle norme proposte dalla Commissione in materia di plastica monouso. L’accordo provvisorio raggiunto deve ora essere formalmente approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio e, dopo la sua approvazione, la nuova direttiva sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. A quel punto gli Stati membri saranno tenuti a recepirla entro due anni: questo significa che la messa al bando scatterà nel 2021. Unico divieto che, in virtù di una normativa nazionale, scatta invece già da quest’anno nel nostro Paese è quello che riguarda i cotton fioc: quelli in commercio, già dal 2019, dovranno essere biodegradabili e riciclabili. 

Vantaggi per l’ambiente, cifre e innovazione
Le nuove misure permetteranno di realizzare benefici non solo ambientali, ma anche economici. Secondo i dati diffusi dalla Commissione europea si eviterà l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di anidiride carbonica; si scongiureranno danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di euro entro il 2030; si genereranno risparmi per i consumatori dell’ordine di 6,5 miliardi di euro. Cifre a cui bisogna affiancare altri numeri: in Europa si producono ogni anno 58 milioni di tonnellate di plastica (fonte PlasticsEurope) e, restando invariati gli attuali trend di produzione, entro il 2050 la plastica potrebbe rappresentare il 20% del consumo di petrolio e il 15% delle emissioni di gas a effetto serra. Ecco allora che lo sguardo sul futuro si rivolge alla ricerca di strade alternative che mettano al centro soluzioni che guardano all’innovazione sia per la ricerca di materiali alternativi (le cosiddette bioplastiche),  che per lo studio di prodotti in plastica riutilizzabili, che per l’aumento della qualità e quantità della plastica riciclata: a fronte di 25 milioni di tonnellate di rifiuti plastici prodotti in Europa solo il 30% è avviato a nuova vita, mentre tutto il resto è incenerito o conferito in discarica. 



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