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In Ticino per guardare l'Italia dall'alto
La traversata Lema-Tamaro è l'escursione in quota più amata dagli svizzeri. E non solo. Fra piccoli alpeggi e panorami mozzafiato, per sfatare tanti luoghi comuni.
Quattro ore e tredici chilometri di splendido cammino non troppo impegnativo per sfatare una credenza dura a morire: per provare le emozioni della montagna "vera" occorre spostarsi di parecchi chilometri fuori dal territorio varesino. Ma chi l'ha detto? Invece basta (fra le numerose varianti possibili, tanto dal territorio italiano quanto da quello elvetico) raggiungere Luino, inerpicarsi con l'auto in direzione di Curiglia e, oltrepassato Due Cossani, girare a destra per l'Alpe Pradecolo (dal latino pradeculum, piccolo prato), lungo una strada piuttosto stretta, ma estremamente suggestiva perché si inoltra in boschi fitti di castagni e faggi. Dalla sponda del Lago Maggiore sono circa 40 minuti.
Un consiglio: non scordatevi il binocolo
Parcheggiato il mezzo nei pressi del ristorante (vedi box), con magnifica vista sulla valle, inizia la salita a piedi su sentiero segnato caratterizzato da pendenza non accentuata, panorami apertissimi, alpeggi abbandonati. "Dall'Alpe Pradecolo alla vetta del Lema occorre circa un'ora e mezzo di cammino regolare, da prima lungo un sentierino, saettante a zig-zag sul pietraio, poi direttamente sul dosso della montagna, senza tema di errar la via, ché la vetta è ben visibile e nessun ostacolo v'è da girare" scriveva il periodico La Provincia di Varese nel luglio 1932. Da allora, abbandono dell'attività pastorale a parte, ben poco è cambiato. Entrati in Canton Ticino e raggiunta la vetta del Lema, inizia la traversata vera e propria che conduce al monte Tamaro in tre ore per i camminatori allenati, con una mezz'ora in più per tutti gli altri. Un lungo "balcone" per ammirare dall'alto l'ultimo lembo d'Italia o, se preferite, il primo della Svizzera. Se già siete stanchi, non mancano le alternative alla grande traversata: il Sentiero Insubrico che in un'ora consente di aggirare la vetta della montagna o quello che in un'ora e mezzo conduce al Poncione di Breno (entrambi hanno comodo andamento circolare); da non dimenticare una visita all'Osservatorio astronomico del Lema. I consigli prima di mettersi in viaggio per raggiungere il Tamaro sono sempre gli stessi in casi del genere: scarponcini comodi, cambio in caso di maltempo, un minimo di allenamento alla fatica prolungata (vicino ai 2000 metri il respiro si fa più affannoso), borraccia piena. Decisamente utile un binocolo per godere la vastità dell'orizzonte, aperto a 360 gradi per l'intero itinerario. L'editrice tedesca di trekking Wanderverlang, nel 2006 ha eletto la traversata Lema-Tamaro miglior escursione nell'area compresa fra Germania-Austria-Svizzera. Rimanendo perlopiù ad un'altezza compresa fra i 1.620 metri del Lema (il più alto del Varesotto) ed i 1.961 del Tamaro, potrete godere di un panorama di straordinaria bellezza tanto per i lontani confini segnati dal Rosa, dal Cervino, dal Leone, quanto per il sottostante bacino del Verbano, i prati di rododendri e genziane, gli ultimi alpeggi (in territorio elvetico in parte ancora attivi, con mandrie di vacche e greggi di capre), le masse rocciose di dolomia. Tutto, in un silenzio profondo e in un'alternanza di colori e profondità che ha pochi eguali nella cosiddetta Regio Insubrica, pur ricca di sentieri montani invitanti.
Un'alternativa per i meno allenati: la funivia
Senza pericolo di sbagliare (il sentiero è sempre ben segnato e non è difficile incontrare altri appassionati di trekking) si raggiunge in breve la stazione di arrivo della funivia che sale da Miglieglia (10 minuti di tragitto invece delle 2 ore e 30 di marcia, fino a novembre corse ogni mezz'ora a partire dalle 8 e 30, tel. 0916091168, info@montelema.ch, 15 euro andata e ritorno, forti sconti per famiglie) e poi sino al bivio che conduce alla Forcella d'Arasio; prendiamo invece per la leggera salita che porta al Poncione di Breno e, con leggeri saliscendi, all'alpe Agario. Qui comincia uno strappo che in circa due chilometri e in sessanta minuti permette di superare un dislivello di quattrocento metri per raggiungere il monte Gradiccioli. Superata l'alpe Montoia si scende di duecento metri alla Bassa di Indemini per riprendere la salita finale che in cinquanta minuti conduce al Tamaro, con la grande croce (11 metri di altezza) che sovrasta la cima dal 1934. Si può allora scendere in un'ora all'alpe Foppa, segnata quasi a strapiombo sulla valle dalla chiesetta a pianta circolare firmata dall'architetto Mario Botta, prendere la funivia (chiude alle 17 e 30, ) per Rivera e, con l'autopostale (partenza alle 18) tornare a Miglieglia in quaranta minuti per chi ha lasciato l'auto in questa località oppure per chi intende risalire al Lema (calcolate bene gli orari!). Gli altri non hanno che da tornare sui propri passi, mettendo quindi in conto un'intera giornata di cammino, a meno che non vogliano pernottare al Tamaro (vedi box) e riprendere il sentiero il giorno successivo. Pronti per una traversata in senso inverso che, oltre ad essere meno impegnativa che all'andata, non mancherà di stupire, quasi che da quelle parti non foste mai passati!
Buone letture e ottima cucina
Informarsi prima di partire è sempre buona norma, anche per gustare al meglio l'escursione. Anzitutto ecco un indirizzo internet che vi fornirà nozioni spicce utilissime: www.malcantone.ch
Poi due ricche pubblicazioni di facile lettura e che potrete portare con voi in una tasca dello zaino: di Maurizio Mozzi, "Sentieri e mulattiere, 30 escursioni tra Varesotto e confine svizzero"; di Silvano Moroni e Roberto corbella, "Tamaro, Lema, Monteviasco"; entrambi sono editi da Macchione nella collana Guide. Quindi tre indirizzi doc se al classico cestino della merenda preferite una buona tavola già… imbandita. Il ristorante ostello Vetta, sul monte Lema (tel. 091.9671353) e quello posto in cima al Tamaro offrono buoni piatti della cucina popolare (uova, formaggio e patate, polenta e selvaggina, lasagne vegetariane fatte in casa, truppa in umido alla ticinese) a prezzi che però, per le tasche italiane, a volte possono sembrare eccessivi. Se si usufruisce della funivia, è possibile abbinare il costo del biglietto con quello del pranzo ed ottenere decisi risparmi (ad esempio: il piatto del giorno più la corsa a 36 franchi svizzeri, più o meno 30 euro). In alternativa, è da tenere presente il rifugio-ristorante Campiglio all'Alpe Pradecolo (0332-573109), di recente ristrutturato e dotato di sala panoramica dove vengono serviti piatti di affettati e di polenta accompagnata da carne selvatica, in primo luogo cinghiale. In tutt'e tre i locali è possibile prenotare, a prezzi ragionevoli comprensivi di prima colazione, la sosta notturna, per un trekking che… non tenga conto dell'orologio. |
05/09/2008
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