Scintille sull'Europa

E' stato un fulmine a ciel sereno, in una delle poche giornate senza pioggia di quest'estate. Al tradizionale seminario di Cernobbio organizzato dallo Studio Ambrosetti è accaduto che Tommaso Padoa Schioppa, esponente italiano nel board della Banca Centrale Europea, sia uscito dicendo che "la politica europea dell'Italia è ambigua e incomprensibile". Il premier Silvio Berlusconi ha commentato l'episodio il giorno seguente, dopo un chiarimento sollecitato da Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, affermando che Padoa Schioppa intendeva riferirsi non al governo in carica, ma a quello precedente. Poi è intervenuto un comunicato ufficiale della stessa banca BCE a chiarire che "non c'è stato nelle sue parole alcun accento o intento polemico nei confronti del governo, impegnato in una difficile azione di gestione della politica economica in un contesto internazionale delicato. Piuttosto, un sereno auspicio che si mantenga e si rafforzi il ruolo che l'Italia da decenni, indipendentemente dalla parte politica che la governa, svolge in campo europeo". Motivo della polemica è senza dubbio la posizione critica espressa da alcuni esponenti del nostro governo nei confronti della Comunità - accusata di essere una sovrastruttura burocratica - e forse ancor più nei confronti del processo che sta portando all'adozione di una costituzione europea, premessa al processo di integrazione politica. Sono note, a tale proposito, le preoccupazioni di chi intravede in tale processo il rischio che si giunga ad un modello, sì federale, ma con troppi poteri al centro e troppo pochi in periferia. Probabilmente non sono gli argomenti, nei loro contenuti, a destare un qualche sconcerto negli ambienti europei, ma il tono che viene usato per esprimerli. Un tono che lascia pensare che l'Italia, paese fondatore della Comunità e da sempre convinto sostenitore dell'Unione Europea, stia oggi remando contro. Speriamo che non sia così. Non dobbiamo dimenticare che l'Europa è stata, per il nostro paese, un orizzonte di
riferimento importante che ci ha permesso di fare dei significativi passi avanti sulla via delle riforme e del risanamento della finanza pubblica. Senza l'Europa, forse, saremmo ancora ad annaspare tra tassi di inflazione a due cifre e protezionismi involutivi. Diciamocelo: l'Europa è, per noi, un vincolo benefattore. Per questo, soprattutto, la montante disaffezione verso l'Europa è motivo di preoccupazione.