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Le opinioni: Ritorna la politica, ritornano i partiti

Comune-Provincia-Regione-Governo: filotto. Dopo le regionali del 2000, le politiche del 2001 ecco, puntuale, il successo della Casa delle Libertà in questa tornata amministrativa. Sarà bene che il centrosinistra riveda la rotta se non vuole finire come il Titanic: il violinista che suona, la gente che balla e la nave che affonda. Tuttavia, il prevedibile successo della CdL è sì un premio ma anche un ammonimento: adesso, cari parlamentari, non ci sono più scuse, gli "scaricabarile" non saranno più ammessi. Tangenziali, infrastrutture attorno a Malpensa, collegamenti con l'alto Varesotto, rilancio dell'economia e metteteci dentro tutti i desiderata che volete: i cinque anni a venire saranno la prova di maturità innanzitutto della Lega e a seguire di Forza Italia, An e Udc. Governare il territorio, è questa la sfida di sempre. Da seguire e incoraggiare l'idea del nuovo presidente della Provincia, Marco Reguzzoni, di declinare il territorio secondo le regole del marketing.
Il territorio come risorsa, come cultura, come investimento da capitalizzare con le regole manageriali. Ma territorio anche come polmone verde, che va difeso da interessi oscuri. Impeccabile, da questo punto di vista, la nomina di Francesco Pintus (unico assessore esterno) all'Ambiente.
La scelta di questo magistrato di limpida, onorata e coerente carriera è un segnale netto a favore di una ecologia pulita in tutti i sensi.
Torniamo al voto del 26-27 maggio. Perde nettamente l'obbrobrioso certificato elettorale tipo "raccolta punti supermercato", voluto dall'ex ministro Enzo Bianco. Cresce l'astensionismo ma non c'è da andare nel panico: venendo meno le due Chiese (quella laica e quella religiosa), caduto il Muro, è calata anche la tensione. Naturale che anche in Italia (dove lo scontro la Dc e il più forte partito comunista d'Occidente) crescesse quell'astensionismo che è un dato di fatto in Europa e in America. Nel borsino del centrodestra aumenta la Lega che, nonostante i Gnutti e le leghe in carta copiativa, si conferma forza determinante per chi punta alla vittoria. Umberto Bossi (lo vado ripetendo da tempo) è l'attore protagonista della Provincia. Che piaccia o no, è il Senatur che proietta il Varesotto nella dimensione politica nazionale. Alla pattuglia varesina spetta: 1) fare le riforme istituzionali (Bossi); 2) disinnescare quella bomba a orologeria che è la riforma del Welfare (Maroni); 3) disciplinare gli appetiti attorno al Bilancio (Giorgetti); 4) fare una nuova tv pubblica più attenta al territorio (Antonio Marano, direttore Raidue); 5) controllare l'Enel (Gianfranco Tosi); 6) limitare il "cesarismo" di Formigoni (Attilio Fontana). Quando mai Varese ha contato così tanto?
Quanto alle altre forze della CdL, salgono Alleanza Nazionale e i centristi dell'Udc. In calo Forza Italia, comunque leale nella tenuta della coalizione nonostante i mal di pancia della vigilia.
Perde male il centrosinistra che si è presentato al voto frastagliato. Sappiamo come è nata e come è morta la candidatura ulivista di Raimondo Fassa. Due candidati (Alfieri e Fassa) appesi ai suoi ramoscelli, l'Ulivo varesino non li reggerà mai. E infatti Fumagalli ha vinto alla prima botta facile facile.
Chi l'ha pagata di più è stata la Margherita, coraggiosa nell'investire su un giovane preparato (Alessandro Alfieri) ma nello stesso tempo miope nel non vedere il valore aggiunto di Fassa rispetto al cartello Margherita-Ds-Comunisti Italiani-Di Pietro-Sdi e speriamo di non aver dimenticato nessuno. La storia fatta con i "se" è un gioco sempre verde: e se Fassa...
In quel "tira-e-molla" ci hanno guadagnato i Ds che hanno 1) fatto una migliore campagna elettorale; 2) capitalizzato il massimalismo della piazza scaldata a dovere da Cofferati. Avvertenza: non godano eccessivamente i diessini. Quello che oggi Cofferati dà (a Fassino) domani lo stesso Cofferati si ripiglia. Non è un mistero che il Cinese sarà la punta avanzata del Correntone: lui, l'ex ministro Cesare Salvi, Giovanni Berlinguer, i Comunisti di Cossutta, stanno già lavorando per fare una sinistra forte nell'Ulivo del Prodi 2. Se così davvero fosse, Rifondazione perderebbe voti. Il risultato di Varese sembra darmi ragione: lo splendido isolazionismo cittadino, con Zappoli candidato sindaco, è stato bocciato dagli elettori comunisti. Lo stesso flop non c'è stato invece su scala provinciale dove Rifondazione si è presentata sostenendo il candidato unitario, Stefano Tosi.Quali conclusioni trarre, alla luce del risultato finale? Una che vale per vincenti e perdenti: ritorna la politica, ritornano i partiti. Sembra ieri quando bavosamente applaudivamo alle manette tintinnanti e alle carcerazioni catartiche di Mani Pulite: bravi quei giudici che decapitavano (...politicamente) quei "ladroni" che con il voto noi non fummo capaci di spedire a casa. Con Tangentopoli i politici divennero il Male. Fu il tempo dei tecnici. Ora finalmente la politica è tornata. Suffragata dal voto popolare. E ognuno si prende le responsabilità che il voto comporta. Ben vengano dunque le giunte fatte tutte di politici. A loro il dovere di amministrare, a noi quello di controllare. E chi sbaglia, va a casa secondo le buone regole della democrazia...

Gianluigi Paragone

06/20/2002

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