Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

A Varese come a Rio

Tutti gli appuntamenti e le tradizioni del carnevale in provincia. Secondo la tradizione, "semel in anno licet insanire".

Pin Girometta allunga il braccio e saluta le ballerine brasiliane, costumi succinti e tanta voglia di divertirsi. All'ombra del Sacro Monte come a Rio. Il carnevale del rito ambrosiano è iniziato: le tradizioni si mescolano alle mode da importazione, le maschere tipiche ai ritrovati pubblicitari, i personaggi bosini ai nuovi messaggeri formato immigrazione. E anche sui carri, da Varese a Busto Arsizio, passando da Gallarate, Laveno Mombello, Luino e Saronno, salgono globalizzazione, solidarietà, voglia di pace, ma anche l'immancabile gusto per la goliardia. Sabato 8 marzo per le vie del centro di Varese sfileranno il maghetto Harry Potter e le caricature di Bossi, Berlusconi e Fassino, la balena del Pinocchio alla Benigni e centinaia di Pokemon e Drangonball (per stare al televisivo…). E davanti, signore della città per una settimana dopo le consegna delle chiavi da parte del sindaco Aldo Fumagalli avvenuta sabato 1 marzo con una cerimonia d'altri tempi in piazza Podestà, il Re Bosino, al secolo Natale Gorini, impegnato a bacchettare amministratori e varesini nel suo discorso programmatico rigorosamente in dialetto.
Per mezz'ora, lo scherzo va a braccetto con la riflessione, i toni sarcastici con la necessità di sdrammatizzare. Poi si torna alle stelle filanti, ai coriandoli, alle chiacchiere e alle frappe e alle castagnole, e dopo il pomeriggio, alle feste danzanti in case private e discoteche. Il carnevale varesino, come sempre, è organizzato da Comune e Famiglia Bosina: i carri, che un tempo venivano allestiti dalle corporazioni di mestiere ("Nel 1927 il carro dei commercianti di vino fece ubriacare mezza Varese" ricorda il poeta e studioso dialettale Clemente Maggiora), sono preparati da rioni e parrocchie. E poi c'è lui, l'immancabile Pin Girometta, casacca di fustagno verde scuro con profili rossi, pantaloni neri di velluto, calze a righe e cappello in testa, la maschera di Varese nata nel 1956 da un concorso bandito dalla Famiglia Bosina e dalla creatività di Giuseppe Talamoni, che si ispirò a un curioso personaggio pare realmente esistito nella campagna varesina settecentesca, sempre a girovagare e a vendere mercanzie, spille e bottoni, nelle fiere e nei mercati paesani. E in occasione dei pellegrinaggi su al Sacro Monte vendeva anche le "giromette", portafortuna fatti di pane azzimo, ornati di piume, frammenti di specchi e nastri colorati che una volta benedetti al santuario venivano custoditi per tutto l'anno sopra al camino di casa.
A Busto Arsizio, ad accompagnare i festeggiamenti promossi dalla Famiglia Sinaghina, dal Comune e da tante associazioni (anche qui la sfilata dei carri si snoderà per le vie del centro, sabato 9 marzo) sono il Tarlisu e la Bumbasina, due maschere nate recentemente ma che rappresentano la lunga tradizione industriale della città, nel campo tessile: sia l'uno (letteralmente "traliccio", usato per fare i materassi) sia l'altra, infatti, sono due tipi di stoffa che hanno reso la città di Busto famosa anche all'estero. A Gallarate bambini e adulti, tutti rigorosamente travestiti, animeranno il corteo allegorico che si concluderà, con canti e balli, in piazza Libertà, davanti al carro di Re Risotto. In tanti paesi, poi, ci sono i concorsi per le mascherine più belle, come a Laveno Mombello dove la gara giunge quest'anno alla 38esima edizione, mentre il giovedì grasso l'appuntamento è con la sfilata notturna dei carri. A Luino il cuore della festa è il Parco Ferrini, dove i bambini si divertiranno in compagnia di speciali animatori, clown e saltimbanchi, mentre a Saltrio arriveranno i carri anche da Arcisate e Porto Ceresio.
A Casalzuigno, invece, nella splendida cornice di Villa Della Porta Bozzolo, il Fondo per l'Ambiente italiano ha organizzato, in anticipo sui tempi ambrosiani, un supercarnevale nelle settimane passate, facendo un vero e proprio tuffo nel passato: le sale della villa, fino al 2 marzo, hanno ospitato tableaux vivants con alcuni dei costumi disegnati da Gianni Tolentino, maestro della moda italiana e gran costumista del Carnevale di Venezia, mentre domenica 23 febbraio, alla "Festa in maschera", non sono mancati scherzi, accompagnamenti e sfilata del pubblico mascherato in stile Settecento. Anche ad Oleggio, e qui entriamo nel rito romano, i festeggiamenti del carnevale sono finiti. E' stato un vero e proprio valzer di sfilate, organizzato a tappe dall'Ente Manifestazioni Oleggesi, con l'ultima giornata di divertimento sfrenato domenica 2 marzo. Anche in questo caso - con un lifting profondo iniziato l'anno scorso con l'introduzione di miss Carnevale simbolo di freschezza accanto alle maschere - colonne Main e Pirin - la tradizione non ha paura delle novità. Anzi. Il nuovo reinventa il vecchio. Il vecchio mostra la strada al nuovo. Anche all'insegna dello scherzo. D'altronde, si sa, lo dice anche il proverbio: A carnevale ogni scherzo vale….

02/20/2003

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa