Tre imprese di settori diversi raccontano come, tra incentivi e semplificazioni, l’alleanza pubblico-privato, a partire dall’accesso ai fondi di Regione Lombardia, possa rendere un territorio più smart

Guardare al bicchiere mezzo pieno, non per falsi ottimismi, ma per progettare con consapevolezza lo sviluppo. È uno dei temi emersi durante la tappa varesina del roadshow “Smartland – La Lombardia del futuro”. Il messaggio è chiaro: se la Lombardia è ancora locomotiva del Paese, partiamo da qui, dall’energia che la alimenta. Tra gli strumenti smart a disposizione delle imprese lombarde naturalmente anche quelli finanziari e di collaborazione con il pubblico, raccontati in un panel dal titolo “Percorso netto: tra incentivi e semplificazione, quando funziona l’alleanza pubblico-privato” da tre imprese accomunate dalla propensione alla crescita, ma operanti in mercati molto diversi.

Partiamo dall’automotive, importante seppur non unico comparto di business in cui opera la Spm di Brissago Valtravaglia, un comune varesino di poco più di 1.200 abitanti. “Il settore dell’auto si mostra in crescita”, spiega alla platea Giovanni Berutti, Managing Director dell’azienda il cui acronimo sta per Sigilli in Plastica e Metallo e che, tra le sue tre anime, produce componenti originali per interni ed esterni di automobili. Per fare un esempio, i loghi delle vetture dei più prestigiosi produttori al mondo sono made in Brissago: anche sulla Tesla nello spazio c’è la firma di Spm. Dettagli di pregio che contribuiscono a rafforzare l’immagine e la riconoscibilità di un marchio e che quindi devono soddisfare gli standard di qualità più elevati, compresa la durabilità. “L’andamento di mercato – sottolinea Berutti – da una parte pone la difficoltà di stare al passo con la crescita, dall’altra mette un argine alla concorrenza perché occorre una grande capacità di innovazione che noi possiamo garantire. I finanziamenti aiutano in questo: ad esempio, abbiamo fatto ricorso ad un finanziamento della Regione Lombardia per acquistare un macchinario che permette di ottenere un effetto cromato senza tecnologia galvanica, con una tecnologia a basso impatto ambientale ed energetico. Duplice obiettivo, quindi: riduzione dell’impatto ecombientale e aumento della capacità produttiva”. Al tema dei finanziamenti, l’imprenditore associa poi quello degli investimenti pubblici, necessari e fondamentali per l’economia del Paese. L’esperienza di Pechino insegna che, se c’è il sostegno pubblico, quella di un grande evento, come le Olimpiadi, può essere un’ottima occasione per lo sviluppo delle infrastrutture. Esempio non casuale perché la seconda anima dell’azienda (la terza è legata al fashion) è la produzione di equipaggiamenti per gli sport e le Olimpiadi invernali ed Spm sarà anche a Pechino 2022.

Completamente diverso il settore di Tenova, la società del gruppo Techint con sede principale a Castellanza, nome di riferimento mondiale per le soluzioni innovative, sostenibili e sicure per il settore metallurgico e minerario. “Dobbiamo impegnarci a vedere le cose belle che si fanno in Italia e in Lombardia in particolare”, così Enrico Malfa, Direttore Ricerca e Sviluppo dell’azienda. “Pensiamo al tema della sostenibilità e all’acciaio sostenibile”. Per chi non lo sapesse, infatti, quasi la metà dell’acciaio prodotto in Italia è lombardo. Un settore che è esempio concreto di economia circolare, con 14 milioni di tonnellate di rottami raccolti (dati 2018), trasformati in nuovo acciaio in un ciclo che consente di definirlo un “materiale permanente”. “Le tecnologie digitali, che si possono implementare nel settore della produzione di acciaio, anche grazie a finanziamenti ad hoc nell’ambito degli accordi di programma Stato-Regione, ci permettono di fare sempre meglio in quest’ambito – chiarisce Malfa –. Un caso evidente è quello della gestione del parco rottame che stiamo portando avanti come Tenova insieme ad Ori Martin nel nostro progetto LightHouse del Cluster Nazionale Fabbrica Intelligente denominato Acciaio4.0: grazie all’analisi di immagine e ad uno scanner 3D possiamo individuare la posizione del rottame in uno spazio ampio come un campo da calcio e possiamo saperne l’origine, le caratteristiche tecniche e la quantità. In questo modo, si riducono i possibili errori e i tempi delle operazioni di gestione del rottame. Pensiamo poi al progetto di additive manufacturing denominato Made4Lo, generato nell’ambito dell’Associazione Fabbrica Intelligente Lombarda che ha permesso di costruire una rete regionale di Pmi e università: l’iniziativa si pone come obiettivo principale la realizzazione di una piattaforma diffusa e integrata nel territorio lombardo che copra l’intera catena del valore per le tecnologie di realizzazione di componenti metallici attraverso stampa 3D”.

Dalla Terra allo spazio, il terzo caso emerge dal racconto di Giuseppe Cilia, Presidente di Optec, azienda di Parabiago che produce sistemi ottici ed optoelettronici per le più svariate applicazioni e i più disparati settori anche per applicazioni estreme: come le lenti speciali adottate da Nasa e Agenzia spaziale europea per le missioni degli Shuttle e della Stazione spaziale orbitante. L’azienda punta ovviamente grandemente sulla ricerca: grazie ad un finanziamento regionale ha potuto sviluppare tecnologie all’avanguardia nel medicale, insieme a gruppi di aziende tra cui l’Humanitàs di Rozzano e di sistemi di visione per il settore automotive per la guida automatica. “Noi ci mettiamo creatività made in! – sottolinea Cilia – Ci piace pensare che non sviluppiamo prodotto ma tecnologia”. Una tecnologia che andrà nientemeno che sulla Luna. 

Una Smartbank per SmartLand

Non di soli finanziamenti pubblici vivono oggi le imprese, ma anche di strumenti di accesso al credito innovativi, flessibili, personalizzati. “Oggi ci sono tutte le condizioni per creare credito nel territorio – spiega, Luca Gotti, Responsabile Macroarea Territoriale Bergamo e Lombardia Ovest di Ubi Banca –. Le condizioni per permettere alle imprese di investire sono la presenza di banche con una buona solidità e le condizioni di liquidità. Due circostanze che oggi si trovano. Il dato generale che emerge sugli investimenti è, però, un dato modesto: dipende dal fatto che ci sono imprese molto virtuose sul territorio e altre che ancora stanno cercando di ritrovare un proprio ruolo. Chi investe punta soprattutto sull’innovazione e sul mercato internazionale. Si tratta di imprese caratterizzate da tasso di fatturato dall’export alto e dinamiche di forza. Le imprese devono comprendere che in questa fase storica esiste sì incertezza di sistema, ma in realtà non ci sono limiti strutturali nel credito. Nel settore industriale, data la sofferenza precedente, l’incertezza è assolutamente normale. Questo è un primo problema. Il secondo, riguarda le transazioni, che per l’85% sono virtualizzate. Parliamo di un processo ormai avanzato: resta il tema di aiutare le imprese in questo. Una SmartLand richiede una Smartbank, relazioni intelligenti non solo economiche ma anche di benessere e sviluppo collettivo”.



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