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Da 50 anni le guide per ascensori Monteferro, da Monvalle, portano il made in Varese in ogni parte del mondo, grazie anche a joint venture in Europa, India, Asia e America. Tra innovazione di prodotto, progetti artistici ed una particolare attenzione al capitale umano, l’impresa varesina si prepara a nuove sfide e obiettivi sempre più ambiziosi 

‘‘Monteferro è per il settore degli ascensori come la Coca-Cola per i consumatori di tutto il mondo”. La battuta di un cliente, raccontata dall’Amministratore Delegato dell’azienda di Monvalle, Savino Tondo, riassume la notorietà di un’industria che ha fatto e fa la differenza nel settore. Nata nel 1973 Monteferro ha letteralmente il ferro nel dna: a partire dal nome ispirato dalla vista sul Sasso del Ferro e da un affascinante ritrovamento, durante la costruzione, di una punta di palafitta dell’Età del Ferro, fino agli albori di un’attività che affonda le radici nell’industria metallurgica degli anni ‘40. “Il nostro è un prodotto semplice: la guida per ascensori”, spiega Giancarlo Besana, fondatore di Monteferro con Bruno Bertè, scomparso prematuramente.

“Nella sua semplicità è quasi una metafora del nostro modo di lavorare: la guida è l’elemento essenziale per far andare l’ascensore dal basso verso l’alto, proprio come lo sviluppo di un’impresa e dall’alto verso il basso, come la necessità di restare umili, nonostante la crescita. Con la barra dritta, per restare in tema”. Un percorso che ha portato le guide Monteferro dal prato di Monvalle, agli ascensori di ogni parte del mondo: da quelli più scenografici, come l’Arco de La Défense di Parigi ai più alti come il Burj Khalifa a Dubai, ad alcuni dei grattacieli milanesi di City Life, fino a quelli sulle navi da crociera. “La richiesta di guide per ascensori già dai primi anni si rivelò molto alta. Date anche le caratteristiche del prodotto semplice, ma costoso da trasportare, per rispondere alla domanda, la soluzione fu da subito quella di avvicinarci ai mercati di riferimento”, racconta Besana. Nacquero così le prime joint venture. Dall’Europa, con l’iniziativa in Repubblica Ceca, che permise di superare la concorrenza tedesca, fino alle Americhe, all’India più recentemente e alla Cina. Quest’ultima fu un’iniziativa storica perché l’ingresso di Monteferro rappresentò una delle prime joint venture approvate dal governo di Pechino: una nuova pagina per l’economia mondiale.

Il tutto restando focalizzati su un solo prodotto lineare, ma non per questo immutato nel tempo. A evolversi la tecnologia di produzione e processo, realizzata autonomamente attraverso linee brevettate. “La curiosità è che, come spesso accade, senza che l’utente finale se ne renda conto, un prodotto lo accompagna per tutta la vita, migliorandola”, continua Tondo. “La guida fa muovere gli ascensori garantendone sicurezza e comfort: chiunque abbia preso un ascensore negli ultimi 50 anni sa bene quanto siano diminuiti rumori e vibrazioni. È la guida a fare la differenza”.

Ma quali sono le sfide future per Monteferro? “Dopo aver guardato al mondo, in un modo che non era all’inizio immaginabile, la nuova prova è quella di concentrarci su di noi”, spiega Tondo. “Dobbiamo affrontare sfide importanti: la riorganizzazione interna e la digitalizzazione. Temi che, se una piccola azienda può fronteggiare in maniera rapida e snella, per una realtà complessa come la nostra, implicano tempo e investimenti importanti. Temi su cui riflettere oggi sono lo stare bene in azienda, il welfare, l’essere attrattivi per i giovani e inclusivi. In sintesi, attuare politiche che mettano al centro le persone. Queste sono le sfide. Accanto c’è l’obiettivo sostenibilità per il quale il Gruppo investe sia a livello di prodotto, sia di produzione e logistica senza dimenticare punti di forza e debolezza. La nostra materia prima, l’acciaio, è sostenibile per definizione e può essere riciclato e, inoltre, il nostro essere fisicamente nei mercati diminuisce l’impatto. Tuttavia, è impossibile negare quanto l’industria siderurgica sia energivora. Il nostro impegno è, quindi, collaborare sempre con acciaierie che sposino la nostra filosofia. Tenere la barra dritta significa anche questo”. 

L’arte entra in azienda

Dall’impresa di un tempo a quella di oggi, il percorso di Monteferro passa da svariati ambiti, diversi da quello industriale. Quello dell’arte, ad esempio. L’idea di portare l’arte in azienda nasce durante il rinnovamento degli uffici milanesi. Il progetto, affidato all’architetto Lorenzo Facchini, ha l’obiettivo di creare un ambiente più accogliente. Ad un certo punto sorge la necessità di arricchire le pareti costruite durante il restyling ed è qui che la guida per ascensori trova un ruolo inedito
È l’artista milanese Giovanna Canegallo (un’esperienza da assistente di Arnaldo Pomodoro e autrice, tra l’altro, di una grande installazione all’Acquario Civico di Milano) a realizzare il progetto. La sua è una vera passione per l’arte industriale. L’ideale filo conduttore è quello di portare ispirazione negli ambienti professionali, partendo dalla materia prima: un modo nuovo di pensare l’architettura industriale. Non si tratta solo di portare bellezza o ripensare spazi ma di partire dal prodotto, dalla meccanica all’apparenza “fredda”, da trasformare in arte. 
Così la guida assume un grandioso fascino narrativo. “I prodotti Monteferro hanno solo un difetto” racconta l’artista. “Sono pesanti! Non è facile spostarli. Il lavoro artistico ha implicato l’uso di diverse tecniche, pittoriche o di impiego di altri materiali plastici come la resina, per ricreare forme, effetti e posizioni. Il lavoro si è concentrato nella progettazione di installazioni in verticale, bassorilievi da appendere al muro come quadri. La guida, con la sua sezione a T, è diventata protagonista dell’opera ‘Composizione T’ posta all’ingresso degli uffici anche a Monvalle”. L’artista si inserisce nello sviluppo di una nuova cultura d’impresa che dà valore allo star bene in un ambiente di lavoro e di una nuova cultura della sostenibilità, capace di fare del riuso e della simbiosi industriale il suo punto di forza. “Sono molte le realtà con cui ho collaborato che hanno scelto di portare in azienda l’arte. In settori diversi: dalla ristorazione con il progetto a I Fontanili di Besnate, alla Italbeit chimica di Nerviano, alla Fratelli Tognella di Somma Lombardo. In quest’ultima ho lavorato con le valvole creando una sorta di parete catalogo in linea con l’installazione già esistente costituita da una sfera che ruota sull’acqua. Sempre per Monteferro, con lo studio RKTTS di Facchini, sto realizzando un progetto per l’azienda vinicola del Monferrato di recente acquisita dalla famiglia Liedholm, fondata proprio dal noto calciatore”.  

Monteferro, 50 anni alla guida

“Vorrei raccontare la nostra azienda con parole semplici come per spiegarla ad un bambino”, ha confidato Savino Tondo, una delle voci del volume dedicato alla storia di Monteferro. Nasce da qui un libro, scritto da Silvia Giovannini con grafica di Barbara Colombo, con i contributi di Roberto Grassi, Presidente di Confindustria Varese e Giorgio Faccenda, Cfo di Deloitte Central Mediterranean, basato sulle voci dei protagonisti della storia di Monteferro: oltre a Tondo e Besana, Mariele Bertè e Roberto Contini, figlia e nipote del fondatore Bruno. “Abbiamo deciso di realizzare il libro per due motivi – spiega Giancarlo Besana –. Il primo è il desiderio di tramandare alle future generazioni un insegnamento che va oltre la cronaca e che si inserisce nella traccia di molte imprese della nostra bella Italia, raccontando di come una manciata di uomini e donne, armati di coraggio e creatività, partiti dalla provincia, abbiano costruito un sogno che è diventato il sogno di molti nel mondo. Il secondo è più personale: quella di Monteferro non è solo storia di industria ma soprattutto di affetti. Il volume è un grazie per quanti hanno compiuto questo viaggio”.   



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