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E a Malpensa che succede?

Anche tra gli operatori cargo che operano a Malpensa si vive uno stato di preoccupazione, motivata dai precedenti storici che evidenziano un forte calo dell'attività durante i periodi bellici.
"Di fronte allo scoppio della guerra, ho analizzato le cifre relative al conflitto precedente: quello del 1991 - ci dice un dirigente di una delle realtà più importanti che operano sullo scalo intercontinentale -. Allora nei venti giorni successivi all'esplosione bellica ci fu una drastica diminuzione dell'attività. Ben più importante che in occasione dell'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001. Evidentemente, i mercati soffrono di più una guerra di lungo periodo piuttosto che un episodio circoscritto nel tempo, seppur gravissimo".
Resta da capire allora quali saranno le possibili conseguenze sul mercato del lavoro...
"Puntiamo sulla flessibilità così da garantire al massimo i nostri dipendenti: non vogliamo toccare l'organico. Per compensare gli squilibri del mercato, ci rivolgeremo al lavoro interinale piuttosto che a forme contrattuali a tempo determinato. Certo, è pensabile che saremo costretti a bloccare quelle trasformazioni, suo tempo plausibili, proprio di questi contratti temporalmente limitati in assunzioni a tempo indeterminato".
Una situazione di disagio e preoccupazione che vivono anche gli operatori del traffico civile: "L'aspettativa è quella di un calo dei voli intercontinentali - evidenziano i responsabili della gestione aeroportuale - compreso tra il 30 e il 40% (come numero dei passeggeri), di un diminuzione del 20% dei voli interni ai Paesi europei e del 15% su quelli nazionali".
Previsioni che, anche in questo caso, si basano su quanto avvenuto nel '91, ma soprattutto su quanto accaduto dopo l'11 settembre.
"Allora, per recuperare il traffico ci sono voluti 12-14 mesi. Adesso, in una situazione di economia già stagnante, dipenderà molto da che cosa succederà quando il conflitto terminerà, possibilmente presto".
Una sorpresa viene, invece, dal catering aereo:
"Per ora ci siamo salvati, non abbiamo avuto ripercussioni negative. E questo perché qui a Malpensa forniamo il servizio anche per i voli che, nell'ultimo tratto, trasportano i militari statunitensi alle loro destinazioni.
Certo, se la guerra continuerà non possiamo che aspettarci una diminuzione del lavoro…".

03/27/2003

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