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La seconda volta di Formigoni
L'elaborazione dello statuto, primo compito del riconfermato Presidente.
La normativa adesso gli garantisce il ruolo e le competenze di un vero e proprio Governatore regionale: Roberto Formigoni, confermato al vertice della Lombardia con la sua coalizione di centro-destra comprendente ora anche la Lega Nord, può contare su poteri più ampi rispetto al mandato concluso con la tornata elettorale del 16 aprile scorso e, soprattutto, può avviare una fase costituente il cui fulcro sarà lo statuto.
"Per la prima volta, i Presidenti delle Regioni sono stati eletti direttamente dai cittadini - spiega il numero uno del Pirellone -. Siamo pertanto portatori di un mandato popolare molto forte.
Una delle priorità di questa nuova legislatura sarà indubbiamente la definizione dello statuto, lo strumento per disegnare il volto della Regione del futuro: una realtà in cui il cittadino lombardo da suddito sarà trasformato in sovrano".
Roberto Formigoni è nato 53 anni fa a Lecco e, dopo la laurea in Filosofia all'Università Cattolica di Milano, è diventato ben presto leader di Comunione e Liberazione per fondare negli anni '70 il Movimento Popolare. Nel 1984 è stato eletto al Parlamento Europeo per la Democrazia Cristiana.
Nel 1995 è diventato Presidente della Regione Lombardia come candidato del Polo, con la Lega Nord in quella circostanza all'opposizione.
"Certo, questa volta, però, il rapporto diretto con il partito di Bossi è ben saldo, molto forte. La Lega è una delle componenti che hanno contribuito alla vittoria: voglio rendere ancora più compatta l'alleanza in modo che sia veramente unitaria".
Del resto, quel 62% delle preferenze dei cittadini lombardi conquistato lo scorso mese ha indubbiamente reso molto solida la posizione di Formigoni.
"E' un risultato che parla decisamente chiaro.
Vuole dire che i cittadini hanno fiducia nel progetto della nostra coalizione di dare centralità alla persona, di solidarietà, ma anche di reale sviluppo economico con attenzione ai ceti più deboli".
Il Presidente regionale sottolinea poi come il vero significato del risultato elettorale sia "l'avanzare nel nostro Paese di una nuova classe dirigente, il cui nerbo è costituito da chi ha costruito il benessere dell'Italia negli ultimi decenni e finora era misconosciuto. Sto parlando degli artigiani, dei commercianti, dei tecnici e dei piccoli e medi imprenditori: tutte categorie che hanno trovato finalmente una rappresentanza politica forte".
05/08/2000
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