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Liuc sedici anni dopo

Inaugurato il sedicesimo anno accademico dell'Università Carlo Cattaneo. Negli interventi del presidente e del rettore, una riflessione sullo stato dell'università nel nostro paese.

Alla presenza del ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, nel consueto clima di sobrietà che caratterizza, anche in queste circostanze, l'attività dell'Università Carlo Cattaneo - LIUC, si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell'Anno Accademico 2006/2007, il sedicesimo dalla fondazione dell'Ateneo. La cerimonia è stata l'occasione per un'ampia riflessione sullo stato in cui si trova l'università nel nostro paese, dopo i ripetuti interventi di riforma dell'ordinamento universitario che si sono succeduti negli ultimi anni.
Il presidente della LIUC, Paolo Lamberti, ha affermato in proposito che "La tendenza alla proliferazione dell'offerta didattica getta l'ombra del dubbio sulla sua utilità, ma anche sul fatto che si possa, ovunque, assicurare non dico l'eccellenza ma anche solo uno standard minimo di efficienza, sia nella gestione, sia nella qualità dell'attività svolta”. "Sappiamo bene tutti - ha proseguito - che è e che sarà sempre più difficile competere su fattori come i costi e i prezzi. Perciò, dobbiamo competere sull'ingegno, sulla creatività, sulla capacità di fare. E' a questi elementi che è affidata all'ulteriore crescita del nostro paese nel terzo millennio e il paese potrà crescere se saprà nuovamente dotarsi di un sistema formativo di eccellenza in ogni ordine e grado compreso quello accademico”.

Il tema è stato ripreso e condiviso dal ministro Bianchi, anch'egli docente universitario e rettore dell'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria dal 1999 al 2006. Con la competenza e l'esperienza che gli derivano dalla sua attività accademica, il ministro ha affermato che la riforma degli studi accademici, nella quale è stato previsto anche un maggior grado di autonomia sul piano della didattica, intendeva allineare il nostro paese agli altri paesi europei prevedendo, con il 3+2, un approccio più professionalizzante e che, invece, la proliferazione dei corsi, a volte avulsi dal mercato del lavoro, è stato un fenomeno ascrivibile alla responsabilità dei docenti, dovuto a "spinte interne”, anziché alla ricerca dell'eccellenza e all'orientamento al mercato.
"Le università non statali - ha ricordato il rettore Gianfranco Rebora - hanno contribuito in passato all'evoluzione del sistema aprendo la strada molte volte ad innovazioni che poi si sono diffuse anche in altri ambiti. Esse dispongono di un circuito più breve ed immediato per la verifica dei risultati ottenuti, sono più direttamente e naturalmente responsabili delle risorse gestite di quanto avvenga per le università statali. Quando venne istituita la LIUC fu approntato un progetto molto serio e approfondito. Negli ultimi anni sono stati invece compiuti errori di principio e di metodo nell'autorizzare nuove università senza che queste avessero un progetto alle spalle ma solo generici impegni a soddisfare requisiti di vario tipo. Le nuove sedi universitarie proliferate negli ultimi anni hanno prodotto danni per tutto il sistema universitario italiano e rischiano di indurre un clima generale di sfiducia e di accentuazione dei vincoli, sempre interpretati in chiave formale tale da pregiudicare anche iniziative valide”. Per il rettore Rebora "Una università non è e non può essere un mero aggregato di docenti, di impiegati, di strutture edilizie e di tecnologie. Deve sorgere intorno ad un disegno, esprimere un obiettivo di rilevanza culturale e sociale”. E, con riferimento alla storia della LIUC: "Ben altra cosa è essere l'università di un territorio. L'Università ha bisogno del suo territorio se trova in questo rapporto una fonte di significato, di stimoli, qualcosa che dia un'anima. C'è un grande bisogno reciproco perché a sua volta il territorio ha bisogno di avere università di riferimento che guardino ai suoi problemi, ragionino sugli stessi”.
Al preside di Giurisprudenza Mario Zanchetti, come si diceva, il compito di tenere la prolusione ufficiale, dedicata al tema: "Crisi del mercato e diritto penale dell'economia”. Tra i vari concetti chiave, quello secondo il quale il diritto penale dell'economia funziona solo se il suo intervento è pensato sin dall'origine solo nel contesto di un complesso di misure non penalistiche e come ultimo strumento rispetto agli altri. Un sistema organico di norme, in altri termini, che erigano barriere per salvaguardare la legalità, costituito da regole non penalistiche, ma di diritto civile e amministrativo.
Presidente e rettore nei rispettivi interventi hanno ricordato le tappe salienti che hanno segnato i primi quindici anni di vita della LIUC: l'avvio nel 1991, con i primi 303 studenti del primo corso di laurea, quello in Economia Aziendale; l'attivazione, nel 1994 del corso di laurea in Ingegneria Gestionale e nel 1998 di quello in Giurisprudenza. La LIUC ha ormai laureato oltre 4.500 studenti, tutti prontamente occupati: il tempo medio di attesa occupazionale è mediamente di 2 mesi dalla laurea.
E mentre il presidente Lamberti ha annunciato l'attivazione di un percorso di studi orientato alle tematiche della globalizzazione per fornire un supporto a quelle istituzioni e imprese che hanno sempre più necessità di avvalersi di risorse professionali in grado di orientarsi con competenza nei labirinti di un mondo che si fa sempre più grande e paradossalmente sempre più piccolo il rettore Rebora ha anticipato che dal prossimo anno la LIUC offrirà un intero biennio di laurea magistrale in International Business Management nella Facoltà di Economia. Inoltre, ha segnalato che nei prossimi mesi la LIUC darà la possibilità di sostenere il test di ingresso con anticipo, anche in sedi facilitanti l'accesso di potenziali candidati, in particolare nel sud Italia.
Nella sua qualità del rappresentante del governo, il ministro dei trasporti Bianchi ha dato anche molto spazio, nel proprio intervento, al tema della crescita e dello sviluppo del paese, e, connesso con tale tema, all'importanza delle infrastrutture di trasporto. Con riferimento ai noti problemi viabilistici che interessano la Lombardia e in particolare l'area pedemontana, ha affermato di averne avuta la diretta percezione proprio in occasione del suo trasferimento dall'aeroporto di Linate a Castellanza per raggiungere la sede dell'Università Cattaneo. Per quanto riguarda il destino dell'aeroporto di Malpensa, ha dichiarato: "Non mi sono mai appassionato al derby Malpensa-Fiumicino. Un approccio dualistico è sbagliato, occorre capire come mettere in gioco entrambe queste due grandi potenzialità”.

02/23/2007

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