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Di Pietro: "Voglio rimanere con i piedi per terra"

Preferisce non fare previsioni sull'utimazione delle grandi opere previste in Lombardia, il Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Che sottolinea in questa intervista a Varesefocus la penuria delle risorse economiche pubbliche, ma anche la disponibilità ad esaminare soluzioni di project financing.

Antonio Di PietroSignor Ministro, quali sono le opere infrastrutturali individuate come prioritarie in Lombardia?
"Questo governo, fin dal suo insediamento, si è trovato a dover fronteggiare la situazione drammatica dei conti pubblici. Data la scarsa disponibilità di risorse, ho immediatamente preso contatto con le amministrazioni locali, per poter meglio identificare le vere priorità infrastrutturali locali e poter quindi comporre un piano nazionale partendo dai puzzle regionali. Con il Presidente della Regione Lombardia, il Presidente della Provincia di Milano e il Sindaco di Milano, che ho incontrato a fine luglio, abbiamo identificato la Pedemontana lombarda e la Tangenziale est di Milano come priorità stradali e c'è un'intesa di massima per quanto riguarda le linee 4 e 5 della metropolitana milanese. Per quanto riguarda invece la Bre.be.mi., ho preso atto che la Regione è interessata alla realizzazione dell'opera e che i fondi verranno reperiti in maniera autosufficiente e quindi, non abbiamo alcun motivo per opporci".
Sulla base dei finanziamenti statali credibilmente appostabili, è possibile formulare una previsione temporale? Quando potremo finalmente percorrere la Pedemontana?
"Voglio rimanere con i piedi per terra. Preferisco non fare previsioni di cui non posso essere certo".
La Regione Lombardia ha avanzato due proposte: trasferire le funzioni di soggetto concedente e autorizzatore dall'Anas alla stessa Regione e, inoltre, creare un Polo autostradale del Nord, cioè un nuovo grande concessionario che possa assicurare l'ingresso di capitale privato e al tempo stesso garantire il controllo in capo a soggetti pubblici. Che ne pensa?
"Non ho nulla in contrario con questa proposta, che ovviamente deve essere studiata nei minimi particolare ed analizzata nel dettaglio. A noi interessa che le cose vengano fatte e soprattutto fatte bene. Se lo Stato non ha a disposizione i finanziamenti per realizzare tutto, non ho nulla in contrario che si passi ad una fase di project financing con il coinvolgimento dei privati, purchè tutto sia fatto nel rispetto delle regole e con la massima trasparenza".
Quali sono a suo avviso le altre opere infrastrutturali prioritarie per accrescere la competitività del Paese dal punto di vista trasportistico?
"Dobbiamo concentrare le risorse disponibili, che sono poche, su cose essenziali. La nostra priorità devono essere i nodi urbani e il collegamento fra loro, sia al Nord come al Sud. Come già le stavo dicendo, sto per ultimare gli incontri che ho pianificato con le Regioni, al termine della quale avrò un quadro preciso delle necessità e quindi disporrò di tutti gli elementi per poter disegnare un piano delle infrastrutture realmente prioritarie e non un "libro dei sogni". Tutto questo naturalmente con l'obiettivo primario di finire quello che si è già cantierato: se stiamo già con la pala in mano, dobbiamo finire".
Ritiene che possano essere superate le difficoltà concettuali, riscontrabili anche in alcune componenti della maggioranza di governo, riguardo alla realizzazione del Corridoio 5?
"Tutte, o quasi, le difficoltà possono essere ragionevolmente superate se si apre la strada al dialogo, anche all'interno della nostra maggioranza di governo. Certo è che si debbano ascoltare tutte le voci, anche quelle contrarie, e poi decidere nel merito".
Quali accorgimenti sul piano della governance occorerebbe adottare, a suo avviso, per evitare di rimanere invischiati dalla cosiddetta "Sindrome Nimby"?
"Allo stesso modo. Dobbiamo dialogare, con gli enti locali, con gli abitanti dei territori sui quali ricadono le opere. Il nostro obiettivo deve essere la ricerca dell'intesa con queste persone perché sono quelle che subiranno i maggiori disagi derivanti dall'opera ma, in molti casi, anche i maggiori vantaggi. Ascoltare le loro motivazioni, spiegare le nostre. Affrontare i problemi e superandoli insieme, avvalendosi, se è il caso, anche di tecnici ed esperti che possano realmente far capire di cosa si tratta e abbattere gli ostacoli che si frappongono con la realizzazione di un'opera necessaria. Le faccio l'esempio dei rigassificatori: provi a chiedere a qualcuno se è favorevole o contrario alla costruzione di un rigassificatore nel suo comune. Poi gli chieda di spiegare cos'è un rigassificatore. Avrà delle sorprese…".

09/22/2006

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