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Il razionalismo in provincia: Busto Arsizio...

L'intervento razionalista anche a Busto Arsizio fu indirizzato a trasformare il vecchio nucleo in una realtà urbana moderna, cercando di risolvere alcune carenze relative soprattutto all'edilizia scolastica e agli alloggi.
Non mancarono, ovviamente, l'edificazione della Casa del Balilla con colonia elioterapica, scuole, palestre, la centrale del latte, i nuovi padiglioni dell'ospedale, la ristrutturazione del Teatro Sociale.
Quest'ultimo merita qualche veloce puntualizzazione, in quanto, nel 1934, per aumentare la capienza del vecchio teatro del 1891, subì un restauro su progetto del noto architetto Ignazio Gardella con la collaborazione di Antonio Ferrario. Pochi furono gli interventi di professionisti privati a favore, soprattutto, della prevalenza di uno stile abbastanza eclettico;
tuttavia, Busto può vantare, anche se non vi è più traccia, un progetto per la Casa del Fascio di Giuseppe Terragni. E' stato invece ritrovato un secondo progetto che l'architetto comasco fece, nel 1934, con la collaborazione di Leopoldo Mosca per un complesso scolastico comprendente un liceo ginnasio e una scuola professionale: l'originalità del progetto è evidente nell'orientamento delle aule verso occidente e nella scelta, per alcune di esse, di una pianta ad anfiteatro aggettante rispetto alla facciata.
Un altro significativo progetto per Busto Arsizio fu quello per il Padiglione di isolamento ad opera sempre di Ignazio Gardella che, nel 1936, pensò a tre corpi prismatici semplici (accettazione, infermerie e degenze) collegati fra loro in modo da ottenere un complesso funzionale.
Gli esempi più interessanti di architettura razionalista bustese vanno cercati nella produzione di colui che era già stato il protagonista del Liberty locale, ossia Silvio Gambini.
Tra le tante abitazioni da lui progettate si possono segnalare la Casa in via Pisacane 12, dalla pianta rettangolare e a cinque piani con impiego del marmo per sottolineare le cornici di porte e finestre.
Particolarmente interessante risulta anche la Pista di Pattinaggio, alla fine di Corso XX settembre, che, progettata nel 1933, giace ora in stato di abbandono; nell'ingresso sono ancora riscontrabili echi del Razionalismo visibili nell'utilizzo della linea retta e delle forme pure. Estremamente interessanti, proprio per la forte componente novecentista e razionalista, sono i progetti per la casa d'abitazione della famiglia Piantanida e la Casa Sant'Elia, entrambe risalenti al 1934.
La casa Piantanida, in via San Michele angolo via Montebello, presenta una facciata caratterizzata dall'unione di volumi differenti, da cui emerge il blocco d'angolo ove è posto il vano scale, che si distingue anche per materiale e colore diversi. Particolarmente curiosa risulta, invece, la Casa Sant'Elia, in via Pisacane, per la sua impostazione asimmetrica e la imponente presenza di un corpo cilindrico. L'edificio, a cinque piani, presenta una razionale scansione degli spazi interni, dal momento che la parte verso la strada è destinata a locali principali, mentre quella verso il cortile a servizi.
Il progetto di Gambini risulta evidentemente innovativo per il perfetto connubio tra forma chiara, semplice e funzionalità, a cui partecipa anche l'area accanto all'edificio vero e proprio riservata a spazi comuni come la lavanderia.
Numerosi sono gli interventi di Gambini a Busto Arsizio, ma forse vale la pena ricordare il suo studio dietro all'abitazione in via Mameli, che può vantare una totale libertà di progettazione che consente di esaltare la purezza della forma, interrotta solamente da alcune fessure dell'involucro e delle griglie in ferro.
Infine, rimanendo sempre a Busto Arsizio, nel 1930 venne realizzata la Palestra della scuola media "Manzoni" su progetto di Franco Poggi che espresse il convinto desiderio di allinearsi alle direttive del Movimento Moderno.
Per concludere, sono talmente tanti gli esempi di architettura moderna nella provincia di Varese che ricordarli tutti rischierebbe di risultare un semplice e superfluo elenco; è tuttavia doveroso ammettere che solo pochi sono gli esempi di vero e puro razionalismo che non si siano "compromessi" con la ricerca di uno stile più consono alla tradizione o alla retorica del regime fascista.
E' comunque abbastanza facile, per l'occhio dello spettatore più attento, riuscire ad individuare, nei tanti edifici che la sua città offre alla vista, i tratti tipici di questo linguaggio architettonico che, soprattutto in Italia, ostenta un evidente omaggio
alla perduta "romanità" di cui il nostro paese in età antica e rinascimentale ne fu indubbiamente il principale centro di espressione.

04/19/2001

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