Destinazione-Asia

Aumentare i collegamenti aerei tra Malpensa e la Cina: questo l’appello di Sea per riequilibrare la situazione con lo scalo romano di Fiumicino e colmare il gap con altri Paesi europei

La TechMission 2019 ha dimostrato, ancora una volta, quanto sia strategico per le imprese il mercato cinese. Raggiungere con comodità il gigante asiatico diventa fondamentale se si vogliono sviluppare modelli vincenti di business che portino alla crescita delle aziende. Il tema dei collegamenti tra l’aeroporto di Malpensa e la Cina è purtroppo un tasto dolente, come denunciato da Sea, la società che gestisce lo scalo della brughiera. Il problema è rappresentato dalla scarsità delle rotte: una questione da affrontare al più presto dal momento che Pechino rappresenterà l’area geografica con i più alti tassi di crescita in termini di traffico nei prossimi decenni. L’obiettivo deve essere, insomma, quello di favorire l’ampliamento dei collegamenti diretti tra Malpensa e gli aeroporti cinesi, in una duplice ottica: agevolare gli scambi commerciali, ma anche intercettare significativi flussi turistici. 

Purtroppo l’Italia, e non solo lo scalo della brughiera, scontano un ritardo nei confronti di altri Paesi europei, come ad esempio Gran Bretagna, Francia e Spagna, che grazie ad accordi bilaterali siglati tra i loro Governi e quello cinese, dispongono di un numero doppio di voli settimanali rispetto all’Italia. Ma c’è un ulteriore aspetto di cui tenere conto e che purtroppo penalizza il nostro Paese.Oltre infatti ad avere siglato accordi bilaterali con le autorità di Pechino, “strappando” qualche volo settimanale in più, i vettori di quei Paesi europei operano almeno in parte le rotte consentite in aggiunta a quelle operate dai vettori cinesi, che tendono a sfruttare a pieno i diritti di traffico previsti dagli accordi. 

L’Italia, insomma, “paga” anche da questo punto di vista; oltre al minor numero di frequenze consentite, anche la debolezza dei vettori nazionali. La situazione si fa ancora più impari se si analizzano i collegamenti tra la Cina e il Nord Italia, in particolare Malpensa: il gap in questo caso è stato quantificato da Sea in almeno tre o anche quattro voli giornalieri. Attualmente, il nostro Paese può contare su 49 voli settimanali con la Cina e di questi, ben 33 operano sull’aeroporto di Roma Fiumicino e soltanto 16 sullo scalo varesino. Un altro handicap con la capitale è rappresentato dal numero di città cinesi collegate direttamente con i nostri aeroporti: Fiumicino con 9, Malpensa solo con 3. Una disparità che non ha ragion d’essere, soprattutto se si vanno a valutare e confrontare i numeri relativi agli arrivi di cittadini cinesi nel Lazio e in Lombardia, che in realtà si equivalgono. Analizzando invece il numero di cittadini italiani che raggiungono la Cina, la nostra regione rispetto a quella laziale segna un + 40% di viaggiatori, questo anche grazie all’incidenza dei viaggi d’affari.  Sea sottolinea che la mancanza di collegamenti diretti con il gigante asiatico comporta anche uno svantaggio competitivo nell’interscambio commerciale, tenuto conto che circa i due terzi degli scambi tra i due Paesi sono concentrati nel Nord Italia e più voli diretti sugli scali del Nord, Malpensa prima di tutti, implicherebbero maggiore capacità cargo nelle stive degli aerei. 

L’incremento del numero dei voli da Malpensa non danneggerebbe il traffico su Fiumicino, perché soltanto il 3% del traffico passeggeri diretti dal Nord Italia verso la Cina transita via Roma; la restante parte di passeggeri verrebbe “sottratta” ad aeroporti stranieri, che godono in questo momento di una grande capacità di offerta di voli verso l’Asia. Per porre fine a questo squilibrio, che rischia di penalizzare sempre di più l’economia non solo del nostro territorio ma anche di tutto il Nord Italia, occorre quindi uno scatto in avanti della politica e delle istituzioni. Incrementare i collegamenti aerei e le rotte tra Malpensa e la Cina non è un’operazione che si può concludere dall’oggi al domani.

Occorre portare a termine un accordo bilaterale tra i due Paesi e in quel contesto ampliare il tetto delle frequenze settimanali, indirizzando i nuovi diritti e i futuri voli sugli aeroporti e sulle aree di Italia e Cina con il maggiore squilibrio tra domanda e offerta. Aumentare il numero dei voli deve essere una priorità, visto il potenziale reale che oggi già esiste a livello di scambi commerciali; incrementare i collegamenti tra Malpensa e la Cina significa consentire alle imprese di cogliere quelle opportunità di crescita che un rapporto stretto con Pechino può generare. Oggi, la Cina è il settimo partner commerciale dell’Italia e rappresenta il nono mercato di destinazione delle nostre esportazioni: nel 2018, le nuove aziende italiane registrate nel gigante asiatico sono aumentate del 28% rispetto all’anno precedente. Numeri che dimostrano ancora una volta la necessità di avere rapporti economici stretti con la Cina, che passano inevitabilmente anche da più frequenti collegamenti aerei. 

 

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