Un'industria di antica tradizione eppure ancora dinamica

"La nostra realtà, la nostra provincia, ha tutti i numeri, tutte le carte in regola per svolgere un ruolo da protagonista. Il nostro modello di sviluppo ha saputo coniugare il dinamismo imprenditoriale alle necessità anche pesanti delle ristrutturazioni". Lo ha ricordato Marino Vago nella sua relazione alla Assemblea dell'Unione Industriali e si è trattato di un passaggio tutt'altro che auto-celebrativo, perché in realtà nasconde un messaggio preciso: anche l'industria segue, per certi aspetti, le regole della vita biologica: nasce, cresce, muore. E si rigenera, ma solo a patto di ritrovare condizioni di contesto favorevoli.
"Al di là dei luoghi comuni - ha proseguito Marino Vago - l'industria in provincia di Varese è un settore adulto, ma non è un settore maturo se per maturità, come la intendono gli economisti, si intende quella fase che precede e accompagna il declino. L'industria varesina produce ogni anno una quota del 2,5% del valore aggiunto industriale nazionale, quanto il Friuli-Venezia Giulia o la Liguria ed è la quarta provincia italiana per contributo del settore industriale nella formazione del valore aggiunto dopo Bergamo, Brescia e Como". Si tratta di un risultato che, evidentemente, non rappresenta, né potrebbe rappresentare, una conquista recente, ma che scaturisce proprio da quel consolidato background che l'industria locale può vantare per essere stato, il Varesotto, una delle culle del processo di industrializzazione del nostro Paese e della stessa Europa. Così, nel corso dell'Assemblea l'Unione Industriali ha premiato, come lo scorso anno, le imprese associate che, vantando oltre cento anni di fondazione, hanno fornito un contributo significativo allo sviluppo e al progresso economico-sociale della provincia. Oltre a quelle, sono state premiate anche le imprese associate ininterrottamente all'Unione Industriali da trenta, quaranta e cinquant'anni.