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"La politica dia un segnale e l'economia ripartirà…"

Il Presidente degli industriali varesini Marino Vago: "Niente più beghe fra partiti: serve un'azione decisa sia a livello nazionale che locale". I nodi da sciogliere per rilanciare lo sviluppo.

Gli imprenditori varesini sono pronti a fare la loro parte: l'indagine congiunturale dell'Unione Industriali dice che in larga misura - circa i tre quarti del campione - effettueranno investimenti produttivi nel corso del 2001. La nostra provincia, poi, si conferma un territorio a forte vocazione esportatrice: le vendite sui mercati esteri nei primi nove mesi del 2000 sono aumentate del 12,7% rispetto allo stesso periodo del 1999, raggiungendo circa 9.000 miliardi.
Il saldo tra importazioni ed esportazioni provinciali è risultato positivo, pari a 1.819 miliardi, nonostante gli effetti del rialzo record delle materie prime, in particolare del petrolio, e dell'apprezzamento del dollaro sull'euro.

"E' vero, ci crediamo, continuiamo a crederci nonostante i problemi - ha detto Marino Vago, Presidente degli industriali della provincia di Varese durante la conferenza-stampa in cui ha tracciato le prospettive per l'anno in corso -.
Gli imprenditori continuano a fare la loro parte, ma hanno bisogno di qualche segnale un poco più deciso sia in ambito nazionale che locale".
L'economia, per riprendere definitivamente slancio, ha bisogno che sia ricreato un ambiente favorevole, improntato alla fiducia e all'ottimismo.
"Mi rivolgo in particolare ai politici, a partire da quelli a noi più vicini. L'attuale clima di scontro elettorale non ci aiuta.
Vorremmo che si diffondesse maggiormente una moderazione nei modi e nei toni che si usano per fare politica, come auspica dal Presidente Ciampi. Vorremmo cioè che non ci si sentisse più o solo guelfi o solo ghibellini, ma ci si sforzasse di trovare le aggregazioni sulle cose che accomunano".
Sarebbe importante, quindi, che dalla politica potesse finalmente arrivare un'iniezione di fiducia nelle prospettive del Paese, nella volontà d'affrontare i grandi temi della competitività e delle riforme.
Lavorare un poco di più sui "sentimenti della politica" potrebbe fare un gran bene all'economia.
"Un segnale positivo in tal senso varrebbe più di qualsiasi Finanziaria.
Dalla politica - lo chiediamo con forza - per una volta arrivino segnali positivi per sciogliere quei nodi strutturali che rendono difficile il fare impresa sul nostro territorio".

Il mercato dell'energia
La liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica - finora, in verità, più di facciata che di sostanza - è un caso esemplare di ostacolo che si frappone allo sviluppo dell'economia d'impresa.
"Il Consorzio Energi.va ha lavorato bene - ha evidenziato il Presidente dell'Unione Industriali -, con benefici evidenti per le 160 imprese associate: nel 2000 hanno risparmiato fino al 17% sulle tariffe Enel. Eppure, ogni giorno di più, le difficoltà vengono accresciute: le regole del gioco cambiano continuamente.
Quella dell'energia elettrica è, al momento, una liberalizzazione a metà, che si risolverà solo tagliando quei vincoli di protezione che sono vantaggi per il monopolista".
Quanto al mercato del gas, ciò che conterà molto saranno i volumi: sconti significativi si potranno ottenere soltanto se verranno negoziati grossi quantitativi di prodotto.
"Eppure, nonostante l'Unione Industriali di Varese sia stata la prima a lanciare - nel maggio 2000 - il progetto di un'aggregazione fra le forze locali, le municipalizzate delle nostre città non hanno accolto l'idea. Al contrario di quanto sta succedendo in diverse numerose altre aree italiane.
Nel Varesotto ognuno preferisce fare da sé: le amministrazioni comunali rifuggono da decisioni strategiche, forse per motivi di gelosia…".
Né soddisfa la modalità di privatizzazione dell'Aspem: "il Comune di Varese ha introdotto una serie di griglie di difficile comprensione, ai danni dei competitors locali".

Politiche territoriali
La provincia di Varese ha un'opportunità importante: ben 59 comuni del Luinese, dell'Asse del Sempione e della Valle Olona potranno beneficiare dei fondi comunitari e nazionali di aiuto alle imprese fino al 2006. E' fondamentale che tutti insieme - non solo le imprese, ma enti pubblici e privati congiuntamente - sappiano subito fare dei progetti utili e d'ampio respiro.
Si tratta di sfruttare quella che potrebbe essere l'ultima occasione d'accesso a risorse finanziarie europee: d'ora in avanti, infatti, i finanziamenti verranno indirizzati verso i Paesi più deboli che aderiranno all'Unione Europea nel prossimo futuro.
"Parlando del Luinese - ha ripreso Vago - non possiamo trascurare il problema della fuga di manodopera specializzata verso il Cantone Ticino, con grave difficoltà per numerose imprese locali".
Quando l'economia svizzera è in ripresa, insomma, ci sottrae personale qualificato.
Quando entra in crisi, invece, tocca all'Italia dover far fronte a una forte richiesta d'assistenza verso i frontalieri. "E' una situazione che va superata con interventi di politica economica per una diversa ripartizione dei costi del lavoro, diretti e indiretti, fra Italia e Svizzera".

Infrastrutture
In un panorama desolante, la cronaca recente ha fornito due notizie confortanti: l'avvio della progettazione preliminare per la ferrovia Arcisate-Stabio e la decisione di stralciare dal progetto della Pedemontana le due circonvallazioni di Varese e Como.
"Sempre rispetto alla Pedemontana, è certo però - ha ribadito il Presidente Vago - che non avremmo potuto dar torto al
Ministro dei Lavori Pubblici se avesse escluso, come sembrava in un primo tempo, il finanziamento di quest'opera dal
Piano Triennale dei Trasporti: se i comuni manifestano continuamente indecisione e opposizione al progetto, è chiaro che chi deve decidere preferisca indirizzare i quattrini verso altre iniziative…"

Immigrazione
Le tensioni, anche forti, che all'inizio dell'anno si sono manifestate nel reperimento di figure professionali hanno fatto tornare a parlare di "migrazioni guidate", da Sud a Nord oppure da Paesi extracomunitari.
"Sono ipotesi forti - ha precisato il Presidente dell'Unione Industriali della Provincia di Varese -. Sarebbe sicuramente meglio per tutti se si potesse disporre di un mercato del lavoro con un collocamento funzionante, in grado di far incontrare veramente domanda e offerta d'occupazione".
Tutto ciò, però, non è né immediato, né facile: lo dimostra la periodicità con la quale il fenomeno della mancanza di manodopera qualificata si ripete.
"Una situazione che, se non verrà superata - è stata l'amara riflessione del Presidente Vago -, rischia d'essere un primo grande vincolo allo sviluppo nell'immediato futuro".

02/15/2001

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