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Olona, prima pietra contro le esondazioni

Dopo decenni di inerzia e di complicazioni burocratiche, finalmente posata la prima pietra per la costruzione della vasca di laminazione delle piene del fiume Olona.

Fagnano Olona dopo l'alluvione del 2002"La diga mai nata - Il fiume Olona e le sue esondazioni. Storia di disastri e negligenze". Così titolava un volumetto scritto nel 1993 da Gianni Spartà, cronista del quotidiano varesino "La Prealpina", con prefazione di Attilio Tronconi, presidente dell’Associazione per la tutela dell’Olona, pubblicato a cura della Mazzucchelli 1849 spa, una delle fabbriche sorte a metà dell’Ottocento lungo il corso d’acqua, vittima insieme ad altre - ma anche a numerose famiglie che abitano lungo il fiume - delle devastanti fuoriuscite dell’acqua dall’alveo in caso di protratto maltempo. Da 1,25 metri rilevati a Fagnano Olona con la piena del 1951, all’1,35 metri del 1976, ai 2,07 metri del 1991. E poi ancora, perché l’Olona ha fatto disastri anche dopo, nel 1995, nel 2001 e, addirittura due volte, nel 2002. In ventisette anni, dalla tracimazione del 1951, sono stati stimati danni per 500 milioni di euro a edifici, strade, ponti.
La "diga", come viene impropriamente chiamata - in termini tecnici: cassa di laminazione delle piene - ha la funzione di trattenere a monte l’onda di piena provocata dalle piogge intense per evitare che la massa d’acqua si scarichi interamente e velocemente a valle. Perché "diga mai nata"? Perché il progetto di questo manufatto risale al 1981. Venne approntato, nell’inerzia della pubblica amministrazione (che lo farà successivamente proprio), da due ingegneri idraulici su incarico degli imprenditori rivieraschi coordinati dall’Unione Industriali. Dieci anni dopo, l’inizio dei lavori, contestati da una minoranza, poco dopo sospesi. Poi, un nuovo progetto della pubblica amministrazione che prevedeva non una, ma quattro casse di laminazione lungo l’intera asta del fiume. Poi ancora la perdita del finanziamento per protratta sospensione decennale dei lavori. Con la Finanziaria 2004 un nuovo finanziamento, ancorché parziale, e altre risorse reperite dalla Provincia di Varese, che in questa iniziativa ha molto creduto. Fino alla posa della prima pietra lo scorso 23 settembre, in località Molini di Gurone, frazione di Malnate. Nel mezzo, una serie infinita di palleggiamenti burocratici che la dicono lunga sulla vischiosità delle nostre procedure amministrative, ma anche sulla scarsa capacità dimostrata, negli scorsi anni, dalle amministrazioni locali interessate dal progetto di trovare soluzioni condivise, in grado di soddisfare le esigenze di tutti.
Un esempio rovesciato - sosteneva nel volume di Spartà l’allora presidente degli industriali, Antonio Bulgheroni - di quella auspicata collaborazione tra pubblico e privato che dovrebbe rappresentare una costante della vita civile. I privati infatti, in tale frangente, hanno fatto più di quanto competesse loro. Gli enti pubblici hanno di fatto finito per lasciare sulla carta il progetto della "diga" per inerzia e trascuratezza.
Adesso si cambia, finalmente. Il nuovo cantiere è stato inaugurato dal Presidente della Provincia Marco Reguzzoni e non rimane che augurarsi che altri intoppi non ritardino il completamento dell’opera. Un’altra esondazione sarebbe un peccato mortale.

11/18/2004

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