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La natura dipinta

In mostra fino al 19 novembre a Palazzo Marliani-Cicogna a Busto Arsizio una mostra di opere di Arturo Tosi. Pittore umile e devoto alla natura e ai suoi colori, come testimoniano le mille sfumature della terra e del cielo nelle sue tele.


Quando Orio Vergani s'accostò per la prima volta nel 1955 alla verdeggiante conca di Rovetta, in Val Seriana, il luogo dell'anima dipinto infinite volte dal pittore Arturo Tosi, l'artista gli confessò: "Questo paesaggio è come se l'avessi fatto in ginocchio". La serenità del lavoro di Tosi, fattasi sempre più evidente fino alla progressiva chiarità degli ultimi, eccellenti paesaggi senili, sottintendeva da sempre una devozione incondizionata e una fedeltà umile al suo lavoro e alla natura, che del primo fu tema fondamentale. "La natura - spiegò al giornalista - si dà agli umili e resiste ai superbi".
Nelle tele dipinte del paese bergamasco - scelto come buon ritiro per starci con l'adorata sposa e i figli durante le lunghe pause della vacanza - l'artista si rivelava senza nulla nascondere. Così come nei paesaggi marini e lacustri della riviera ligure e dei laghi d'Iseo e di Como, lasciava che, assieme ai colori della tavolozza, scorresse il bianco e il nero di una vita tranquilla e borghese - fatta di momenti felici ma anche di grandi dolori - iniziata a Busto Arsizio nel 1871 nella culla di una famiglia agiata, e terminata nel 1956 a Milano.
A cinquant'anni dalla scomparsa, il comune bergamasco di Rovetta e la città di Busto Arsizio hanno reso omaggio ad Arturo Tosi con la mostra "Umori di buona terra", curata da Giuseppe Pacciarotti, comprendente una settantina di opere. Si tratta di un ricco itinerario nei luoghi della pittura dell'artista, che, concluso a Rovetta con successo, prosegue a Busto fino al 19 novembre, concedendo ai visitatori la grazia di "annusare" quegli "umori di buona terra" sottolineati dalla acuta critica di Roberto Longhi. Accanto alla sezione delle opere dedicate a Rovetta, sono altre sezioni riservate alla riviera ligure-Zoagli, Santa Margherita, Portofino, ai laghi d'Iseo e di Como, e a Venezia. Luogo d'incantamenti per ogni artista, la città lagunare gli ispirò opere giovanili e tardive che Tosi realizzò con pari grandezza d'esito (basta confrontare la "Venezia" splendente di colore del 1910 e quella, stemperata di serenità, della chiesa di San Giorgio del 1950 - quest'ultima in mostra solo a Busto Arsizio).
Tra le più importanti e decisive amicizie artistiche di Tosi furono il divisionista Vittore Grubicy de Dragon, i pittori vigezzini della scuola Rossetti Valentini, e Margherita Sarfatti, l'onnipresente critico del tempo conosciuta nel 1923, che lo segnalò alla cronaca d'arte e lo incluse in seguito quale autorevole membro nel gruppo di Novecento. Nel 1931 Tosi ebbe il premio Crespi per la pittura alla I Quadriennale romana e nel 1942, ancora nella Capitale, ottenne il Premio Mussolini. Durante la Liberazione, pagherà in parte il pur meritato successo di quegli anni con la distruzione dello studio di Rovetta. Ma, cessata l'esperienza del Ventennio, la maturità artistica di Tosi ne uscirà ancor più rafforzata, tanto che nel 1950 le sue opere saranno di nuovo alla Biennale di Venezia. Claudia Gian Ferrari, collezionista e amica di famiglia dell'artista, propone nel catalogo della rassegna un apparentamento tra la "felice creatività" del Tosi degli anni Cinquanta e quella di Giorgio Morandi. La mostra è in effetti prova della continuità felice di una sicura, genuina professionalità, che pure, per diversi anni, lo stesso Tosi quasi non osava confessare se non agli amici, ottenendo, nonostante il tanto lavoro, risultati economici tardivi. Fin dagli anni Venti, nelle opere ove trapela l'entusiasmo per Cézanne, sono evidenti le qualità di Tosi. Ma lo erano già prima, rivelate in certe tele dai sapienti effetti, cromatici e di luce: basti lo splendido "Dopo il temporale" del 1901. E, tornando ancora più su nel tempo, si osservino "Nubi di giugno" del 1896, opera di sorprendente modernità, o alcuni oli del 1908 - "Paesaggio", "Strada di campagna" e "Paesaggio con albero"- per scoprire le intense, vibranti premonizioni di un artista definito da Vergani "l'erede meglio autorizzato dell'epoca d'oro della pittura lombarda dell'ultimo Ottocento".


Umori di buona terra
I luoghi della pittura di Arturo Tosi
fino al 19 novembre 2006 - Palazzo Marliani Cicogna - Busto Arsizio (Va)
da martedì a sabato 15.00-19.00 - Domenica 10.00-12.00 / 16.00-19.00. Ingresso libero. Tel. 0331 390243

09/22/2006

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