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La borghesia lombarda in cornice

Al castello di Masnago una notevole raccolta di ritratti di famiglia, specchio della borghesia imprenditoriale che, tra Otto e Novecento, dominò la scena lombarda. Un titolo curioso mutuato da Gadda, una rassegna fotografica correlata e un catalogo che è, in realtà, un saggio di storia della nascente industria tra Varesotto e Altomilanese.

Ritratto di Ellade Crespi Colombo di Cesare Tallone, 1905-1906Un secolo di industria lombarda, dal 1830 al 1945, raccontata dalla ritrattistica. In posa sono illustri signore e signori che rispondono, tra gli altri, ai nomi dei gallaratesi Ponti e Borghi, Cantoni e Bassetti, dei Crespi, dei Turati e dei Tosi di Busto Arsizio, dei Dell'acqua di Legnano. Tutti rappresentanti di quella borghesia, compresa tra l'Altomilanese, le rive del Ticino, il Varesotto e la Valle Olona, affermatasi all'inizio del diciannovesimo secolo nella produzione meccanica del cotone e del tessile e assurta per qualità a elevati livelli competitivi sul mercato internazionale.
Pittura e scultura, per mano dei loro massimi esponenti - da Francesco Hayez a Giuseppe Molteni, da Mosè Bianchi a Paolo Troubetzkoy, da Giuseppe e Guido Bertini a Cesare e Guido Tallone - non hanno solo contribuito a immortalare le grandi famiglie della borghesia lombarda, creando interessanti gallerie di personaggi e uno tra i più degni e fortunati filoni di arte tra Otto e Novecento. Oggi più di allora, i ritratti di signori e signore che "contavano" restituiscono il senso di quel fitto e proficuo intreccio di patrimonio e cultura che, saldamente ancorato ai voleri e ai destini della borghesia - anche attraverso legami familiari (appunto gli "accoppiamenti giudiziosi", diceva Gadda) creati ad hoc - informava di sé vicende storiche ed economiche. E, mentre stimolava nuovi impulsi produttivi, creava stili di vita che s'estendevano fino all'arte, alla moda, alla fotografia, alla progettazione architettonica e urbanistica. Così, se Giuseppe Bertini, che raccoglie l'eredità di Hayez, piace ai capitani d'industria - come l'amico e mecenate Andrea Ponti - poiché identificano nella sua ritrattistica uno status symbol indispensabile, Eliseo Sala è ricercato dalle signore per la resa virtuosistica degli accessori dell'abbigliamento femminile: a dimostrarlo è qui il quadro dedicato a Teresa Torri, vedova di Giuseppe Gerolamo Puricelli Guerra. L'ampia e importante rassegna che il Comune di Varese e il Civico Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Masnago propongono dal 26 novembre fino al 2 aprile "Accoppiamenti Giudiziosi. Industria Arte e moda in Lombardia: 1830-1945", curatori Sergio Rebora e Anna Bernardini, mentre sottolinea la centralità del ruolo dell'imprenditoria lombarda nel proprio territorio e la sua funzione di traino nell'economia del Paese, - determinante soprattutto dopo l'Unità d'Italia - offre anche lo spaccato vario e interessante di una classe in ascesa. Vista prima di tutto nella sua ufficialità, quella della ritrattistica di chi si mette in posa per farsi notare dai vivi e ricordare dai posteri, ma scrutata anche nella veste più curiosa e meno avvicinabile, che parla di abitudini quotidiane, di mode, gusti e inclinazioni personali, di buone intenzioni e vocazioni filantropiche. A proposito della prima, è da sottolineare l'interesse di una mostra che nasce da un' ampia ricerca, condotta da una qualificata équipe di esperti, tra musei e gallerie pubbliche, enti assistenziali e ospedali ma anche presso privati, talvolta discendenti delle famiglie raccontate dalla rassegna, disponibili a far sì che potessero essere riproposte opere scomparse da gran tempo dalla fruizione collettiva o, in non pochi casi, del tutto inedite. Di notevole impatto artistico, di mano di autori di primo piano, cresciuti a Brera sotto importanti maestri, e divenuti a loro volta maestri, sono presentate in mostra attraverso diciotto destinate ciascuna a una famiglia, così da rievocare vere e proprie gallerie di ritratti. Oltre ai nomi citati all'inizio, vanno aggiunti quelli dei Candiani dei Puricelli Guerra, degli Amman, dei Tosi, degli Ottolini, dei Milani, dei Bernocchi, degli Zambeletti, e riuniti, in altre tre gallerie, i nuclei familiari dei Bolchini, De Grandi, Della Chiesa, degli Zonda Mantegazza Panza di Biumo, dei Poretti Magnani. Circa invece l'aspetto più curioso e privato della rassegna, Anna Bernardini tiene a sottolineare, tra le chicche ritrovate, tre taccuini di disegni di moda di Eva Carminati de Vecchi e di Emilia Borghi, appartenente alla dinastia di cotonieri gallaratesi. Come altre signore della borghesia lombarda, Emilia si dilettava di moda e amava disegnare personalmente i capi d'abbigliamento che si faceva confezionare. Eva Carminati dava invece molta importanza ai tessuti, li sceglieva con perizia, ne conservava piccoli campioni, e interveniva personalmente, del tutto o in parte, anche nella confezione dei suoi abiti. La testimonianza offerta dai loro album di figurini, che coprono l'arco di tempo dal 1883 al 1911, come sottolinea la curatrice Rizzini illumina perfettamente il gusto nell'abbigliamento e le trasformazioni sociali. Proprio a partire dagli inizi del secolo, immagini di mode e costumi troveranno spazio in altri album, quelli fotografici, facendo di questa sempre più diffusa e richiesta usanza un'altra irrinunciabile moda delle famiglie importanti. E l'album e i ritratti, esposti in bella vista con le fotografie degli illustri familiari e amici, diverranno un irrinunciabile status symbol. Mariella Milan, curatrice della interessante sezione fotografica - rassegna nella rassegna - ricorda in catalogo l'esempio della contessa Clara Maffei che esponeva nel suo rinomato salotto milanese il ritratto dell'amico scrittore Ippolito Nievo vestito da garibaldino. Accanto alle "frivolezze" delle dame della borghesia lombarda (cui peraltro faceva capo anche la cura di non poche opere pie e filantropiche) risaltano in rassegna l'antica lungimiranza, l'autentica e necessaria intraprendenza imprenditoriale dei pater familias, che non temevano di osare e reinvestire i loro profitti. Occupandosi non solo delle imprese, ma anche delle infrastrutture necessarie per favorire i trasporti e la circolazione di merci, della riqualificazione urbanistica e sociale del territorio: basti pensare all'impegno di Virginia e Andrea Ponti in quel di Gallarate, al villaggio operaio di Crespi d'Adda, ai quartieri industriali sorti a Busto, Castellanza e Legnano. Proprio al fine di mostrare il ricco repertorio di legami tra imprenditori e territorio, a Enrico Maria Riva e Aurora Scotti è stato affidato il compito di individuare e censire in una preziosa guida luoghi e edifici - come case, ville, fabbriche, edicole funerarie e quanto altro. E le singole amministrazioni comunali interessate ai contenuti della rassegna, comprese Milano e Varese, da Gallarate a Busto, a Castellanza, da Crespi d'Adda a Legnano, si sono rese disponibili per la realizzazione di visite guidate, percorsi storico - artistici e altre manifestazioni culturali di taglio divulgativo. Il catalogo edito da Silvana editoriale, con testi di Anna Bernardini, Mariella Milan, Sergio Rebora, Maria Luisa Rizzini, comprende un dizionario storico-biografico delle famiglie, utile per conoscere da vicino i personaggi proposti nella mostra, le imprese e le realtà sociali e culturali di cui furono appassionati promotori.

Accoppiamenti giudiziosi
Industria, arte e moda in Lombardia :1830-1945

Varese, Castello di Masnago 26 novembre 2004-2 aprile 2005
Martedì. Mercoledì. Venerdì e sabato:10.30-18.30
Giovedì:10.30-22 - Domenica:10.30-12.30/14.30-18.30
Biglietto d'ingresso: intero 7,00 euro - ridotto 5,00 euro (scuole 2,00):
Biglietto cumulativo con la mostra "Celti. Dal cuore dell'Europa all'Insubria"
Museo Archeologico di Villa Mirabello: intero 10,00 euro
ridotto 6,00 euro (scuole e convenzionati 3,00).
Per visite guidate gruppi, scolaresche e laboratori tel. 0332/820409.

La mostra è realizzata in collaborazione con Regione Lombardia, Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici e Demoetnoantropologici della Lombardia Occidentale Camera di Commercio di Varese, Comuni di Gallarate, Busto Arsizio, Legnano, Castellanza, Crespi d'Adda.

11/18/2004

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