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La Valmorea torna alla... Folla
L'inaugurazione della nuova tratta dell'antica ferrovia Valmorea segna un ulteriore passo per il ripristino della linea che, già riattivata tra Mendrisio e Cantello, oggi torna alla Folla di Malnate. Tra l'entusiamo degli appassionati e le occasioni per il turismo del territorio.
IL VALORE DEL VAPORE
Valorizzare le opportunità della provincia è oggi un obiettivo comune. La volontà condivisa da istituzioni e cittadini è quella di promuovere risorse, ricchezze, tradizioni del territorio per il benessere di tutti e, perchè no, anche dell'economia. Gli esempi di quest'impegno sono tanti e, soprattutto, mettono in luce come i migliori risultati siano il frutto di due fattori principali. In primis, la collaborazione fattiva tra enti pubblici e privati cittadini. Secondariamente, una consapevolezza: per proporre idee innovative, non è necessario inventare ex novo, ma si può puntare su quanto già c'è, riscoprendo il patrimonio e le radici storiche in chiave moderna.
La locomotiva a vapore che a maggio ha fatto il suo trionfale ingresso, o meglio il suo festoso ritorno, alla Folla di Malnate, dopo oltre mezzo secolo di inattività della stazione, è la sintesi di questo pensiero. Il ripristino del nuovo pezzo di tratta si innesta nel più ampio progetto di rinnovamento dell'intera antica ferrovia Valmorea, in precedenza restaurato da Mendrisio a Cantello. A dimostrare la bontà dell'iniziativa, la calda accoglienza di appassionati e curiosi ben oltre le aspettative. In un incontro tra la storia locale, sociale e dei trasporti e le nuove idee di promozione turistica, in un progetto che ha visto coinvolte istituzioni, associazioni di volontari e singoli appassionati, sta l'esemplarità di questo recupero.
L'arrivo del trenino dalla Svizzera è una gioia per molti, che vivono o ri-vivono la stagione del vapore. Ma anche una prospettiva per il futuro: che si possa ripristinare tutto il percorso originale, fino a Castellanza, terminando quella che tutt'oggi è l'unica ferrovia turistica internazionale in Europa. L'obiettivo è dare nuova vita a questo gioiellino dimenticato negli anni, ma anche valorizzare i tesori ambientali, paesaggistici e culturali lungo la tratta, riscoprendo la Valle dell'Olona e la Valmorea. E, insieme, "sfruttando l'occasione” in chiave di promozione turistica.
Così l'antica strada ferrata, chiamata da tutti Valmorea, che attraversa l'omonima Valle scavata dal torrente Lanza arrivando a Malnate, per poi proseguire attraverso la Valle dell'Olona verso Castellanza, è stata riattivata da Cantello, fino al capolinea malnatese. Un traguardo che ha un sapore agrodolce in un territorio che soffre di cronici problemi infrastrutturali.
La ricostruzione della tratta, portata a termine dalle Ferrovie Nord Milano, è stata finanziata dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Varese, con il coinvolgimento dei Comuni interessati, e realizzata grazie al contributo del Club San Gottardo, che ha donato i binari e messo a diposizione locomotive e carrozze d'epoca originali restaurate. Un ruolo attivo, anche nei lavori di ristrutturazione della stazione, hanno giocato, invece, i volontari delle associazioni Ferrovia Valmorea, Amici della Ferrovia Valmorea, I Nostar Radiis, con la loro passione per il mondo delle rotaie e la dichiarata volontà di contribuire alla promozione del territorio. Un lavoro che ha comportato anche un'intensa attività di riqualificazione, bonifica e consolidamento.
Non sfugge, tra l'altro, l'importanza della collaborazione transfrontaliera, che ha permesso di rinverdire la tratta e, precedentemente, di rispristinare il collegamento internazionale, confermando l'esistenza di una comune cultura sovranazionale.
TURISTI IN TRENO
L.'idea del treno storico con finalità turistiche non è solo nostrana. Da Nord a Sud, lo stivale e le isole sono percorse da locomotive a vapore e carrozze restaurate che viaggiano su tratte ferroviarie dismesse negli anni e poi riscoperte. Viaggi storici e culturali con rotabili ferroviari d'epoca a trazione elettrica, diesel e vapore sono organizzati, ad esempio, nelle Valli di Lanzo e nel Canavese. Esiste, invece, un'associazione Treni Storici e Turistici "La Vaporiera Calabria Express” che organizza escursioni a tema con itinerari anche gastronomici. In Sicilia si viaggia sul noto treno dei Normanni.
Il sito RailTour Italia si occupa nello specifico di offrire il calendario delle manifestazioni italiane con treni storici con locomotive a vapore e altri mezzi ferroviari d'epoca. Per un salto indietro nel tempo, attraverso itinerari che coniugano natura, storia e arte oltre a gastronomia e tradizioni locali.
Oltre frontiera, va detto che proprio in Svizzera, questa tradizione è molto sentita: un altro esempio, oltre alla Valmorea, è la cremagliera del Monte Generoso meta di gite anche di tanti varesini. All'estero, soprattutto nel mondo anglosassone, crociere e viaggi in treni d'epoca con carrozze originali restaurate, sono spesso considerate alla stregua di vacanze extralusso o ultraromantiche.
UNA STORIA SUI BINARI
Il treno della Valmorea. Dal nome della valle in cui passa il fiume Lanza. Per molti un ricordo diretto, per altri una storia, ricca di aneddoti raccontati dai nonni.
E' del 1904 la realizzazione della prima tratta del progetto della ferrovia Castellanza-Valmorea, le cui vicissitudini si intrecciano alla storia economica, sociale e politica del nostro territorio. La ferrovia subì alterne vicende finchè i collegamenti per i viaggiatori furono completamente interrotti nel '52, per cessare completamente l'attività negli anni '70.
Per quanto riguarda i cugini elvetici, invece, la tratta Mendrisio Stabio, che si innestava nella Valmorea e univa tutta la linea in una via transfrontaliera, ebbe breve fortuna: pur immaginata già nel progetto iniziale, fu inaugurata solo nel 1926. Per chiudere meno di due anni dopo per motivi economici e non ultimo, a causa del veto del governo fascista italiano, che aveva ostacolato il passaggio transfrontaliero.
Quella che oggi vuole essere la chiave di itinerari turistici, ieri era mezzo di trasporto a tutti gli effetti, legato strettamente alla vitalità industriale dell'epoca nella valle del Lanza e dell'Olona, come dimostra il fatto che molte aziende avevano veri e propri raccordi con la stessa ferrovia. Dunque, soprattutto trasporti commerciali, ma anche di passeggeri e pendolari, come narrano i racconti della gente. La scarsa fruibilità per i viaggiatori per la lontananza dai centri cittadini e quindi il numero ridotto di viaggiatori, fu, però, tra le cause dell'abbandono.
La ferrovia cadde in disuso e subì un progressivo deterioramento, anche per fattori ambientali.
La parte svizzera ebbe una conservazione migliore e gli antichi binari furono interamente conservati. Alla fine degli anni '80, grazie anche allo stimolo di privati cittadini, la tratta da Mendrisio a Santa Margherita fu riattivata per i turisti. La novità diede impulso a progetti di più ampio respiro, finchè nel '93 furono riaperti i "cancelli mussoliniani”, la barriera vera e propria, tra la parte di linea italiana e quella svizzera riattivando la ferrovia internazionale.
Per parte italiana, invece, nel 2000 la Regione raggiunse un accordo con FNM, titolare della tratta, per il recupero fino a Cantello, stazione inaugurata nel 2003.
Ultimo e felice traguardo quello del maggio scorso con il ripristino della linea fino alla stazione di Malnate.
06/14/2007
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