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Troppe alluvioni, il Varesotto va sempre K.O. Danni per 77 miliardi, 400 imprese colpite. Ancora poco si è fatto per evitare i disastri causati dai corsi d'acqua. L'emergenza è passata, la grande paura e i danni rimangono. Soltanto per l'apparato economico le cifre evidenziano perdite dell'ordine delle decine di miliardi: 400 le imprese coinvolte. Attorno ai 12 miliardi i danni subiti dall'apparato industriale. Le località lungo il Lago Maggiore sono state devastate: nella sola Luino si parla di danni per circa 18 miliardi subiti dalle strutture private, tra case e immobili a uso abitativo ed esercizi commerciali; duramente colpito anche il patrimonio comunale, con danni quantificabili attorno ai 3 miliardi.
Se la storia è veramente maestra di vita, non possiamo evitare di alzare con forza la richiesta alle autorità competenti di agire in modo adeguato e al più presto. Nella notte fra domenica 15 e lunedì 16, il fiume Olona è fuoriuscito in via Milano devastando l'ex palazzina dei vigili, oggi sede dell'Associazione musicale Jubilate, di alcune società sportive e di altri sodalizi. Danni per un centinaio di milioni tra computer, mobili, strumenti musicali e altre attrezzature distrutte. Sono stati distribuiti 2.500 sacchetti di sabbia e transennate le zone cittadine più a rischio, come il punto in piazza Carroccio dove la pressione dell'acqua (il fiume scorre sotto il livello della strada) ha aperto una lunga crepa. Il livello delle acque è, poi, lentamente sceso, ma la paura resta. L'Olona, infatti, ormai ciclicamente va soggetto a piene che colpiscono duramente l'intera Valle. Le sue esondazioni hanno procurato nel recente passato, a più riprese, ingentissimi danni sia alle attività produttive, sia agli insediamenti abitativi. L'alluvione del settembre 1976 causò danni per oltre 51 miliardi: tra la fine di settembre e la metà di novembre il fiume ruppe gli argini tre volte. Gravissimi, poi, i bilanci delle devastazioni del 1992 (si parla di circa 250 miliardi) e del 1995. Anche negli anni Sessanta, però, - e ancor prima nel 1951 - il fiume aveva fatto le bizze. Eppure negli anni Ottanta vennero individuate delle possibili soluzioni per il contenimento del rischio di esondazione: in primo luogo, la cassa di laminazione a Malnate, in località Ponte di Gurone, e, successivamente, altri manufatti simili posti più a valle lungo il corso dell'Olona. Proprio nel 1980 l'Associazione per la tutela del fiume Olona e del suo territorio (costituita da una serie di imprese industriali) finanziò il progetto di massima della cassa di laminazione, che fu presentato nel luglio del 1981. Il progetto venne condiviso e fatto proprio dal Magistrato del Po, che addirittura lo portò ad ulteriori sviluppi mediante la previsione di altre casse di lavorazione poste lungo l'asta del fiume. | ||||||||
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