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Dalle macchine industriali al settore automotive, passando per le moto e i sistemi a controllo numerico. La Formazione Professionale della provincia di Varese offre a ragazze e ragazzi, dopo gli esami di terza media, la possibilità di specializzarsi su più fronti nel comparto della meccanica. Continua il viaggio di Varesefocus all’interno dei corsi IeFP presenti sul territorio

C’è chi si occupa della cura di macchine utensili, chi realizza manutenzioni su vere e proprie automobili futuristiche e chi opera sul controllo di sistemi di macchine. Le prospettive sono ampie e diverse, ma certo è che per conoscere come organizzare cicli di lavoro di una macchina o programmarne il controllo numerico bisogna avere sicuramente una formazione di tipo professionale. Nel territorio di Varese sono 25 gli enti e i centri di formazione che erogano i corsi IeFP (Istruzione e Formazione Professionale), quei percorsi scolastici, per l’appunto, accessibili dopo la terza media, che danno la possibilità di poter diventare Operatore meccanico nel settore delle macchine utensili oppure Operatore alla riparazione di veicoli a motore. I percorsi sono lunghi ma modulabili e si strutturano su tre livelli: il primo della durata triennale offre un iniziale approccio al mondo del lavoro, con l’alternarsi di materie teoriche con ore di formazione laboratoriale al cui termine è possibile ottenere la Qualifica Professionale. Al termine di questo primo step, lo studente può essere inserito direttamente in azienda o continuare la propria formazione con un anno integrativo che porta all’ottenimento del Diploma Professionale. Successivamente, per implementare il proprio livello di qualifica scolastica, esiste la possibilità di accedere ad un quinto anno che sfocia poi in un Diploma di Maturità, necessario eventualmente per l’accesso ai corsi universitari.

“Purtroppo, esistono ancora una serie di pregiudizi nei confronti dei corsi di Formazione Professionale – racconta Lucia Reggiori, Coordinatrice Formazione Professionale di Aslam (ente che opera nei settori della formazione, dell’orientamento e dei servizi al lavoro) –. L’idea generalizzata è che questa tipologia di percorsi non siano in grado di offrire ampie prospettive. Ma non è così. Stiamo lavorando affinché le conoscenze e le competenze che eroghiamo diano la possibilità, a chi fosse interessato, di iscriversi anche all’Università”. 
Un corso strutturato su più livelli che, partendo da un triennio, inizia con l’apprendimento degli utilizzi di macchinari come i torni manuali tradizionali, per poi passare all’uso di dispositivi più articolati come ad esempio quelli a controllo numerico, garantendo così l’accesso ad officine meccaniche per conto terzi. Al termine del terzo anno, per poi continuare durante il quarto, gli insegnamenti si specializzano, curando soprattutto la fase di programmazione e progettazione di un macchinario, motivo per cui la qualifica cambia, passando da Operatore meccanico a Tecnico dell’automazione. Durante questi anni una grande attenzione è dedicata alle ore di laboratorio: “All’interno della nostra sede – spiega Clara Marafioti, professoressa tutor del settore meccanico Enaip Varese – abbiamo almeno 2 laboratori per settore, arrivando ad un totale di 10 più 3 aule di informatica. I ragazzi hanno modo di imparare ad usare sia macchine utensili, sia apparecchi legati al mondo dell’automotive. Nota di pregio è anche la presenza di un Fablab aperto a tutti i settori”. 

Nella sede varesina, oltre al corso di Operatore meccanico, è possibile accedere anche a quello di Operatore alla riparazione di veicoli a motore, legato, appunto, al mondo delle automobili e delle moto. I ragazzi e le ragazze hanno, qui, l’opportunità di sviluppare conoscenze che partono dallo svolgimento dei check-up sui veicoli al cambio gomme, tutto grazie anche all’esperienza nei laboratori della scuola, dove occasionalmente sono presenti anche auto ibride. Forte attenzione alle attività manuali, quindi, senza però escludere gli insegnamenti più teorici. Le classiche materie “da banco” infatti, sono comunque presenti e vertono di più sul tipo di indirizzo del corso, come scienza dei materiali o disegno meccanico. La quasi totalità degli insegnanti di laboratorio, inoltre, proviene dal mondo del lavoro, garantendo così un approccio più autentico alla materia. 

Dalla scuola, poi, si passa direttamente all’azienda. Una volta apprese le prime conoscenze in aula, i ragazzi imparano il lavoro vero e cosa vuol dire “mettere le mani in pasta” in azienda. Durante il triennio, il monte ore nell’impresa è di quasi il 50%, con stage formativi obbligatori. Gli studenti hanno modo di imparare sul campo e di mettere in atto gli insegnamenti appresi in aula. “Quello dello stage è un momento molto importante – continua Lucia Reggiori – perché permette a studenti e studentesse di potersi entusiasmare in maniera diretta alla professione che stanno studiando. Alcuni di loro si innamorano talmente tanto del lavoro che vorrebbero entrare subito in azienda. Cosa ovviamente non possibile in quanto è necessario che terminino almeno il primo ciclo di studi, ovvero il triennio”. Capita infatti che alcuni studenti, con la modalità dei contratti di apprendistato, entrino direttamente in azienda dopo il primo anno, continuando però gli studi. I ragazzi così completano il ciclo scolastico con già un inserimento in azienda. “È un’opportunità da tenere in considerazione come scelta per il proprio futuro. Non dimentichiamoci che la richiesta di operatori è altissima e le imprese faticano a trovare persone. È un modo perfetto per conciliare scuola e lavoro, senza trascurare la formazione culturale che ha sempre la sua importanza”, conclude Clara Marafioti.  

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