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A Maccagno l'arte di Lombardia

In mostra fino a marzo al museo Parisi Valle la generazione anni'60 degli artisti contemporanei lombardi.

Sono una quarantina gli artisti che espongono le loro opere nelle sale del museo Parisi Valle di Maccagno, nella bella struttura realizzata a cavallo delle acque del Giona dall'architetto Maurizio Sacripanti. La rassegna "Arte Contemporanea in Lombardia. Generazione anni '60", curata da Claudio Rizzi e organizzata da Ad Acta Associazione culturale, con la partecipazione e il contributo della Regione, si propone come secondo spaccato della realtà artistica regionale, dopo un primo appuntamento con la Generazione anni Cinquanta. S'aggiungeranno, entro un biennio, altri due avvenimenti d'arte complementari: un incontro con i nati negli anni Settanta e un excursus dedicato alla generazione degli anni Quaranta, sempre in ambito lombardo.
La mostra rientra in quel quadro di eventi del territorio - tra cui sono anche concerti e preziosi allestimenti di interesse storico-collezionistico - che segnalano da tempo l'istituzione museale. Non è del resto fatto nuovo che Maccagno - nota già in epoca romana per la presenza di una zecca imperiale - rappresenti da sempre un lembo del luinese privilegiato da presenze culturali: per citarne alcune, i "cantori" Chiara e Sereni, il Nobel Dario Fo, o i due diletti figli ricordati anche nella locale toponomastica, lo studioso Leopoldo Giampaolo e lo stesso Vittorio Parisi, l'artista che da alcuni anni è tornato a risiedere nella sua piccola patria.
Per tornare alla rassegna, accanto alla stimolante collezione permanente di opere realizzate o collezionate (e donate) al museo da Vittorio Parisi, è dunque possibile, fino all'8 marzo, avvicinarsi ai lavori dei quaranta artisti lombardi e alla loro ricca varietà di tematiche, tecniche e percorsi. Ad accomunarli, come sottolinea Raffaele De Grada nella prefazione al catalogo (Nicolini editore), è l'appartenenza ad una generazione di artisti che non possono dirsi seguaci di un maestro o di una scuola, così come avveniva in epoche precedenti, ma che sono abituati ad andare ciascuno per la propria strada, votati a un'assidua ricerca individuale; pur vantando molti anche "esperienze di bottega" con artisti di primo piano, nonché la costante attenzione di autorevoli critici - tra gli altri Rossana Bossaglia, Luciano Caramel, Achille Bonito Oliva, Martina Corgnati, Flaminio Gualdoni, Emilio Tadini, Mario De Micheli. Sono piuttosto da valutare, sottolinea ancora De Grada, "per la genialità che rivelano e per il mestiere che mostrano di avere acquisito".
Se la scultura esposta a Maccagno s'applica a combinare tra loro manualità, materiali e simbologie diverse in un'accomunante ricerca di levità (Alex Corno come Valdi Spagnolo, come Paolo Bonaldi o Chiara Ricardi) la pittura flirta con la fotografia (Walter Capelli), con il collage (Federico Guida) o con la stampa (Riccardo Paracchini) e si concede il lusso, antico e nuovo, di una varietà infinita di temi, soggetti, e tecniche. Il tutto nella esasperata sottolineatura del senso di individualismo e smarrimento di una generazione insieme lontana e vicina, nell'arte come nella vita, ai propri padri. Tracce segrete, nuova ossessione, codice bianco, errori, boschi della memoria, maschere e bandolo dell'impossibile, derive occasionali, ombra, sogni, sono alcuni tra i significativi titoli delle opere esposte. I riferimenti alla cronaca e all'attualità, interiorizzati sino a diventare fatti intimi, occultati nel guscio ermetico dell'io, glissano, tra atmosfere e velature coloristiche, dietro segni appena concessi, s'infiltrano nei corpi nudi e vulnerabili o negli sguardi sgranati dei soggetti umani minacciati dal dramma (Francesco Merletti): pronti a rimbalzare verso cieli dove solitarie dimore, perfettamente riconoscibili (Marco Petrus, Luca Pignatelli, Leonida De Filippi) oppure sprofondate nell'universale angoscia di tutti gli agglomerati urbani del mondo (Velasco), parlano di altre vite e storie che mai s'incontreranno.
E ancora, mentre la scultura esposta qui, più autonoma e altera, sembra cercare verso l'alto, la pittura guarda diritto davanti a sé. Quasi reclamasse, in chi l'osserva, un interlocutore disposto a lasciarsi coinvolgere fino in fondo, confessando il proprio disarmato e testardo ancoraggio a una realtà sempre più difficile da vedere: quella che l'artista deve mostrare, filtrata dal proprio sguardo - com'è suo intendimento e compito - agli altri. "E' come se il pittore - scriveva Emilio Tadini nel '94 a proposito dell'opera di Bruno Zappetti, tra i presenti a Taccagno - si trovasse di fronte a qualche buio piuttosto angoscioso e si sforzasse di diradarlo una pennellata dopo l'altra."
La mostra si sposterà in seguito al Museo d'Arte Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti a Mantova e allo spazio Guicciardini di Milano.

Arte Contemporanea in Lombardia
Generazione Anni '60
17 dicembre 2005-5 marzo 2006
Civico Museo Parisi Valle, Maccagno
Via Leopoldo Giampaolo, 1 - Tel. 0332 561202
Venerdì, sabato, domenica e festivi 10.00-12.00/15.00-18.00
Ingresso 2,60 (ridotto 1,60) euro

01/20/2006

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