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Alta velocità, Varesotto di striscio

La Svizzera ha deciso: il prolungamento verso sud dell'Alta velocità "Alptransit" prenderà la direzione Bellinzona-Milano attraverso un nuovo tunnel sotto il Monte Ceneri. La provincia di Varese si troverà al centro delle due direttrici dell'Alta velocità in corso di realizzazione nella Confederazione elvetica, Alptransit e Loetschberg. Quale scenario per il territorio?

Alta velocità ferroviaria non significa soltanto Val di Susa e relative polemiche, ma anche progetti di sviluppo sostenibile e opportunità economiche. Il piano delle due grandi direttrici Tav europee (Lisbona - Kiev e Rotterdam - Genova) sfiora anche la provincia di Varese. In particolare la seconda, che vedrà, in territorio elvetico, addirittura uno sdoppiamento mediante i due nuovi trafori di base del San Gottardo (Alptransit) e del Sempione (Loetschberg). La Provincia di Varese si sta attrezzando per sfruttare un collegamento almeno indiretto, soprattutto per quanto riguarda il traffico merci. Le due tratte strategiche per raggiungere lo scopo sono il collegamento tra Arcisate e Stabio (ancora in fase di progettazione) e il potenziamento della linea del Verbano, tra Luino e Laveno, verso Sesto Calende.
La novità degli ultimi mesi, che ha confermato le previsioni di villa Recalcati, è il via libera da parte del governo Svizzero al completamento dell'Alptransit tra Milano e il Canton Ticino lungo il versante comasco: dopo il traforo di base del San Gottardo, fra Svizzera tedesca e italiana, sarà realizzato il tunnel di base del Monte Ceneri, tra Vezia e Vigana nella Svizzera italiana, così da creare una tratta di traffico internazionale verso Sud (Lugano-Chiasso e indirettamente anche Varese-Malpensa). Il primo cantiere sotto il Monte Ceneri è stato aperto a metà novembre e la galleria verrà completata nel 2017: "Mi aspettavo che gli svizzeri confermassero la decisione di scavare il traforo sotto il Monte Ceneri. Questa scelta condizionerà meno la nostra provincia nel traffico dell'Alta velocità". Lo spiega il vice presidente dell'ente provinciale e assessore al Territorio Giorgio De Wolf, che parla di scelte di lungo periodo, ma non nasconde il coinvolgimento della Provincia in uno dei progetti di completamento dell'opera.
Infatti, a Ovest del Gottardo, la galleria del Loetschberg, collegata con la linea Sempione - Domodossola - Novara, è stata progettata e costruita a binario unico e non sarà in grado di assorbire tutto il traffico merci di quella tratta. Una parte dei convogli provenienti da Nord e diretti a Novara e Genova saranno quindi dirottati, prima del Loetschberg, sulla direttrice del Gottardo. Per farli tornare verso Novara, sarà necessario uno scolmatore in provincia di Varese, in grado di riportare i treni da Bellinzona verso la sponda piemontese del lago Maggiore. E' in corso uno studio di fattibilità che coinvolge direttamente il Nord della provincia: "Per ritornare sulla linea originaria - continua De Wolf -, il traffico dirottato dal Loetschberg al Gottardo necessita di un collegamento efficiente tra la Svizzera (Vezia o Bellinzona) e l'asse ferroviario novarese". Il progetto "Alptransit Sud", frutto di una convenzione bilaterale italo-svizzera stipulata il 2 novembre 1999 e aggiornata nel 2005, prevede la cosiddetta Gronda Ovest, il cui percorso, che sarà inevitabilmente realizzato in provincia di Varese, è ancora incerto: "Ci sono tre ipotesi al vaglio di Rfi (Rete ferroviaria italiana). Una di esse, che pare essere la migliore e la più economica, prevede un potenziamento della linea del Verbano". Si tratta della variante denominata "Laca" cioè Laveno - Luino - Cadenazzo (Bellinzona). Una linea attualmente a binario unico sebbene vi transitino quotidianamente oltre 70 treni, in prevalenza merci. La convenzione bilaterale italo-svizzera presenta così il progetto dello scolmatore "Laca": "La variante - si legge nel documento - rimane in affiancamento alla linea esistente ed entra in galleria in prossimità del tunnel dell'attuale linea Bellinzona - Luino. Si allontana dall'attuale tracciato e prosegue in direzione Nord con una galleria di quasi 21 chilometri. Lo sviluppo sul versante italiano è di 12,5 chilometri".
Ovviamente, fino all'eventuale conferma, quella del potenziamento della linea di Luino rimane solo un'ipotesi (in alternativa si propone una nuova linea di collegamento tra Laveno e Vezia), ma sarebbe bene che la Provincia cominciasse a ragionare con i cittadini sui pro e i contro di questo progetto, poiché anche l'assessore De Wolf non nega che "si tratta di un'opportunità, ma con qualche difficoltà dal punto di vista paesaggistico". Questa grande opera, pur attraversando la provincia, non porterà benefici diretti alle zone coinvolte, perché difficilmente i treni dell'Alp Transit faranno sosta sulle sponde del Lago Maggiore. Come si spiega allora alla gente che risiede sul Verbano la necessità di un sacrificio che non ha un ritorno immediato? E come si può fare tutto questo evitando che la situazione degeneri come è successo (seppure nell'ambito di un progetto più ampio e complesso) in Val Susa? L'assessore De Wolf confida nella possibilità di trarre comunque vantaggio da queste opere: "Ci troviamo in mezzo a due corridoi ferroviari importanti, tra Lisbona e Kiev e tra Rotterdam e Genova. Fermare i treni sul nostro territorio è difficile, possiamo però fare in modo di creare una rete per collegarci. E abbiamo ottenuto dei finanziamenti proprio per questo scopo. Se si lavora fin dalla fase progettuale a stretto contatto con le comunità locali, difficilmente si rischia il muro contro muro. Io non so come siano andate le cose in Val Susa, ma posso parlare della nostra Arcisate-Stabio, dove abbiamo lavorato con i Comuni coinvolti per capire come realizzare un tracciato poco invasivo".
Gli otto chilometri di binari che permetteranno un collegamento ferroviario diretto tra Varese e Lugano sono stati più volte annunciati e sponsorizzati. Ma ancora non esistono. Il vice presidente della Provincia per una volta accantona la diplomazia che regna nella Regio Insubrica e scarica la responsabilità del ritardo sugli svizzeri: "In questo caso l'Italia è un po' più avanti. Noi dobbiamo coprire i due terzi dei costi dell'opera e siamo pronti. Credo che questo sarà l'anno decisivo e tra cinque anni si potrà usufruire di questo collegamento, importante per la Svizzera, che si connetterà finalmente con Varese e fondamentale per la nostra provincia, perché a quel punto sarà ben collegata con tutti i poli insubrici, cioè Lugano, Bellinzona, Como".
L'idea, o meglio il progetto esecutivo di un sistema integrato Sempione-Gottardo e Novara-Milano sarà arricchito anche dalla Gronda Est, prevista nella convenzione, che prevede il potenziamento delle linee tra Seregno e Bergamo. Con il recupero già previsto della Saronno-Seregno sui binari delle Nord, nascerà quindi un collegamento ferroviario da Varese con l'aeroporto bergamasco di Orio al Serio, utile per i passeggeri, ma soprattutto per il traffico merci, che deve passare il più possibile dal trasporto su gomma a quello su rotaia. "Siamo una provincia - conclude De Wolf - che è cresciuta e si è sviluppata con la piccola e media impresa e con un sistema infrastrutturale che era all'avanguardia nell'800. Dobbiamo fare in modo che questo sistema torni ad avere il massimo dell'efficienza, ma ciò può avvenire solo sfruttando i collegamenti europei". Risparmiare tempo e tutelare l'ambiente evitando di sprecare soldi sono i tre grandi obiettivi, da non mancare per il rilancio dei trasporti ferroviari, fondamentali per la mobilità e l'import-export varesino.

A proposito di TAV
Un lettore ci segnala un errore contenuto in Varesefocus n. 7/2005: la suddivisione del tempo di percorrenza (7 ore) sulla linea ferroviaria Milano-Modane-Parigi, fra la tratta italiana e quella francese, non è in rapporto di 5 a 2 ma di 4 a 3. Ringraziamo per la precisazione. Rimane peraltro fermo, a nostro avviso, il concetto che abbiamo espresso e cioè che, considerando che la tratta nazionale è pari esattamente al 26% di quella totale, c'è una evidente sproporzione tra il tempo impiegato in territorio italiano e quello ottenuto, grazie all'alta velocità, oltr'alpe.

01/20/2006

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