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In tema di mobilità e infrastrutture il futuro ormai prossimo parla di digitalizzazione, sostenibilità, intermodalità e logistica integrata: a dirlo è il disegno strategico italiano per il Recovery Plan che, al suo interno, dedica un apposito capitolo alle azioni e alle risorse per l’alta velocità e le infrastrutture. Un capitolo che, per i prossimi sei anni, impegna risorse per 31,98 miliardi di euro spalmati su 4 linee progettuali declinate su di un duplice asse, quello dell’alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale 4.0 e quello dell’intermodalità e logistica integrata. Al di là delle cifre e delle pianificazioni di opere infrastrutturali anche importanti e in attesa di capire se il nuovo Governo confermerà l’impostazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del precedente Esecutivo, partendo dall’osservazione del nostro territorio e dello scenario post Covid-19 gli atavici problemi del sistema sembrano essere spesso il completamento, l’adeguamento, l’attenzione a nodi e interporti, il focus su primo e ultimo miglio degli spostamenti e l’utilizzo “razionale” delle infrastrutture esistenti. 

Lo stato dell’arte sul territorio

Esattamente al centro dei principali corridoi infrastrutturali europei. Sia quello che collega i grandi porti del nord, come Amsterdam con Genova, sia quello che parte da ovest, in Portogallo, per arrivare ad est fino a Kiev e da lì verso l’Estremo Oriente. E, in più, il trampolino sul mondo rappresentato da Malpensa. Varese è un punto strategico del sistema di trasporto continentale, soprattutto di quello merci. Un vantaggio che stiamo sfruttando appieno? Qual è lo stato dell’arte? Dove intervenire con nuove opere per essere più competitivi e creare nuova occupazione? Come creare le basi per una ragnatela stradale e ferroviaria sostenibile?

A fare una mappatura dello stato dell’arte a livello locale ci ha pensato uno studio, presentato durante un webinar a dicembre, condotto con il supporto di Uniontrasporti (società di sistema delle Camere di commercio italiane) all’interno del Progetto Interreg STICH il cui capofila italiano è Polis – Regione Lombardia e di cui Camera di Commercio di Varese è partner. Obiettivo? Analizzare la dotazione infrastrutturale dell’area insubrica, con particolare riferimento alla mobilità da e per il territorio della provincia di Varese e mettere a confronto esperti ed attori coinvolti sul tema delle infrastrutture.  
Ed ecco allora che il nostro territorio, sulla mappa, risulta posizionato all’incrocio di due corridoi di comunicazione impegnativi, quello Reno Alpi che collega i porti del nord Europa al porto di Genova, e quello Mediterraneo che connette la penisola iberica con il confine ungherese-ucraino. Una posizione che comporta un alto livello di traffico di attraversamento che va a sommarsi ai flussi generati da residenti e imprese. Se per i residenti la mobilità più importante è quella che riguarda gli spostamenti verso Milano per motivi di lavoro, le imprese del territorio – con la loro forte e strutturale vocazione all’export – rappresentano un importante bacino di domanda di infrastrutture. Principali generatori ed attrattori di traffico sono in particolare due punti situati a sud della città capoluogo, ovvero l’aeroporto di Malpensa e il Terminal Hupac di Busto Arsizio. Basti pensare che – prima della pandemia, ovvero nel 2019 – dallo scalo della brughiera sono transitati 29milioni di passeggeri e la Cargo City aeroportuale assorbiva il 50% del traffico cargo del nostro Paese: una situazione in grado di riversare 2mila veicoli pesanti sulle arterie stradali limitrofe. A ciò si aggiungono i 1.500 veicoli pesanti in entrata e in uscita dallo scalo Hupac, punto di riferimento per i servizi intermodali da e verso il centro e nord Europa. Se questo è il panorama, ne consegue che le reti stradali e ferroviarie si trovano a gestire volumi di traffico eterogeneo (locale, nazionale, internazionale, a breve e lunga percorrenza) e, talvolta, superiore alle loro capacità strutturali, con conseguenti fenomeni di congestione. Gli interventi per dare ossigeno al sistema sono noti e fanno parte di una serie di opere spesso di completamento o di adeguamento. Basti pensare alla realizzazione del collegamento ferroviario tra il Terminal 2 dell’aeroporto e Gallarate. Si tratta di 4,6 chilometri di tracciato che permetterebbe l’interscambio, anche con l’alta velocità migliorando notevolmente la connettività con l’area metropolitana milanese. Un progetto che ha già trovato le fonti di finanziamento a livello Europeo ed era arrivato - dopo aver incassato tutti i pareri favorevoli - ai nastri di partenza a dicembre dello scorso anno, ma che è stato bloccato per il dissenso di un’unica Amministrazione Comunale: uno stop che ha visto la reazione compatta del mondo imprenditoriale varesino. Camera di Commercio, Confartigianato, Uniascom e Unione degli Industriali della Provincia di Varese hanno parlato con voce unanime in una nota stampa congiunta. “Non si può costruire il futuro di un Paese e di un territorio sul diritto di veto. Bisogna tornare ad affermare il diritto delle nostre comunità all’interesse generale. Malpensa è una priorità”, ha tuonato il Presidente di Univa, Roberto Grassi.

Le sfide per passeggeri e merci

Se questo è il panorama, la pandemia ha certamente segnato una profonda cesura, rispetto alla domanda di trasporto, sia per le persone che per le merci. Smart working, maggiori esigenze di sicurezza personale, aumento del ricorso all’e-commerce, ingenti domande di trasporto di ausili e materiali medici: sono tutti fattori che hanno e avranno ricadute importanti sui flussi di traffico.
Sul fronte dello sviluppo infrastrutturale e della mobilità dei passeggeri, gli interrogativi e le sfide sono molti. “Con la pandemia – dice Leonardo Cesarini, della direzione Commerciale Trenord – abbiamo registrato una contrazione significativa della domanda di trasporto passeggeri e ancora non siamo tornati ai livelli pre-Covid. Il nodo per noi resta quello degli orari di punta che vanno decongestionati. La sfida in termini di sostenibilità è invece rappresentata dal progetto dell’Hydrogen Valley, ovvero l’utilizzo di treni a idrogeno che si realizzerà entro il 2023 in Valcamonica”. Lavorare sugli orari e sulla razionalizzazione della fruizione dei mezzi, così come un maggior impegno sul fronte della sostenibilità, sono punti in comune anche oltre confine. “Anche per noi in Canton Ticino la contrazione è stata notevole – afferma Roberta Cattaneo, della direzione regionale FFS, regione Sud –. Tra le soluzioni c’è quella sicuramente di spalmare meglio gli orari di utilizzo, grazie al dialogo con le istituzioni del territorio a partire da scuole e Università. La spinta per un maggior utilizzo per noi passa dalla creazione, nei pressi delle stazioni, dei cosiddetti hub di mobilità, con biciclette e servizi connessi a disposizione in modo da risolvere il problema dell’ultimo miglio per chi decide di spostarsi con i mezzi, scegliendo una soluzione divertente ed ecologica”.

A fare una mappatura della situazione è il Progetto Interreg STICH il cui obiettivo è analizzare la dotazione infrastrutturale dell’area insubrica, con particolare riferimento alla mobilità da e per il territorio della provincia di Varese e mettere a confronto esperti ed attori coinvolti nel settore trasporti

Altro piano di ragionamento è quello che riguarda l’efficienza logistica e la mobilità delle merci. Il settore offre numerose opportunità, anche in termini di crescita occupazionale, non solo economica. Ma non è solo una questione di opere e cantieri. La creazione di nuovi profili professionali è un punto su cui pone l’accento Piero Solcà, Director terminal Infrastructures & Services Hupac SA: “Occorre guardare non solo al dato infrastrutturale, ma anche ai processi, al personale e alla sua formazione”. Sulle sfide e le prospettive future, invece, la svolta arriva dalla recente apertura della galleria di base del Ceneri e del tunnel di base del Gottardo, due passi importanti che si traducono tra le altre cose in treni più lunghi e pesanti (treni merci con una lunghezza fino a 750 metri) e nel taglio di circa due ore per la tratta da Rotterdam a Milano. Restando in tema di traffico merci un punto di vista differente è quello che riguarda il trasporto aereo. 
“Il traffico Cargo a Malpensa – afferma Giovanni Costantini, Cargo Manager Sea Aeroporti di Milano – ha mostrato segnali di resilienza. Se prima del Covid circa il 30% del traffico merci di Malpensa viaggiava nelle stive degli aerei passeggeri, la forte contrazione di questi voli ha visto crescere voli cargo, voli espressamente dedicati all’e-commerce e l’avvio di un hub DHL a Malpensa: il tutto ha fatto sì che i livelli di merci movimentati, a ottobre 2020, era tornato a livelli pre-crisi e addirittura a novembre questo livello è stato superato”. La fiducia rispetto al futuro? “Per noi – dice ancora Costantini – arriva dai dati che abbiamo appena visto e dalle analisi macro economiche secondo le quali il commercio dovrebbe riprendere in maniera abbastanza coerente rispetto al passato nei prossimi anni”.  

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