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Rombo e fumo

La passione per le motociclette d'epoca. Collezionismo e restauro, due facce della stessa medaglia. I raduni delle vecchie glorie da competizione, tra roboanti motori e scarichi fumosi: un'esperienza travolgente d'altri tempi.


Collezionare moto d'epoca. Un fenomeno che è in crescita esponenziale. Le richieste di iscrizione al Registro Storico viaggiano ad una media di 12-13mila pezzi all'anno. Un'espansione prodigiosa su un mercato che si stima contare circa 800mila unità in tutta Italia. Il collezionismo si rivolge in buona parte alle moto da competizione e anche i musei della motocicletta - due quelli allestiti in provincia di Varese: a Cascina Costa di Samarate per le celebri MV Agusta e a Tradate per le ancor più vecchie Frera - hanno un impianto sostanzialemte sportivo, a conferma della emozione che la velocità sulle due ruote trasmette al popolo latino.
Le moto d'epoca suscitano il ricordo di tempi lontani, spesso fanno ricongiungere idealmente con la gioventù dei possessori, attraggono e appassionano intenditori e neofiti. Gli aoppassionati di moto d'epoca si sono creati tante possibilità di incontro nei vari raduni, in Italia e all'estero dove è possibile reperire pezzi di ricambio, vedere e acquistare la moto storica che si preferisce o sfoggiare la propria moto d'epoca appena restaurata, con mesi e mesi di lavoro e grande fatica per reperire i pezzi originali.
Da sinistra, Pasquale Bova e Agostino CastelliSì, perché collezionismo e restauro sono due aspetti complementari di un unico hobby, che anche in provincia di Varese - una provincia che vanta antiche e gloriose tradizioni nel settore - ha i suoi adepti. Ne abbiamo incontrati due: Ubaldo Elli di Busto Arsizio e Gino Restelli di Tradate. Per Elli, classe 1928, motociclista dall'età di 18 anni, l'idea di collezionare moto d'epoca è stata quasi la naturale conseguenza della pratica motociclistica. Un Airone "Forcella Stampata" della Guzzi, la prima moto posseduta e già il padre, prima di lui, era stato possessore di un'Ancora 240 "Bitubo" con motore Willer. "Comprare una moto d'antiquariato significa appropriarsi di un modello che si era apprezzato in gioventù ma che non si aveva avuto la possibilità di acquistare, perché da giovani si hanno scarse possibilità economiche - confida - poi si tende ad incrementare sempre di più il parco. Io ho fatto il salto di qualità e di quantità quando ho rilevato dall'Efim nell'86 un intero lotto di vecchie MV Agusta, con le quali partecipo a raduni in Australia, Nuova Zelanda, nell'isola di Man, a Spa in Belgio, a Daytona negli Usa e naturalmente anche in Italia, a Misano, Vallelunga, Varano de' Meregalli". Con un parco che conta una sessantina di vecchie moto - MV, Ducati, Aermacchi, Yamaha, Gilera, Guzzi, Mondial - Elli vanta, come moto più vecchia, una Gilera "8 bulloni" del 1939, ma anche modelli attuali. "Sempre MVAgusta - precisa - in particolare una Brutale e una F4 Tamburini Serie Oro, quella posseduta anche dal re di Spagna Juan Carlos, la n. 27 delle 300 costruite in serie limitata". Quella a cui è più affezionato? "Tutte", risponde senza esitazione.
Ubaldo ElliPochi esemplari ma ben più vecchi quelli posseduti invece da Restelli, classe 1930, per il quale la passione per le moto d'epoca è solo una declinazione di un interesse per l'antiquariato in generale. "Da giovane possedevo una Vespa, quella del film "Vacanze romane" - racconta -. Poi ho praticato il motociclismo, si fa per dire, durante il servizio militare nelle truppe alpine. Allora, era la fine degli anni '50, avevamo in dotazione un veicolo denominato 'Moto Mulo', un triciclo da carico prodotto dalla Guzzi in 200 esemplari che aveva la trazione su tutte le ruote e la possibilità di montare piccoli cingoli per la neve sulle ruote posteriori. Aveva il pianale rialzato per non cozzare contro le rocce delle mulattiere e il baricentro alto lo faceva sovente ribaltare. Con i miei commilitoni della Compagnia Sciatori ne ho recuperati diversi, a ruote all'insù". Oggi Restelli possiede, oltre ad un esemplare della Moto Mulo, due Guzzi del 1921, la prima Guzzi prodotta in serie, di cui una è una derivazione sportiva dell'altra, stradale. E, inoltre, una motoretta degli anni '50 per il trasporto di frutta e verdura, un Guzzi sidecar del 1923 e una Frera 1140, una bicilindrica risalente al 1921, esposta al Museo della motocicletta di Tradate.
Gino RestelliIn genere, collezionismo e restauro vanno di pari passo. Si possono trovare collezionisti con la passione del restauro o restauratori per conto di collezionisti. A Gallarate, ad esempio, opera Pasquale Bova, pensionato, specializzato nel restauro di Lambrette (ma non solo). "Da sempre appassionato di meccanica - racconta - smonta oggi, smonta domani Vespe e Lambrette per capirne le differenze costruttive, mi sono trovato ad essere considerato un esperto di Lambrette e mi giungono, ormai da venticinque anni, richieste di restauro da ogni dove, dalla Sicilia alla Svizzera." Bova, 66 anni, è un professionista del restauro, ha anche un sito Internet (www.ilmagodellalambretta.net) nel quale si trovano le immagine delle circa settanta lambrette restaurate, prima e dopo l'intervento. Il costo medio di un restauro? Da cinque a seimila euro, comprese le attività svolte dalla carozzeria con lavori di rimodellatura, sabbiatura, verniciatura, cromatura. Interamente fatta in casa, invece, la parte meccanica e motoristica, con pezzi di ricambio il più possibile originali (quando si trovano) reperiti presso vecchi concessionari o nei mercatini dell'usato: Novegro, Reggio Emilia, Imola, Busto Arsizio, Montichiari, Casale Monferrato, Piacenza, ecc.
Agostino Castelli di Somma Lombardo, 73 anni, restaura invece per pura passione: le moto restaurate (cinque Guzzi e una Lambretta) sono di sua proprietà e non in vendita. Come ha cominciato? "Ho sempre lavorato nella meccanica. Quando sono andato in pensione mi è stato regalato un Garelli, usato. Ho cominciato a smontarlo per fare le necessarie riparazioni d'uso e per riportarlo alle condizioni originarie. Da lì è iniziato l'hobby del restauro."

Bastano vent'anni perché una moto sia d'epoca

L'età minima perché una motocicletta sia considerata d'epoca è vent'anni. Le moto d'epoca iscritte all'ASI-Automotoclub Storico Italiano, con sede a Torino (corso Orbassano, 331 - tel. 011 306739) usufruiscono di benefici fiscali (tassa di possesso) e facilitazioni per la circolazione, che il legislatore ha loro riconosciuto per la valenza storica e culturale che rappresentano. Molte compagnie assicurative riservano inoltre polizze agevolate ai veicoli che posseggono certificati rilasciati dallo stesso ASI, per iscriversi al quale è necessario contattare uno dei club federati presenti sul territorio nazionale. In provincia di Varese ci si può rivolgere ai seguenti:

GAMS - Club Gallarate Auto Moto Storiche - Casella Postale, 43 - 21013 Gallarate (VA) - Tel. 368/7534438 - Fax 0331/213558 - posta@gamsclub.com
AMI - Ariel Motorclub Italia - Via Fiume, 2 - 21047 Saronno (VA) - TeL. 02/96702789 -arielclubitalia@libero.it
Altri motoclub non affiliati all'ASI: "100HP Ducati Doc" a Cassano Magnago; "Germagna" a Lisanza; "Moto Europa Guzzi Club" a Gorla Maggiore e altri due senza nome ad Azzate e a Saronno.
I raduni delle vecchie glorie da pista

Buona parte dei raduni di moto d'epoca interessano esemplari da competizione. In autodromi o su vie cittadine attrezzate per l'occasione con sistemi di protezione, le vecchie 125, 250, 350 e 500 sfrecciano guidate sovente da vecchi campioni del motociclismo soportivo. Così, ad esempio, nel raduno organizzato ogni due anni a Gallarate dal Motoclub Cascinetta (dal nome del quartiere dove si tengono per un'intera giornata le corse non competitive), non è raro incontrare Giacomo Agostini e le MV che lo stesso calcò durante le competizioni che lo consacrarono campione del mondo, ora di proprietà di collezionisti che le mettono a disposizione per l'occasione.
Assistere a queste corse sulle strade cittadine è come tornare indietro di cinquant'anni e più. Anche perché la Federazione Motociclistica Italiana detta regole severe che fanno ritornare in auge le modalità di un tempo. Ci sono ad esempio regole per l'uso dei carburatori: sono consentiti quelli a valvola tonda, esclusi quelli a valvola piatta. Nel rispetto poi di una coerenza storica, in pista sono vietati gli assetti con manubrio rialzato: l'altezza da terra del manubrio, misurata all'estremità delle manopole, non deve superare in altezza il trapezio superiore della forcella. Per ragioni di sicurezza tutti i motocicli partecipanti a gare hanno l'obbligo di inserire nei serbatoi del carburante spugna tipo Explosafe Foam o altro adeguato. Per i motori con raffreddamento a liquido, è consentito soltanto l'uso di acqua.

05/05/2006

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