La-più-importante-tecnologia-è-la-persona

Cavalcare l’onda della trasformazione 4.0 non è più una scelta, ma, sempre di più, una via obbligata per garantire la competitività del sistema produttivo nel lungo periodo. È così che la pensa Gianluigi Viscardi, Presidente del Digital Innovation Hub Lombardia e Coordinatore nazionale della rete dei DIH di Confindustria: “Per le imprese la digitalizzazione è fondamentale anche per centrare gli obiettivi di sostenibilità sociale e ambientale e per diventare più resilienti di fronte alle sfide che il contesto mondiale ci pone di fronte”

‘‘La prima tecnologia abilitante della trasformazione digitale delle imprese sono le persone”. È così che la pensa Gianluigi Viscardi, Presidente del Digital Innovation Hub Lombardia e Coordinatore nazionale della rete dei DIH di Confindustria. 

Presidente Viscardi, dalla sua fondazione nel 2017, ad oggi, in che modo è cambiato il ruolo del Digital Innovation Hub Lombardia?
Le attività iniziali del DIH Lombardia sono state principalmente: sensibilizzazione sulle tematiche di industria 4.0 ed erogazione di Assessment di maturità digitale alle aziende, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni. Superata la fase di startup, il DIH si è evoluto, focalizzandosi anche sulla sensibilizzazione dell’importanza della catena del valore nel processo di digitalizzazione. La creazione di un modello di mappatura comune e condiviso ha permesso di estendere all’intera rete nazionale dei DIH di Confindustria i cosiddetti “progetti di filiera” (tra cui spiccano quelli che hanno visto come capofiliera Ansaldo, ABB, Leonardo e Hitachi e quello che ha coinvolto la filiera del Filo d’Oro). Oggi, stiamo lavorando alla “matrice 10x10”, un sistema per clusterizzare gruppi di imprese appartenenti allo stesso settore industriale, che presentano esigenze tecnologiche e funzionali comuni. 

Tecnologie e competenze giocano un ruolo da protagoniste nella trasformazione 4.0. Quanto conta per le imprese che vogliono raggiungere la maturità digitale investire nel capitale umano? Quanto nelle tecnologie? 
Fare innovazione digitale non significa semplicemente utilizzare le nuove tecnologie in quanto tali, ma partire da queste per ripensare e semplificare il processo produttivo. Per ridisegnare i modelli di business in una logica di apertura al cambiamento. Si tratta di un percorso pieno di rischi ma, anche e soprattutto, colmo di opportunità per le imprese che, per realizzare i loro obiettivi, hanno il dovere di integrare le tecnologie nella strategia dell’organizzazione. Questo cambiamento è fortemente legato alla componente del capitale umano. È fondamentale considerare le persone come fossero loro stesse una “tecnologia abilitante”. Non basta, quindi, acquistare le tecnologie. Bisogna investire, in particolare, nei giovani. Bisogna supportarli e guidarli per farli crescere professionalmente.

Quanto ha investito il DIH Lombardia in questi anni?
Le associazioni territoriali che fanno parte di Confindustria Lombardia hanno investito quasi 1 milione di euro negli ultimi 3 anni. Questo ha permesso alle imprese lombarde di usufruire dei servizi del DIH gratuitamente. È importante, però, che ci sia un investimento anche da parte delle Istituzioni. Lo strumento che potrebbe fornire delle risorse è il Pnrr che, tra l’altro, riconosce proprio ai DIH un ruolo importante in questo processo. 

Quali sono i servizi che vengono offerti alle imprese? Quali i risultati raggiunti? 
Il DIH Lombardia in questi anni ha svolto oltre 460 Assessment digitali e ha favorito l’orientamento verso l’innovazione raggiungendo circa 9mila imprese. Ha attivato alcune iniziative con il programma di Politiche Attive, sia a livello nazionale sia regionale, in collaborazione con Federmanager, per coinvolgere un elevato numero di manager esperti e attualmente inoccupati nel ruolo di supporto alle aziende nella esecuzione dell’Assessment e nel conseguente sviluppo della roadmap di trasformazione digitale. Dal 2020 ha avviato una collaborazione con il Competence Center Lombardo MADE, specializzato nella manifattura, organizzando diversi eventi di sensibilizzazione, raggiungendo oltre 560 realtà. 

I risultati del Report sul grado di maturità digitale delle imprese lombarde parlano chiaro. Le aziende, sia di piccole, medie o grandi dimensioni, sono pienamente orientate verso la trasformazione digitale e adottano sempre di più soluzioni di intelligenza artificiale. Quali sono le prossime sfide che attendono il sistema produttivo della Regione più industrializzata d’Italia?
Seppur il Report evidenzi che le realtà lombarde si stanno orientando verso l’adozione di soluzioni di IA, reputo prioritario sottolineare e ribadire per tutte le aziende, di ogni settore e di ogni dimensione, l’importanza del dato, alla base di ognuna delle tecnologie abilitanti. Per ogni impresa sarà fondamentale sviluppare una cultura fortemente basata sulla gestione dei dati che rappresentano il patrimonio informativo delle aziende e che sono la linfa vitale di un processo decisionale il più possibile efficace e strutturato. È quindi fondamentale rendere la conoscenza un patrimonio di tutta l’organizzazione. Avere sistemi in cui storicizzare i dati, condividerli, integrarli e renderli accessibili alle diverse aree aziendali, permette di ottenere numerosi vantaggi. Per concludere, credo che digitalizzare le imprese non sia più una scelta ma una condizione ormai necessaria per continuare a prosperare e raggiungere non solo gli obiettivi di business, ma anche quelli più a medio-lungo termine, come la sostenibilità ambientale e sociale e incrementare la capacità di resilienza delle aziende di fronte alle numerose sfide che negli ultimi due anni si sono materializzate nel mondo: pandemia, rincari delle materie prime, crisi energetica e da ultimo, per ordine cronologico, il conflitto russo-ucraino.  

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