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Jean Rustin, la verità sottopelle

Alla pinacoteca del Castello di Legnano e al Museo Bodini di Gemonio per la prima volta in spazi pubblici italiani uno dei maestri dell'arte francese contemporanea.


Una doppia mostra personale dedicata all'artista francese Jean Rustin è in corso fino al 10 giugno presso il Civico Museo F. Bodini di Gemonio (La rivelazione pittorica) e fino al 1 luglio presso il Castello di Legnano (Celeste/psichiatrico/erotico).
Il parallelo appuntamento, nato dalla collaborazione con la fondazione Rustin di Parigi e Anversa, curato rispettivamente da Daniele Astrologo e Flavio Arensi (insieme con il Comitato Scientifico composto da Michel Draguet, Leonardo Cremonini, Francoise Kunzi e Charlotte Waligora) offre una esaustiva e significante panoramica dell'ultima produzione del maestro francese presente con le sue opere nei maggiori musei europei, dal British Museum di Londra al Museo d'Arte Moderna di Parigi, allo Stedelijk Museum di Amsterdam.
Le sessanta opere in visione a Legnano (40 sono gli oli e 20 i disegni) e le venti tele dipinte esposte al Museo Bodini (dal 1998 fino al 2003) non mancheranno sicuramente, come già fu in passato, di suscitare forti e contrastanti emozioni nei visitatori delle due rassegne. Certo non si può dire che Rustin sia un artista desideroso di andare a nozze con i canoni della classicità e bellezza. Il compiacimento estetico è anzi ben lontano da lui. E la strada è sempre quella, cruda e in salita, della verità.
L'umano desiderio di compromesso di ogni artista con se stesso e il pubblico, compromesso che Rustin non ammette, non lo ha mai spinto ad anteporre l'appagamento estetico a quanto gli urge dentro. Anche quando i segni possono graffiare, disturbare la sensibilità o il cosiddetto comune senso del pudore.
Una sua retrospettiva, organizzata nel 1982 a Créteil da Evelyne Artaud, fu contestata e in parte censurata per motivi di pornografia.
Cadetto di cinque figli, nato nel 1928 in Mosella, a Martigny les Metz, studente della scuola di belle arti e di violino a Poitiers, poi trasferitosi a Parigi nel 1947, dopo un'importante retrospettiva al Museo d'Arte Moderna di Parigi, nel 1971- dove giudicò le sue opere troppo belle- Rustin diede una svolta al suo lavoro. Vive e lavora tuttora nella capitale francese, a Bagnolet.
Il risultato del lungo percorso artistico, snodatosi tra astrattismo e figurazione, é quello di un uomo che ha voluto misurarsi fino in fondo con la realtà del suo tempo, il Novecento. Le fondamentali suggestioni di artisti come Francis Bacon, i devastanti eventi bellici e poi le disillusioni politiche e sociali seguite alle vane promesse dei troppi maitre à penser, hanno condotto l'artista verso rappresentazioni e tematiche dove a emergere è soprattutto l'urgenza della fragilità umana. E dove ancora, a fronte della caducità delle apparenze, lo specchio della vita restituisce la scialba immagine di un involucro corporeo indifeso, che ha la faccia di un embrione invecchiato, espulso anzitempo dal suo habitat materno. Pare d'avvertire nelle tele di Rustin, come in una citazione del film di Bergman "Persona”, "odore di sonno e di lacrime”.
Eppure le facce di Rustin abbozzano sempre stupore, uno stupore innocente, quasi poetico - ben lo si nota nel Portrait del 2002, ma anche in La vieille au-dessus (1988) - che parla di attesa e di timore, come di bambino che non sa chi è, né dove deve andare. L'ostentazione nei suoi ritratti delle nudità flosce e scarne, degli attributi sessuali rivelati senza pietà dall'inadeguatezza dei miseri abiti, la squallida, claustrofobica rappresentazione degli ambienti, hanno fatto pensare quanti osservavano le sue opere, non senza ragione, ai sopravvissuti dei lager e agli ospiti dei manicomi.
In realtà, in quei pupazzi dolorosi di carne accasciati su sedie e materassi, tra gesti di malizia e innocenza dove infanzia e vecchiaia si sfiorano, Rustin vede e rappresenta, accanto alla memoria del dolore di chi già ha sofferto, l'ironica pantomima della nostra quotidiana inadeguatezza. Con l'invito a una riflessione sulla caducità dell'essere umano, a un ridimensionamento del nostro povero ego, fatto soprattutto di pelle e di ossa.
E' sotto quella epidermide, ingrigita dalle pieghe della notte, o fatta lattescente dalla luce del giorno, che per Rustin corre la verità.

14 aprile -10 giugno 2007
Civico Museo Floriano Bodini
Via Marsala, 11 - Gemonio (Va)

Venerdì, sabato e domenica 10.30-12.30/15.00-18.30 Tel. 0332 604276

14 aprile -1 luglio 2007
Castello Visconteo
Viale Toselli - Legnano (Mi)

Da martedì a sabato 15.00-19.00
Domenica e festivi 10.00-13.00/15.00-19.00
Tel. 0331 471335

In contemporanea con la mostra dedicata al genio pittorico di Jean Rustin, uno dei maestri dell'arte francese contemporanea, il Museo Floriano Bodini di Gemonio ospita dal 14 aprile al 10 giugno la collettiva SOGLIE DI UN ORIZZONTE - curata da Daniele AStrologo Abadal - che presenta un'accurata selezione delle opere realizzate da tre artisti italiani- Giordano Morganti, Chiara Ricardi, Nicola Villa - che hanno cercato di comprendere il male oscuro della nostra civiltà e lo hanno interpretato con soluzioni estetiche nuove. Una collettiva di lavori che entrano in dialogo con la poetica di Rustin e lo rileggono in una chiave interpretativa particolarmente consona alla sensibilità creativa delle giovani generazioni.

05/11/2007

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