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Tornare a casa, a Origgio, dopo la delocalizzazione della produzione oltre confine: una scelta valoriale, ma soprattutto economica. La storia di Ditec Spa, marchio noto nel mondo per i sistemi di automazione per cancelli, porte da garage e porte industriali

‘‘L’orgoglio di reinvestire nel sistema Italia”. Potrebbe essere una felice definizione del termine “reshoring”, un fenomeno economico di cui tanto si parla e che desta un notevole interesse, ma anche – non si può nascondere – una certa perplessità. C’è davvero chi lo mette in pratica? Certamente. Le parole programmatiche, infatti, sono quelle di Matteo Fino, Amministratore Delegato della Ditec Spa di Origgio, specializzata nei sistemi di automazione per cancelli, barriere automatiche, automazioni per porte da garage e portoni industriali, porte automatiche e porte rapide. Un nome noto a Varese e nel mondo: è possibile che anche il cancello elettrico della vostra abitazione o del vostro luogo di lavoro sia firmato Ditec. Orgoglio, quindi, nel raccontare la storia di un’azienda che ha messo in pratica proprio di recente il tanto acclamato reshoring. Ma non solo, perché non si tratta di una questione meramente “sentimentale”, seppure di valore, ma di un progetto aziendale concepito in epoca pre-Covid e concretizzatosi a febbraio 2021. Con precisi obiettivi economici. 

“Abbiamo riportato in Italia le linee produttive della linea di prodotto Cancelli Automatici che avevamo all’estero, creando una trentina di posti di lavoro e riavvicinandole al nostro centro Ricerca e Sviluppo, che invece è sempre rimasto qui, a stretto contatto coi nostri principali mercati. A questo si aggiunge l’orgoglio di aver saputo spiegare ai vertici del gruppo multinazionale, di cui Ditec fa parte, le ragioni della scelta strategica e di aver avuto il via libera a procedere” spiega Fino.

Andiamo con ordine: la Ditec – dal 2009 parte del gruppo svedese ASSA ABLOY, leader mondiale dei sistemi di chiusure e sicurezza, e presente anche a Mogliano Veneto (Treviso), dove si progettano le automazioni per cancelli - nasce nel lontano 1974. La crescita progressiva ma costante, dapprima in Italia, poi nel mondo, ne fa una vera e propria multinazionale “tascabile” di matrice italiana. A seguito dell’ingresso nel gruppo, è inevitabile una fase di ottimizzazione dell’assetto logistico-produttivo, con la decisione di delocalizzare alcune linee in Cina e Repubblica Ceca. Oggi, a fronte di uno scenario macro-economico fortemente mutato, il ritorno in Italia con relativi investimenti. 

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“Crediamo nel ritorno per diversi motivi. Innanzitutto, per un’azienda che qui ha mantenuto la propria Ricerca e Sviluppo è fondamentale riportare la produzione in Italia: avere la produzione vicino a dove si concepisce l’idea ha un valore altissimo, in assoluto e, in particolare, per noi”. Ma non è l’unico punto di forza. “C’è poi un vantaggio in termini di distanza dai mercati principali per poter reagire con maggiore tempestività e flessibilità alle richieste: anche questo aspetto è fondamentale”. E i vantaggi non sono legati solo alla singola azienda ma all’intero settore. “C’è tutto un tema che probabilmente sfugge al consumatore finale: quello dell’indotto. L’Italia, soprattutto Nord-Est ed Emilia, è una eccellenza assoluta al mondo per quanto riguarda i cancelli automatici. Ritornare a casa, significa anche essere più vicini alla catena di fornitori di qualità, ottimizzando un bacino di competenze da non sottovalutare”. E, seppure la scelta di riportare a casa la produzione sia nata in epoca pre-pandemica, ora sul piatto si aggiungono altri fattori. “Oggi il problema dei costi di trasporto via mare, ci avrebbe comunque portato a cercare urgentemente delle alternative che invece, fortunatamente, avevamo già analizzato e trovato. Certo, il lockdown ci ha fatto ritardare di qualche settimana la messa in atto di un progetto, che, però, era già avviato.” Ma il virus, per Ditec e le aziende del settore, ha portato anche altre conseguenze.

“Il settore residenziale ha assistito ad una forte espansione post lockdown. Per Ditec la crescita, unita al ritorno in Italia, significa poter investire ancora di più in innovazione di prodotto”

“Dopo il primo lockdown ci siamo resi conto di una ‘stranezza’. Mentre i mercati mettevano in evidenza una certa cautela negli investimenti, il settore residenziale assisteva ad una evidente espansione a partire da luglio 2020. Alla base di questo trend, riteniamo che ci sia il fatto che il consumatore finale ha riscoperto il valore della casa e, mentre spendeva meno in altro, abbia deciso di investire sul proprio comfort e sicurezza. Per quanto riguarda noi oggi, è ovvio che avere le linee produttive vicino alla Ricerca e Sviluppo ci permette di rispondere più efficacemente e tempestivamente, a questa domanda crescente. Inoltre, ci consente di investire nel prodotto, soprattutto nella parte di intelligenza elettronica. Questo anche grazie al Dna del Gruppo, da sempre caratterizzato da una alta capacità di innovare per rispondere alle esigenze del cliente. Per dare un’idea in numeri, questa capacità ci ha già permesso di rinnovare il catalogo prodotti dell’85% negli ultimi cinque anni. L’appuntamento per presentare le prossime novità e finalmente incontrare i nostri clienti sarà la fiera Sicurezza 2021 a Milano a novembre”. Porte aperte all’innovazione, quella targata made in Italy.  

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